La petizione popolare Cinque stelle in poche ore ha superato le 500 firme necessarie per poter chiedere al Consiglio che il sindaco venga sfiduciato. Duro affondo di Giulia Grillo che chiede risposte sulle cause della crisi finanziaria. Giarrusso attacca sulle presunte infiltrazioni mafiose al Comune: "La Commissione Antimafia sentirà il prefetto e i vertici delle forze dell'ordine perché vogliamo sapere da chi controlla, perché non controlla” I primi mille passi sono alle spalle. Così come è alle spalle la bruciante sconfitta alle Comunali del 2013. Da quel giorno, il MoVimento 5 Stelle si è rimboccato le maniche, lavorando pancia a terra. Giorno dopo giorno, anzi passo dopo passo. Con un solo obiettivo: mandare a casa Bianco. Subito. Per farlo hanno chiamato a raccolta i catanesi. Che hanno gremito Piazza Università, teatro del raduno con i sindaci, i consiglieri, i portavoce regionali, nazionali ed europeo. Special guest: Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio, accolti come vere e proprie rock star dal popolo Cinque stelle. Un happening politico di oltre cinque ore. “Siete degli eroi” dicono all’unisono Dibba e il vicepresidente della Camera, rendendo omaggio alle tre-quattro mila persone rimaste per ore incollate alle basole laviche, incurante del caldo asfissiante e appiccicoso. “Riempiamo le piazze, anche senza Beppe”, ripetono come un mantra al gazebo del meetup “Catania Metropolitana” subito preso d’assalto da iscritti, simpatizzanti e semplici cittadini per firmare la petizione “#biancodimettiti” e chiedere così al consiglio comunale che Bianco venga sfiduciato. A fine serata la soglia delle 500 firme necessarie, così come previsto dall'ex articolo 44 dello Statuto comunale, è ampiamente superata. La crisi finanziaria e la pesante ombra delle infiltrazioni mafiose hanno spinto i 5 Stelle a rompere gli indugi e a sferrare un attacco frontale per abbattere il muro di silenzio dell’Amministrazione.
“Chiedo di conoscere l’esatta entità dei di rendere pubblico l’ammontare delle e, in particolare i verbali tra il che certificano la conciliazione dei debiti chiesta anche dalla Corte dei Conti”, è lo scoppiettante inizio del raduno firmato La parlamentare nazionale catanese, dopo avere ricordato la richiesta M5S di un’ispezione della Ragioneria generale dello Stato per verificare l’intera gestione amministrativa, chiede anche a Bianco e Girlando di rendere pubblici “i documenti su debiti e crediti della Bad company dell’Amt in liquidazione e l’ammontare del credito Iva e le motivazioni per cui non è stato mai chiesto il rimborso o la compensazione con Riscossione Sicilia” e di verificare “i livelli dell’evasione tributaria”. Di fronte alla voragine del bilancio, certificata anche dalla Corte dei Conti, la Grillo non fa sconti e lancia la sfida all’inquilino di palazzo degli Elefanti: “Noi siamo pronti a ritirare la richiesta di dimissioni solo se avranno il coraggio di rendere pubblici questi documenti”. A differenza della Grillo, nessuna possibilità di “redenzione” viene concessa a Bianco & C. da Mario Giarrusso. “E’ un periodo triste, perché la mafia comanda di nuovo a Catania. Dobbiamo dirlo forte e chiaro”, va giù duro il senatore della commissione Antimafia. “Gli interessi della mafia si sono manifestati prima delle ultime Amministrative sul Pua”, aggiunge Giarrusso ricordando a tal proposito, la variante urbanistica che dovrà rivoluzionare la Plaia. “Ma non bastava per intervenire. E così abbiamo assistito anche alla vicenda dell’appalto per la gestione dei parcheggi delle spiagge libere con l’affidamento a una ditta con dipendenti già condannati per mafia. E nessuno è intervenuto”, urla dal palco Giarrusso. Ma non è finita. Il senatore pentastellato punta il dito anche sulla bad company dell’Amt: "Quando Idonea ha denunciato il tentativo di prendersi i soldi dell'Amt, 47 milioni di euro, lo hanno sostituito con un altro liquidatore. E quel liquidatore cosa ha fatto? Ha preso i soldi e li ha trasferiti nelle casse del Comune. E ancora non si interviene. La Procura e il prefetto che non intervengono. Vergogna”, urla il senatore a pieni polmoni. Che aggiunge che l’Ufficio di presidenza della Commissione Antimafia ha dato l’ok per ascoltare il prefetto e i vertici delle forze dell’ordine “perché noi vogliamo sapere da chi controlla perché non controlla”, tuona Giarrusso. Dalla piazza si leva un’ovazione. Forte da far tremare le mura di Palazzo degli Elefanti. Che è lì, sullo sfondo, a pochi passi. Il popolo 5 Stelle inizia la lunga marcia. I primi mille passi sono stati fatti. Il cammino è però ancora lungo. Ma da ieri sera la meta pentastellata appare più vicina.
debiti fuori bilancio,
passività delle Partecipat
Comune e la Sidra
Giulia Grillo.