di Brando Morelli Separati solo da una denuncia per diffamazione che Nello Musumeci ha sporto durante la campagna elettorale sul caso dei termovalorizzatori. Il presidente della regione Rosario Crocetta e colui che oggi guida la commissione regionale antimafia non sembrano detestarsi sul piano politico come il ruolo di governatore e quello di capo dell’opposizione imporrebbero secondo un clichè ben collaudato. I due negli ultimi mesi, al di là delle prese di posizione ufficiali, sono stati spesso sulla stessa lunghezza d’onda. Anzi sul terreno dell’antimafia, Musumeci è apparso talvolta “crocettiano”. Nei giorni scorsi una denuncia del presidente della commissione antimafia Musumeci su un presunto scandalo nel bando per il trasporto per le Isole viene seguita da un esposto in procura di Crocetta e dell'assessore Torrisi. E in queste ore conducono insieme, anche se da sponde diverse, la battaglia contro i superstipendi dell’Assemblea regionale siciliana. Crocetta che all’indirizzo del Consiglio di presidenza del parlamento regionale non le ha certamente mandate a dire ha persino commissionato uno studio per dimostrare al presidente Giovanni Ardizzone che i suoi tagli sono modesti. “Il tetto massimo per i compensi dei dirigenti fissato dall'Ars è tra i più alti delle regioni di Italia, supera la stessa Lombardia, secondo la ricerca che ho fatto fare dagli uffici tecnici della presidenza della Regione siciliana- dice il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta. Mentre il tetto massimo di 160 mila euro indicato dalla Regione, appare equo e moralizzatore, il tetto di 240 mila euro fissato dall'Ars supera persino le regioni che godono di una situazione finanziaria certamente migliore rispetto a quella della Regione siciliana”. Palazzo d'Orleans ha riportato anche i tetti massimi di alcune regioni italiane: Lombardia, 230 mila euro; Lazio, 200 mila euro; Calabria, 190 mila euro; Veneto, 180 mila euro; Friuli, 160 mila euro. Ed ecco che oggi anche Nello Musumeci si sintonizza sulla stessa lunghezza d’onda del presidente della regione. “In tempi di contenimento della spesa pubblica – dice il capo dell’opposizione - anche in Sicilia la politica e la burocrazia hanno il dovere almeno morale di improntare la propria azione alla sobrietà. Al di là dei cavilli giuridici e di rivendicazioni più o meno deboli, la materia va rivista radicalmente, fissando un tetto ragionevole e, comunque, in linea con i parametri stabiliti dal governo nazionale. Credo sarebbe opportuno adeguare il trattamento economico di deputati e dipendenti regionali - conclude - alla quantità ed alla qualità del lavoro prodotto da ciascuno. Il trattamento generalizzato, infatti, crea demotivazione nei più volenterosi e premia la pigrizia e l'incapacità di tanti". E cosi Nello e Saro parlano la stessa lingua al punto che il secondo deve persino dare una risposta all’appello alla collaborazione lanciato dal primo nei giorni scorsi. “Lanciamo una sfida leale e sincera al presidente Crocetta: si sente ostaggio dei 'suoi' partiti? Non faccia la vittima – ha detto Musumeci - venga in aula e si rivolga a tutto il parlamento per aprire una stagione di riforme. Diamo vita ad una nuova fase con uno spirito di collaborazione e confronto, ad iniziare dalla legge elettorale".