di Mauro Sarrica Non si placa la polemica per quanto riguarda il taglio degli stipendi d’oro percepiti dai dipendenti regionali. Al tetto imposto da Crocetta di 160 mila euro per la Regione non si è uniformata l’Ars, guidata da Giovanni Ardizzone, che ha attuato solo piccoli tagli agli stipendi per i nuovi assunti e promesso tagli per adeguarsi al decreto Renzi (max 240 mila euro). Un assistente parlamentare potrà guadagnare, quindi, ancora la bellezza di 92 mila euro all’anno, un coadiutore 110 mila, un segretario 145 mila, uno stenografo 200 mila e un consigliere parlamentare 240 mila. Cifre che continuano a stonare rispetto alla spending review attuata dal presidente della Regione. Il vero bluff dei tagli agli stipendi dei dipendenti dell’Ars, però, è rappresentato da una clausola che garantirebbe a chi lascia l’impiego entro un anno di andare in pensione con i contributi del vecchio stipendio d’oro. Un’occasione unica per i dipendenti più anziani, che eviterebbero tranquillamente il taglio dello stipendio andandosi a godere una pensione di platino, come già succede ai 209 ex dipendenti di Palazzo dei Normanni andati in quiescenza: per loro ci sono accrediti annuali compresi tra i 100 e i 200 mila euro. A tal proposito nel mirino è finito il compenso percepito del segretario generale dell’Ars, Sebastiano Di Bella, che secondo voci ed indiscrezioni mai smentite arriverebbe a sfiorare il mezzo milione di euro. Situazione, questa, che ha suscitato le ire di Pietro Galluccio, dipendente stabilizzato Ars, che ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Palermo affinchè venisse verificata la sussistenza di eventuali reati e fosse disposta nell’eventualità l’avvio di procedimenti conseguenti al mancato rispetto delle norme di trasparenza amministrativa. Lo stesso Galluccio si dice inoltre disponibile a costituirsi parte civile e a dare la propria disponibilità per fornire ulteriori elementi conoscitivi su tale situazione. In particolare, Galluccio considera di una certa gravità, in questo contesto, le parole del Presidente della Regione Rosario Crocetta, secondo il quale vi sarebbero dipendenti dell’ARS che guadagnano “più del Presidente degli Stati Uniti”. Per questo vuole vederci chiaro e la vicenda relativa a Di Bella non può che essere considerata come la classica goccia che fa traboccare il vaso. Di seguito, in allegato, vi mostriamo il documento ufficiale dell’esposto presentato da Pietro Galluccio.