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Oasi del Simeto: terra di nessuno tra inquinamento e degrado

21-03-2016 13:00

Barbara Corbellini

Inchieste, legambiente, oasi del simeto, rifiuti, orchestra, finanziere,

Oasi del Simeto: terra di nessuno tra inquinamento e degrado

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Abusivismo edilizio, scarico illecito di rifiuti, inquinamento, assenza dei controlli e di sorveglianza: le piaghe principali dell'oasi.



Legambiente e i cittadini denunciano da diversi anni le problematiche che affliggono l'Oasi del Simeto. Su questo vasto territorio della Sicilia Orientale, Legambiente ha acceso l'attenzione: il funzionamento dei depuratori, lo scarico illecito di rifiuti, l'abusivismo edilizio, ma anche altre attività illegali come la pesca non autorizzata o il bracconaggio. Oggi la situazione presenta ancora dei punti d'ombra e determinati fenomeni continuano a ripetersi nonostante le segnalazioni di Legambiente.



Dal 1988 la riserva naturale è stata data in gestione alla Provincia Regionale di Catania, ma in questi 28 anni gli interventi significativi effettuati dall'ente gestore, stando al rapporto di Legambiente, sono abbastanza modesti. L'associazione ha segnalato nel corso di questi anni un'azione poco efficace da parte dell'ente gestore nei confronti delle problematiche che ancora oggi, purtroppo, caratterizzano l'oasi.



A seguito dell'ultimo monitoraggio, risalente a tre anni fa, sono state collocate delle telecamere e bonificate alcune aree, ma ancora oggi queste attività illecite continuano a ripetersi, soprattutto per quanto riguarda la questione dei rifiuti abbandonati, in particolar modo sulle sponde del torrente Acquicella.



L'abbandono illecito di rifiuti è costante e sfugge al controllo delle pubbliche amministrazioni perché non c'è la dovuta attenzione. Questa situazione comporta danni, non soltanto ambientali, ma anche per la salute delle persone. Secondo la testimonianza di Legambiente, di recente è stato trovato eternit abbandonato che comporta la dispersione delle polveri di amianto nell'aria e la penetrazione nel terreno. Queste fibre, una volta abbandonate in questa maniera, diventa impossibile rimuoverle del tutto.



Ad oggi il territorio dell'oasi risulta compromesso e quello che ne esce è un ritratto di abbandono e incuria che compromette la qualità dell'ambiente e la salute dei cittadini. L'area necessita di bonifica la cui priorità è data dalla presenza di amianto. A tal proposito Legambiente pone l'accento sui costi delle bonifiche che, per un territorio così esteso sarebbero molto alti, motivo per cui da un punto di vista economico sarebbe maggiormente conveniente effettuare questa raccolta di rifiuti pericolosi in maniera gratuita.



Stando all'ultimo monitoraggio di Legambiente, datato 2013, i depuratori che influiscono sull'area non funzionavano nel modo giusto o in alcuni casi non esistevano. L'associazione ambientalista aveva riscontrato che quasi tutti i depuratori erano inadeguati, rispetto a quelli che sono i bisogni standard di depurazione. Solo una parte di liquidi confluiva nel depuratore, la restante parte si disperdeva nel sottosuolo e arrivava gradualmente al mare. Ad oggi, secondo le ipotesi di Legambiente, non ci dovrebbero essere stati grossi miglioramenti, ma su questo sentiremo al più presto gli specialisti dell'ARPA. Altre segnalazioni di quel periodo riguardavano gli scarichi agricoli: sono emersi residui di trasformazioni di agrumi e scarti di vario tipo. Inoltre, si sono verificati, e se ne interessò la magistratura, situazioni di espurgo di pozzi neri, in cui il rifiuto raccolto dalle cisterne al depuratore va a finire o direttamente nel mare o nel fiume. Stando a quanto dichiarato da Legambiente, la qualità dell'acqua del fiume Simeto, dalle sorgenti alla foce peggiora, e ciò si verifica dove arrivano gli scarichi non depurati.



Per quanto riguarda le costruzioni abusive, nell'arco di questi anni ne sono state demolite circa 140. Secondo la normativa, se la costruzione è abusiva subentra l'ingiunzione a demolire che ricade sul proprietario, se quest'ultimo non demolisce a proprie spese, la costruzione viene poi di fatto acquisita dal patrimonio comunale. Dopo la demolizione si dovrebbe provvedere al ripristino del territorio naturale e invece, per molte costruzioni abusive, le fasi successive al sequestro restano in sospeso. Essendo un'oasi naturale non è previsto un utilizzo pubblico di queste strutture. Questo tipo di demolizioni sono inefficaci e, secondo Legambiente, molti proprietari continuano ad occuparle nonostante l'ingiunzione, senza pagare alcun canone.



L'assenza di controlli comporta, oltre l'abbandono illecito dei rifiuti e l'attività edilizia abusiva, anche altre attività illegali come pesca non autorizzata, bracconaggio. Secondo l'associazione di Legambiente manca inoltre quell'azione sanzionatoria necessaria per estirpare le azioni illegali. Già in passato l'associazione accese i riflettori sulla necessità di aumentare la presenza degli operatori di vigilanza, installare più telecamere e sensibilizzare l'opinione pubblica sull'emergenza ambientale dell'area. A questo si aggiunge una mancanza di fondi che condanna l'Oasi del Simeto a una situazione di stallo.



Ad oggi l'ente gestore della riserva risulta irreperibile, presto sarà disponibile l'approfondimento sul funzionamento dei depuratori.


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