di Antonio Lo Verde “UN INTERO POPOLO CHE PAGA IL PIZZO È UN POPOLO SENZA DIGNITÀ” con questa frase dieci anni fa, e una molteplicità di manifesti adesivi sparsi per la città di Palermo, nasceva Addiopizzo, un’associazione giovanile che ha scosso le coscienze di tanti commercianti palermitani soggiogati dal racket delle estorsioni mafiose. Oggi sono loro stessi a spiegare cosa successe a Palermo da quel momento. “L’adesivo non era firmato e tutti pensarono all’iniziativa di qualche commerciante, invece eravamo dei ragazzi universitari. Ma attaccando dei semplici adesivi ancora oggi speriamo di affermare tra le strade della città una verità che pensiamo debba essere di dominio pubblico. La nostra pratica è un piccolo e fragile segno di implicita resistenza. Si è detto che la mafia, militarmente e non solo, stava per essere sconfitta dallo Stato. Qualche altra volta ci siamo sentiti dire che con i mafiosi in qualche maniera ci dobbiamo convivere, che entro certi limiti la malavita organizzata è una cosa fisiologica. Oggi invece si parla sempre meno di mafia, usura e racket, termini che rischiano di cadere in disuso. Ma la verità noi siciliani la sappiamo bene: ogni esercizio commerciale che fa un buon fatturato, se non è “amico degli amici”, deve pagare il pizzo”. Ma con l’opera dei ragazzi di Addiopizzo tanto è cambiato in Sicilia ed a Palermo in particolare. Oggi sono 888 i negozi e le imprese “addiopizzo”, 10963 consumatori li sostengono e 35 attività commerciali recano il marchio certificato dell’associazione antiracket. Ed in più 184 scuole hanno partecipato alla formazione contro il pizzo. Il decennale di Addiopizzo è stato celebrato dal presidente del senato Pietro Grasso con parole sentite: "hanno lanciato a tutti noi palermitani una sfida nella speranza che questa venisse raccolta, che le voci diventassero tante e che si diffondesse per contagio l'idea che il pizzo riguarda ciascuno di noi, come cittadino e come consumatore. E questa sfida è stata raccolta con un entusiasmo incredibile. Per questo voglio dire a chi è ancora sottomesso al giogo del pizzo o è in dubbio: denunciate ora, subito, rivolgetevi ad Addiopizzo, alle forze dell'ordine e all'autorità giudiziaria, denunciate perché le condizioni sono favorevoli per liberarsi definitivamente dal fenomeno dell'estorsioni senza essere lasciati soli. E’ il momento di stare vicino a chi ha già scelto, dicendo di avere fiducia nell'opera di magistratura e forze dell'ordine, e ancora più vicino a chi deve decidere: abbiate il coraggio di dare davvero un addio definitivo al pizzo". Anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando ha voluto ringraziare i ragazzi di Addiopizzo. “Assistiamo ad anni di straordinario stimolo e contributo della societa' civile per risveglio etico di imprenditori contro il pizzo e dei cittadini con il consumo consapevolmente etico”.