di Antonio Lo Verde A passo veloce la Giunta Crocetta ha approvato, la notte scorsa, la manovra finanziaria che approderà nelle commissioni parlamentari già dal 18 giugno. L'approvazione in Aula è prevista entro il mese e prima del giudizio di parifica del rendiconto 2013 della Corte dei conti. Va ricordato, come ieri ha detto il presidente della commissione Bilancio Ars Nino Dina a Sudpress, che la manovra garantirà gli stipendi di Regione ed enti controllati almeno fino a dicembre. Quella che possiamo definire come la “manovra ter “, dopo la finanziaria di inizio anno e la manovrina dei giorni scorsi, vale 360 milioni e ripropone alcune delle norme bocciate a gennaio dal commissario dello Stato. Siamo in grado di anticiparvi i punti fondamentali del ddl con il quale sono previsti tagli, tra l'altro a carico dell'Ars, e l'introduzione del reddito minimo per i disoccupati. Vengono sbloccati i fondi per i forestali e i Comuni, rimpinguati nella manovra precedente con 100 milioni tratti dal risparmio sanitario. 60 milioni di euro vengono assegnati per assicurare l'impiego agli ex Pip per altri tre anni. Per questa platea di lavoratori vengono introdotte alcune misure per la fuoriuscita dal bacino. E col provvedimento varato poche ore fa debutta ufficialmente anche il reddito minimo, più volte annunciato da Crocetta, che viene fissato in cinquemila euro l'anno per i disoccupati siciliani. La copertura finanziaria di questi provvedimenti deriverà anche da tagli: il Parlamento regionale vedrà ridursi i trasferimenti di circa 15 milioni l'anno, con 7 milioni e mezzo in meno già a decorrere dal 2014. Altri dettagli riguardano gli oltre 250 milioni di euro che nel ddl finanziario vengono accantonati nel 'fondo rischi' a garanzia dei residui attivi accumulati nei precedenti esercizi. E proprio per il fondo rischi il governo regionale ha accantonato la somma di 111 milioni di euro di disavanzo dello scorso anno. Da palazzo d’Orleans apprendiamo che sono previsti tagli alle pensioni integrative e agli stipendi dei dipendenti delle società partecipate. Proprio sulle aziende partecipate dalla Regione da oggi si conoscono i primi dati dello studio effettuato dalla commissione ispettiva voluta dal presidente Rosario Crocetta. Le stesse società non avrebbero ottemperato all'obbligo di equiparazione degli stipendi, ai corrispondenti trattamenti economici dei dipendenti della Regione, causando uno spreco notevole di risorse tanto che il capo del governo annuncia che contesterà il danno subito dalla Regione a chi ne sia eventualmente responsabile e avvierà immediatamente alcune misure per interrompere fin da subito la mancata applicazione delle leggi. Tra le norme violate anche quella che prevedeva dal 2009 il divieto di assunzione. “Le partecipate – dice proprio il presidente Crocetta - non possono essere più il regno dell'arbitrio e degli sprechi. Vanno chiuse immediatamente le società in liquidazione creando un elenco del personale disponibile a transitare, sulla base delle disponibilità, presso le partecipate strategiche. Già con la finanziaria scorsa sono stati previsti una serie di provvedimenti, tra cui l'ufficio di liquidazione unico. E’ stato stabilito, inoltre, un tetto massimo di retribuzione, che eliminerà gli scandalosi stipendi di alcuni direttori generali. Occorre dare immediatamente il segno di provvedimenti rigorosi che non possono essere più rinviati". Twitter @antonio_loverde Mail antonioloverde@sudpress.it