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Di Maio e Di Battista: "Se teniamo la barra dritta, vinciamo in Sicilia e dopo andremo alla guida del Paese"

18-09-2016 02:50

Ettore Ursino

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Di Maio e Di Battista: "Se teniamo la barra dritta, vinciamo in Sicilia e dopo andremo alla guida del Paese"

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Da Catania, i due big M5S serrano le fila pentastellate ancora alle prese con il caso Roma: “L’unico nemico del Movimento è il Movimento stesso, se però resteremo uniti non ci fermeranno”.  Attacchi a Renzi: "Continua a fare il bulletto, ma ormai sta sui cog...ni a 9 italiani su 10“



L’orgoglio Cinque stelle pulsa nel cuore di Catania. Per dimostrare che le ferite forgiano la forma. Per gridare al Paese che di fronte “all’intollerabile dittatura mediatica che fa le pulci solo al M5S" non si arretra ma si passa al contrattacco.



E’ una piazza Università stracolma, come non si vedeva da anni, quella che accoglie le star del mega raduno pentastellato: Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio. Il primo puntualizza: “Qui non c’è la militarizzazione che c’è stata alla Festa dell’Unità. Se non ci fosse una città militarizzata Renzi non potrebbe andare in giro, così come abbiamo visto a Catania qualche giorno fa. La nostra festa è libera a tutti, nessun controllo ai varchi, non serve l'intervento della polizia". Che c’è  e osserva la piazza a distanza senza mai dover intervenire.



Di Battista e Di Maio all’unisono invitano “il popolo grillino a restare unito, a non lasciarsi condizionare dai giornali o dai tg della Rai occupata da Renzi. “Cercano in tutti i modi di mettere in crisi la nostra essenza, ma dobbiamo tenere la barra dritta,perché quando ti attaccano da tutti i lati vuol dire che siamo sulla strada giusta”, esorta il vicepresidente della Camera.


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Serrare le fila, dunque. Imperativo ribadito anche da Dibba che non risparmia fendenti all’indirizzo del premier. “Diciamo no alla riforma costituzionale di Renzi che dopo l’ennesimo sganassone preso in Europa, continua a fare il bulletto, ma ormai sta sui coglioni a 9 italiani su 10“.



Sul referendum costituzionale, i due chiedono al loro popolo e ai cittadini "di partecipare, di riempire le piazze, per non darla vinta a questi cialtroni”. “Se i cittadini saranno con noi vinceremo. Decidete voi se nel 2017 il M5S arriverà al governo in Sicilia e l’anno dopo a quello del Paese”, dice Di Maio. Che ammonisce. “L’unico nemico del Movimento è il Movimento stesso, se però resteremo uniti come una testuggine non ci fermeranno”.



A cominciare dalla Sicilia, che “potrà essere la prima regione a Cinque Stelle d’Italia” dice Di Battista. “Tutti i cambiamenti partono da quest’isola” gli fa eco il vicepresidente della Camera. Non c’è legge elettorale che tenga. “Qui si sono inventati un nuovo modo di intendere la maggioranza per eleggere un sindaco non serve più il 50% più uno dei voti ma basta il 40%. Ma non ci spaventano se cambiano legge elettorale. Se i cittadini saranno con noi vinceremo”, ribadisce Di Maio. Che affonda: "Purtroppo nell'Isola i vecchi vizi della politica sono duri a morire e in queste ore ancora una volta viene fuori il rapporto tra mafia e Pd. Non è l'ultimo pentito delle cosche a rivelarlo, è invece proprio un esponente del Pd a denunciare la situazione, il sindaco di Siracusa. Un sindaco del Pd accusa il suo partito di essere colluso con la mafia. Ci dicano tutto. Chi sta governando il nostro Paese?



Annuisce Giancarlo Cancelleri, dai più indicato come il futuro candidato alla presidenza della Regione: "Mi sono stancato, ho un solo obiettivo. Li voglio annientare, perchè sono stanco di essere rappresentato da questi governanti buoni per tutte le stagioni e che si vantano di essere esperti . Noi abbiamo un'altra esperienza, quella dei cittadini normali, che li fanno sentire il fiato sul collo".


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Il popolo Cinque Stelle è al settimo cielo, seppur ancora provato dal caso Roma  Che non è ancora risolto, ma la premiata ditta Di & Di è certa che il peggio è alle spalle. Anche se il vicepresidente della Camera ammonisce a non abbassare la guardia e a marciare compatti in vista delle prossime scadenze elettorali.


A cominciare dal referendum costituzionale:


"Se vince il No bisognerà andare al voto il più presto possibile, che non pensino a nuove manovre di palazzo", avverte Di Maio.

Il M5S provato dalle polemiche sulla Raggi, con annessi direttorio e mail, e in ultimo sul paragone “Renzi uguale Pinochet” con tanto di strafalcione geografico del vicepresidente della Camera, sembra godere di ottima salute. Lo dimostra anche la risposta di Catania, dove le urne alle Comunali 2013 non sono state affatto piene per i grillini.



Tuttavia se nella città etnea, con una anima democristiana prima e storica roccaforte del Msi e An poi, i Cinque stelle senza Beppe Grillo richiamano migliaia persone (cittadini di ogni età e non la  fuffosa e parruccona nomenclatura dei partiti), chi sta nella stanza dei bottoni, tanto a Catania quanto a Roma, qualche domanda dovrebbe iniziare a porsela.



Altro che anti politica o populismo. Lo spiega con la consueta grinta Nunzia Catalfo: "Non siamo solo protesta, ma anche proposta di governo. Abbiamo un grande sogno, un grande progetto all'insegna della legalità,, della trasparenza e della coerenza. A chi ci accusa di essere inesperti rispondo: meglio un onesto principiante che un esperto delinquente".


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