L'amministrazione Bianco ha voluto presentare alla stampa un progetto di "riqualificazione" del centro storico che però nulla prevede per la più acuta delle ferite: San Berillo. Le associazioni escluse dal confronto. La scusa trovata è che "di San Berillo se ne parlerà a parte", come sempre, cioè mai "Si tratta di un grande passo per Catania- ha affermato il primo cittadino nel corso della "particolare" conferenza stampa- E' un grande progetto di rilancio della città. Entro fine dell'anno sarà approvato dal consiglio comunale e Catania sarà la prima città dell'isola a pensare al rilancio del suo centro storico." L'obiettivo è dunque quello di tutelare la zona del centro storico, valorizzare e rivitalizzare l'economia sociale. Oltre a ciò, il piano di riqualificazione si pone l'obiettivo di recuperare il patrimonio edilizio esistente. Un incontro esplicativo quello di oggi riguardo lo Studio di Dettaglio che è stato effettuato e che stabilisce che entro 240 giorni debba essere individuata l'appartenenza delle singole unità edilizie alle varie tipologie. Lo Studio, composto da una relazione e da planimetrie, deve essere approvato con deliberazione del consiglio comunale. Lo Studio di Dettaglio per l'individuazione delle tipologie edilizie del centro storico è stato stabilito ai sensi della legge regionale del 10 luglio 2015 N° 13 che individua norme semplificate riguardanti il recupero del patrimonio edilizio esistente. La legge definisce le diverse tipologie edilizie dei centri storici in relazione ai caratteri architettonici, dimensionali e strutturali. Il centro di Catania, zona omogenea "A"- è composto da quattro sottozone denominate "A", "B", "A1" e San Cristoforo. Data la sua grandissima estensione è stato predisposto uno stralcio dello Studio di dettaglio relativo solo alle zone denominate "A" e "B". Lo studio è relativo alla zona di San Giovanni Galermo e San Cristoforo. San Berillo, invece, non è stato inserito all'interno della mappa che riguarda il piano di riqualificazione perchè, come spiega il Sindaco, "si tratta di un quartiere particolarmente delicato che ha bisogno di uno studio ben più approfondito. Step by step verranno fatti tutti."- ha detto. Basta quindi avere un po' di pazienza. Ancora.
Gli isolati analizzati in questa prima fase sono stati 467 e sono state catalogate 5084 unità edilizie. Gli edifici sono stati raggruppati in otto categorie e suddivisi in: edilizia di base, edilizia monumentale ed edilizia moderna. Il primo passo è stato fatto l'1 ottobre 2015 quando è stata indetta la conferenza di servizi preliminare con gli enti competenti per concordare la procedura per l'acquisizione dei pareri sullo Studio di Dettaglio. A dicembre, lo stesso Studio è stato trasmesso alla Soprintendenza e al Genio Civile. Mentre a fine gennaio vi è stata una conferenza di servizi tra Soprintendenza e Genio Civile. Infine, il 26 febbraio è stato espresso il loro parere favorevole.
"Dopo aver approvato il regolamento edilizio fermo da sessant'anni- ha comunicato ancora Bianco- adesso abbiamo progettato in Consiglio Comunale una variante generale del centro storico della città che classifica oltre 5500 edifici consultabili sul sito del Comune con la mappatura metro quadro per metro quadro di tutto ciò che esiste nel centro storico di Catania. Insieme a questo vi è anche la possibilità di classificarli e di sapere quali interventi sono consentiti e quali no."
"Dal 1969- interviene l'assessore Salvo di Salvo- questo rappresenta l'atto di pianificazione urbanistica più importante che Catania abbia adottato. Grazie a questo atto crediamo sia possibile un rilancio del territorio e del settore economico. Vogliamo che il centro storico ritorni ad essere un centro abitato." L'importante conferenza si è conclusa con l'auspicio che il piano possa portare alla riqualificazione e al rilancio delle zone centrali di Catania mentre, all'esterno di Palazzo degli Elefanti, le associazioni escluse- tra cui Catania Bene Comune, Comitato Antico Corso, Comitato Centro Storico e Comitato San Berillo- vedevano passare davanti ai loro occhi i "privilegiati" che hanno potuto assistere all'incontro.
"Non sappiamo- ci dice Salvo Castro del Comitato Antico Corso- perchè è vietato entrare. Essendo stato fatto un invito pubblico credevamo, ingenuamente forse, di poter prendere parte alla conferenza anche con un minimo numero. Noi abbiamo un ruolo nella vita di questa città ma siamo stati esclusi."
"Non hanno permesso di farci entrare perchè temono contestazioni- dichiara Teresa Conti del Comitato Centro Storico- Noi non chiediamo nulla di diverso che essere rispettati come cittadini."