L'esperienza amministrativa della giunta guidata da Enzo Bianco è arrivata a metà del suo mandato. Alcuni importanti esponenti della politica siciliana, intervistati da SUD Press, fanno un bilancio dell'attività di governo della città, commentando la situazione della maggioranza. Dopo il vicepresidente del consiglio comunale Arcidiacono, è il turno del deputato regionale del PD, Valeria Sudano Onorevole cosa pensa della situazione politica a Catania, quali sono i punti critici? "Penso che la situazione politica in generale viva un momento di complessiva difficoltà e Catania non faccia eccezione. Io credo che per rilanciare la politica, quella con la P maiuscola, occorra una inversione di rotta guardando alle esigenze del territorio, della gente. Si parla troppo di equilibri politici e troppo poco dei problemi della gente, del lavoro, della crisi produttiva. Dobbiamo concentrarci sulle vere esigenze dei nostri concittadini" Secondo lei la maggioranza che sostiene Bianco è solida, reggerà fino alla fine della consiliatura? "Bisogna prima di tutto capire di quale maggioranza stiamo parlando. Quella odierna non è più la maggioranza uscita dalle urne. Serve lavorare per ricomporla in un quadro che si avvicini sempre di più all’assetto politico ed istituzionale che oggi sta governando il Paese. Il modello di riferimento è certamente quello, innovativo, del Partito democratico che ha la sua matrice nel metodo renziano: una politica del fare con attenzione al territorio". In caso di rimpasto chiederete qualcosa al sindaco, un posto in giunta? "Non mi piace la parola rimpasto. Essa contiene un vecchio concetto della politica. Preferisco parlare di cambiamento che in se contiene il seme della novità, della costruzione, dell’impegno. Ecco, in questo senso penso che sia venuto il momento di cambiare per rilanciare l’azione amministrativa e per ritrovare una maggioranza consiliare che possa affrontare i grandi temi, ascoltare la città e rispondere alle sue richieste". Cosa pensa della scelta del vicesindaco Consoli di lasciare il Megafono per approdare al nuovo partito di Tabacci? "E’ un momento politico di continue evoluzioni, di grande confusione politica come dicevo rispondendo alla sua prima domanda. Consoli ha fatto una scelta, è la sua scelta e di questo bisognerebbe chiedere soprattutto a lui". Come valuta questi due anni e mezzo di governo del Comune? "Siamo al giro di boa. Credo che questi due anni e mezzo siano stati, giustamente, dedicati soprattutto al rigore ed al risanamento dei conti. Era necessario farlo per poter porre le basi per un rilancio. Adesso è giunto il momento di cambiare passo". Cosa fare, infine, per migliorare la pratica di governo? "Da fare c’è tantissimo. Prima di tutto il Piano Regolatore, che chiuderebbe la vera grande ferita della nostra città, aperta dal 1969, con centinaia di varianti urbanistiche. Subito dopo è necessario lavorare alle delibere collegate, che non possono andare in aula senza pianificazione urbanistica: dal Piano Commerciale, a quello dei chioschi e delle edicole, prevedendo anche aree “food”, dando regole certe e decoro alla città e, al tempo stesso, rilanciano il tessuto economico e produttivo in un contesto di certezza delle regole e di ordine che risponda alle esigenze di tutti." "Un ulteriore passo deve essere quello di esitare, in un senso o nell’altro, le 20.000 pratiche inevase di sanatoria edilizia e chiudere questo capitolo. Un altro grande tema è certamente la valorizzazione immobiliare e la riorganizzazione delle società partecipate che devono essere efficienti e produttive e costare il giusto. Catania, inoltre, è una città di mare che guarda al mare. Bisogna concludere l’iter per i PRUSST e capire cosa fare del waterfront e come integrarlo nella prospettiva di aprire il porto alla città che è un obiettivo concreto a portata di mano grazie anche all’impegno proprio del sindaco Bianco che in questo senso ha mostrato di recente impegno e progetto. Naturalmente questo obiettivo va perseguito con la giusta accortezza e in tempi ragionevoli". "Ma mentre si lavora a questi grandi interventi non bisogna dimenticare le periferie. Occorre mettere in atto un vero piano di decentramento per valorizzare tutte le aree catanesi e dare servizi e risposte a tutti i cittadini ovunque abitino. Una grande occasione, in tempi di magra, può e deve venire dalle risorse comunitarie e anche i comuni devono attrezzarsi per sfruttarle. Bisogna, quindi, rafforzare l’ufficio per le politiche comunitarie per intercettare ed attrarre risorse europee per le politiche di welfare, restituendo alla gente quell’occasione – persa a causa della crisi economica - di vivere in dignità. Si può e si deve, inoltre, utilizzare al meglio le opportunità create dalle riforme approvate dall’Assemblea Regionale per rimettere in moto l’economia: dalla legge sulla riqualificazione edilizia nei centri storici alla riforma del demanio, fino ai provvedimenti sui beni culturali ed i servizi al turismo. Potrei continuare a lungo con questa lista. Da fare c’è davvero tanto".