L'occasione è il dibattito organizzato dalla CGIL e dalla rete di associazioni Piattaforma Librino, ma le risposte che arrivano - ancora una volta -non sono esaustive come i cittadini si aspettano. Cantaro: "Rispondo per quel che mi compete" Continua il fermento intorno all'ospedale S.Marco, un movimento dal basso che parte dai cittadini e dai timori che l'opera possa rimanere una cattedrale nel deserto. Non è bastato il giro turistico al cantiere a rassicurare sullo stato di avanzamento dei lavori, né tanto meno le parole del Direttore Generale del Policlinico Paolo Cantaro. Il cantiere va a rilento, i lavoratori attendono le spettanze e, considerando i grossi problemi legati all'amministrazione giudiziaria della Tecnis, anche la data del 5 dicembre 2016 verrà con ogni probabilità disattesa. Data che, lo ricordiamo, era comunque il limite ultimo consentito per la consegna dei lavori e non dell'apertura della struttura. Così, considerando che l'apertura del S.Marco è ancora lontana e continua a slittare, la preoccupazione dei cittadini si concentra sull'annunciata chiusura del Pronto Soccorso del Vittorio Emanuele con il relativo spostamento al Policlinico. L'idea comune è che una grossa fetta della città resti scoperta. Da queste riflessioni arriva la richiesta, pressante, di non dismettere il Pronto Soccorso del Vittorio, quanto meno fino a che il S.Marco di Librino non sarà ultimato: solo in questo modo questa fetta della città, la Catania Sud non si sentirà abbandonata. La domanda è precisa. Non lo è stata altrettanto la risposta. L'incontro-dibattito organizzato dalla CGIL e promosso da Sara Fagone - responsabile delle periferie per la CGIL e coordinatrice della Piattaforma Librino - è finito così con un nulla di fatto.
"Chiediamo certezze" aveva affermato nel suo intervento introduttivo. "Vogliamo capire bene come vanno le cose: . Tante le grandi opere realizzate sul territorio, ma sappiamo bene che se non vengono subito assegnate e messe in funzione tutto va perso". Il riferimento è chiaramente al teatro Moncada o al Campo S. Teodoro. Presenti Giovanni Pistorio (Fillea CGIL) e Gaetano Agliozzo (Funzione Pubblica CGIL). "Sappiamo anche - continua la Fagone - che se vogliamo ottenere qualcosa qui dobbiamo combattere noi: come abbiamo fatto per la luce, per l'acqua e per la scuola superiore". Per questo sa che bisogna "puntare i piedi" e non fermarsi alle prime risposte ma continuare a chiedere, ancora. Paolo Cantaro esordisce con un "Finalmente ci siamo, l'ospedale è pronto", però ci tiene a precisare da subito che è presente in veste di Direttore Generale del Policlinico e che "come tale rispondo solo per quello che è il mio operato, i miei atti e le mie competenze". E inizia così la favoletta sulla cinta di quattro ospedali che copriranno la città e che eviteranno il congestionamento del centro cittadino, dove resterebbe il solo Garibaldi. Pignataro prima e Cantaro poi, continuano a illustrare la Catania del futuro, una città che non c'è, un progetto, un'idea che nella quotidianità del cittadino non esiste ancora. Un'idea che il cittadino non riesce proprio a vedere possibile e non per carenza di immaginazione, ma perché i tempi e i passaggi illustrati non potranno essere tali nella realtà. Il Vittorio Emanuele chiuderà, il Pronto Soccorso si sposterà sul nuovo sito del Policlinico ma il S.Marco non sarà pronto contestualmente. Lo si intuisce fra le righe dalle affermazioni di Cantaro. "E' colpa delle vicende Tecnis che non potevamo prevedere" asserisce Cantaro. Come si può definirlo pronto e, allo stesso tempo, dichiarare che va ultimato, che devono arrivare i macchinari (i cui fornitori vantano un credito nei confronti dell'azienda) e che urge approvare le risorse per la pianta organica? E' chiaro che l'apertura non può essere così imminente. Ma per Cantaro e Pignataro è tutto risolvibile. Da altri. "Il S.Marco deve essere completato - afferma con forza Pignataro - è un'opera troppo importante per la città. Ma noi rispondiamo per quelle che sono le nostre competenze". "Ancor prima che arrivasse il dott. Cantaro - prosegue Pignataro - mi sono interessato dell'ospedale S.Marco andando a parlare con l'allora assessore alla Sanità. E non, come qualcuno ha insinuato per liberarmene, ma perché è un'opera importante che ha bisogno di risorse". Risorse che l'Azienda Policlinico allo stato attuale non ha. "Ma ci debbono essere. La Borsellino aveva prospettato la possibilità di passarlo all'Asp. Ma non credo che sia questo il problema e vedo questa possibilità molto difficile. Io sono ben felice che si mantenga il S.Marco nell'Azienda Policlinico, ma quello che chiedo alla Regione è che ci siano le risorse per farlo funzionare bene. Parliamo di soldi, di risorse importanti ma che commisurate al bilancio Regionale non credo che siano risorse insostenibili". "Io non voglio mettere bocca sul lavoro del collega (Giulio Santonocito Direttore Generale del Garibaldi, ndr) ma probabilmente qualcosa al Garibaldi andrà rafforzato" continua Cantaro. "E l'Asp potrebbe prevedere la permanenza al Vittorio di un Pte con possibilità di spostamento al Garibaldi che con un servizio navetta sono 3 minuti di distanza" conclude. Cristina Cascio, preside dell'IC Angelo Musco prova a metterli alle strette: "Ho la fortuna di abitare a Cibali e di poter scegliere se andare al Garibaldi, al Policlinico o al Cannizzaro, ma chiuso il Vittorio Emanuele se mi venisse un'infarto a scuola farei prima ad arrivare al cimitero" stigmatizza Solo così il dott. Cantaro è costretto ad ammettere che ci sarà un vuoto tra la chiusura del Vittorio e l'apertura del S.Marco, che i tempi non coincideranno perfettamente. "Non possiamo essere soddisfatti dell'incontro" afferma allora ai nostri microfoni Sara Fagone. "Chiediamo una sola certezza: che il Vittorio resti fino all'apertura del Pronto Soccorso al S.Marco e ad oggi questa certezza non ci è stata data" continua. "Come Piattaforma Librino chiederemo al Sindaco di farsi portabandiera di questa battaglia che è del territorio di librino, ma non solo" conclude. "Come CGIL - afferma invece Giacomo Rota - ci faremo promotori di un tavolo di lavoro, di un patto sull'ospedale S.Marco: non possono esserci ombre e un urge un disegno chiaro sul piano sanitario cittadino".
Sara Fagone
troppe promesse sono state fatte e abbiamo esperienza di come negli anni sono andate le cose in questo quartiere
Chiamati a dare risposte il Direttore Generale Paolo Cantaro e il Rettore dell'Università Giacomo Pignataro.
"A maggio dell'anno scorso avremmo dovuto chiudere tutto: un cantiere in questo stato di avanzamento e con queste problematiche non può sicuramente essere rimesso a bando. Va completato con la ditta esistente. E i lavori, che dopo la nostra presa di posizione di maggio erano ripresi di buona lena, da ottobre hanno subito un nuovo drastico rallentamento".