di Brando Morelli C’è un solo sindaco che ha governato una città più di Leoluca Orlando a Palermo. Si tratta di Richard J. Delay che ha governato la città di Chicago negli Usa per 21 anni. Orlando che è diventato primo cittadino del capoluogo siciliano già nel 1990 e ancora lì al suo posto, oggi, dopo 24 anni. Non ininterrotti diremo, ma sta ancora su quella poltrona. L’ultima elezione l’ha vinta con un plebiscito tra i pochi che sono andati a votare. Accanto a lui, da sempre, il fido Francesco Giambrone che ieri sera ha avuto la nomination per la guida del Teatro Massimo di Palermo. L’assessore alla Cultura di Orlando era già stato sovrintendente della principale istituzione lirica della Sicilia dal 1999 al 2002. Era andato via con l’avvento delle schiere di Forza Italia in città e l’elezione del sindaco Diego Cammarata, uno che al posto di Giambrone aveva voluto un docente di Economia, Antonio Cognata. Ma dalla nuova elezione a sindaco, Orlando ha puntato dritto sulla riconquista del Teatro Massimo. Lo ha promesso in campagna elettorale ai lavoratori della fondazione lirica in sciopero, al punto da fare le barricare contro il sovrintendente Cognata che comunque di tagli ne avrà fatti anche molti, ma ha ridotto il deficit, seppure abbia valorizzato, secondo i detrattori, gente di fiducia del sindaco forzitaliota. Orlando non è riuscito subito nello spodestamento, ma ha ottenuto il commissariamento della fondazione Teatro Massimo che fino a ieri è stata guidata dal figlio adottivo di Renato Guttuso, Fabio Carapezza Guttuso. Arrivato a Palermo il 4 dicembre del 2012 il commissario, nominato dal ministero dei Beni Culturali, ha tentato con tutte le sue forze di rilanciare il Teatro che secondo Leoluca Orlando stava facendo una brutta fine dopo la gestione di Cognata. In questo anno e mezzo per la verità Guttuso è riuscito solo ad approvare un rendiconto che dimostrava una perdita di 3,2 milioni di euro al 4 luglio dello scorso anno, ma poco è riuscito a fare sul piano artistico. Si è affidato per la verità a qualche nome illustre. Ci ha provato con Eleonora Abbagnato, fresca etoile dell’Opera di Parigi, e il regista Lorenzo Amato, figlio del ex premier e oggi giudice costituzionale Giuliano Amato, ma ha dovuto fare i conti con la diminuzione dei contributi pubblici, soprattutto quelli regionali. Ora arriva, dicevamo, Francesco Giambrone, uno di famiglia per Leoluca Orlando: il fratello Fabio è stato senatore dell’Idv con Orlando leader nazionale e oggi guida la società di gestione dell’aeroporto di Palermo, Gesap. Messo lì proprio dal sindaco. Ci si riaffida quindi allo stesso uomo su cui si è detto e scritto tanto, anche per la gestione finanziaria del teatro. Polemiche a mai finire che coinvolsero persino un grande maestro come Franco Zefffirelli. Ma viene da chiedersi quale futuro avrà la fondazione lirica Teatro Massimo che, ad esempio, non ha più, avendolo smantellato, un corpo di ballo stabile. Sono solo sei attualmente i tersicorei su una pianta organica che ne prevederebbe almeno trentuno. Fa specie che un teatro dell’opera importantissimo non abbia un corpo di ballo e debba ricorrere, come è successo per Giselle durante la gestione Carapezza, ad una compagnia minore di San Pietroburgo. E fa specie che il teatro pur avendo sotto contratto, a tempo determinato, una trentina di danzatori che si sono conquistati lo status di “avente diritto” non proceda alla stabilizzazione. A Giambrone, che nel suo curriculum vitae, scrive anche di essere un critico ed esperto di danza, si affidi anche il compito di far risorgere il Corpo di Ballo, nominando anche un direttore che abbia come mission far tornare il balletto in palcoscenico, evitando le poche esibizioni, solo due in cartellone nell’ultimo anno.