Sfacelo. Baratro. Abisso. Non ci sono più aggettivi per descrivere la pesantissima crisi che da mesi grava come un macigno sulla Partecipata del Comune. La cronaca di oggi ci offre due notizie di primo piano: le dimissioni del presidente e del direttore generale e l'apertura di un'indagine preliminare da parte della Procura per una presunta appropriazione indebita del V dello stipendio di alcuni lavoratori Sfacelo. Baratro. Abisso. Non ci sono più aggettivi per descrivere la pesantissima crisi che da mesi grava come un macigno sull’Amt . Un’azienda ormai da tempo in stato comatoso: bilanci da profondo rosso; soltanto 50 vetture in strada, quasi un terzo di quelle promesse dal sindaco Bianco tre anni fa, all’indomani del suo quarto insediamento a palazzo degli Elefanti. Crisi che nasce da lontano, con precise responsabilità politiche e gestionali (ma quando saranno accertate?). Crisi che però è acuita anche dal mancato introito nelle casse della Partecipata di via Sant’Euplio, di quasi 50 milioni di euro. Somme attese dalla Regione e dal Comune. Sì proprio dal Comune che, dopo mesi di assordanti silenzi, solo da un paio di settimane è uscito timidamente allo scoperto "imponendo" all’assessore Girlando di aprire un tavolo con i sindacati. Organizzazioni dei lavoratori, che dopo aver fatto fuoco e fiamme a mezzo stampa contro amministrazione e vertici aziendali, organizzando anche due scioperi, appena sedute al tavolo hanno avviato un “dialogo costruttivo” con la giunta impegnata nel tentativo disperato di risolvere la crisi, da essa stessa in parte causata vista anche la mancata erogazione del contributo milionario da versare all’Amt. Ma tant’è questo è già passato, storia. La cronaca di oggi ci offre due notizie di primo piano. La prima: la Procura della Repubblica, come riporta il quotidiano “La Sicilia”, ha aperto un fascicolo di indagine sull’Amt. L’ipotesi di reato è appropriazione indebita. L’indagine alle fase preliminare sarebbe nata da un esposto di alcune sigle sindacali autonome sul presunto mancato trasferimento alle finanziarie del V dello stipendio di alcuni lavoratori e, dunque, rischierebbero di finire nella lista dei “cattivi pagatori”. Sempre oggi, hanno trovato conferma i boatos che davano per imminenti le dimissioni del presidente Carlo Lungaro (nella foto) e del direttore generale Antonio Barbarino. Il mandato del primo è scaduto a giugno. Entrambi hanno dunque alzato bandiera bianca di fronte alla mancanza di liquidità della partecipata. Due notizie di assoluto rilievo. Di fronte alle quali si registra il silenzio delle istituzioni. Di fronte all'ennesimo fallimento gestionale di una Partecipata (tutte guidate da uomini indacati dal sindaco) tace palazzo degli Elefanti. Nessun commento, nessuna nota ufficiale. Si fa sentire invece il consigliere d’opposizione Manlio Messina con un post su Facebook commenta le dimissioni di Lungaro e Barbarino: "Finalmente un sussulto di orgoglio contro questa DisAmministrazione. Ma Bianco e Girlando festeggiano alla Villa Bellini” scrive il capogruppo di Fratelli d’Italia-An facendo riferimento alla festa nazionale del Pd in programma da domani alla Villa Bellini.