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Migranti, le 10 donne annegate per rottura assi di legno del gommone

01-07-2016 15:15

redazione

Cronaca, guardia di finanza, migranti, porto catania, polizia, ansa, italiacom, maresciallo salvo mirarchi, assistenza studenti disabili,


E' quanto emerso dalle indagini-lampo di Polizia e Guardia di Finanza di Catania, che hanno portato al fermo di un senegalese e di un gambiano. Arrestati i 3 presunti scafisti degli altri due natanti soccorsi dalla nave Diciotti,sbarcata oggi nel porto di Catania con a bordo 349 migranti e le salme delle vittime



La  Polizia di Stato e la Guardia di Finanza di Catania, sotto il coordinamento della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, ha fermato cinque cittadini extracomunitari, perché gravemente indiziati del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, in relazione allo sbarco di 349 migranti e 10 cadaveri giunti oggi nel porto di Catania.



Gli investigatori della Squadra Mobile della Polizia di Stato e del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, con la collaborazione della locale Sezione Operativa Navale delle Fiamme Gialle e della Guardia Costiera, hanno acquisito le prove necessarie all’adozione dei provvedimenti di fermo nei confronti di: Ousmane Faye, 21enne senegalese; Omar Sey, 18enne gambiano;  Ousainou  Ndoye , 25enne ivoriano;   Osman Kowari 21enne maliano;  Ibrahim Barry  24enne gambiano.



Le indagini sono partite la scorsa notte quando gli investigatori della Squadra Mobile e del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza hanno raggiunto a bordo di mezzi della locale Sezione Operativa Navale delle Fiamme Gialle, al largo delle coste siciliane, la nave “C.P.941 U. Diciotti”, che aveva soccorso i migranti e raccolte le salme di 10 donne annegate nel canale di Sicilia. Le indagini sono poi proseguite a terra, dopo lo sbarco nel porto di Catania.



Dalle dichiarazioni dei migranti è emerso che erano giunti in Libia dai paesi d’origine e  sono stati condotti in connection house ubicate nella zona di Tripoli, sorvegliati da trafficanti armati per essere successivamente condotti sulle vicine spiagge e imbarcati su gommoni. Dalle indagini sono emersi univoci e concordanti elementi di responsabilità a carico dei cinque indagati.



In merito al primo soccorso, il ruolo di driver del gommone naufragato con a bordo le 10 donne morte e altre 108 persone tratte in salvo sarebbe stato ricoperto dal senegalese  Faye, mentre il gambiano Sey grazie a una bussola avrebbe fornito al comandante indicazioni sulla rotta da seguire. Secondo le testimonianze dei migranti, le donne sarebbero morte  per annegamento, a causa della rottura delle assi di legno poste sul fondo del gommone.



In relazione al secondo natante soccorso con a bordo 125 persone, il driver  sarebbe stato l’ivoriano Ndoye, il quale, alla vista della nave dei soccorsi, secondo quanto riferito dai testimoni, avrebbe provato a confondersi fra i migranti. Per quanto concerne il terzo gommone soccorso con 116 migranti, sono stati fermati il maliano Kowari, il driver, e il gambiano Barry,  che ha coadiuvato il primo nella navigazione.



I cinque fermati sono stati rinchiusi nel carcere di piazza Lanza, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Dall’inizio dell’anno sono 51 gli scafisti fermati a fronte dei 13 sbarchi avvenuti nel porto di Catania.


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