L’associazione ambientalista punta il dito contro il Comune di Catania per l’assegnazione di un'area della Plaia che è “non idonea per legge” a un circo con animali. “Ma non è solo una questione di rispetto delle leggi ma soprattutto di civiltà e di rispetto della natura di altri esseri viventi” "Un altro circo con animali selvatici, che dovrebbero stare liberi in natura e non ridotti di fatto in stato di schiavitù a vita, si è installato a Catania in una zona non idonea della Plaia che non ha quegli aspetti previsti dalla normativa vigente in materia di circhi, di urbanistica e di scarichi di liquami e reflui liquidi e solidi (ricordiamo che i circhi sono considerati alla stregua di insediamenti insalubri)”. Lo scrive in una nota il portavoce di Free Green Sicilia, Alfio Lisi ponendo un interrogativo: “ma il sindaco non aveva promesso durante una conferenza alla presenza di associazioni animaliste tenuta al Palazzo degli Elefanti di non concedere autorizzazioni all'insediamento ai circhi con animali e ad emanare un conseguente regolamento nel rispetto legge 18 marzo 1968 n.37, Direttive Europee, convenzione Cites, Regolamento di Polizia veterinaria e sul maltrattamento?”. “Ma di tutto ciò si sarebbero perse le tracce”, osserva l’associazione ambientalista aggiungendo che “i circhi con animali, ridotti in uno stato di schiavitù a vita, non sono solo un problema dal punto di vista igienico e sanitario e della sicurezza dei cittadini”. I circhi “negando lo stato di vita naturale agli animali (spesso in via di estinzione, come elefanti, tigri, leoni, orsi e così via) esotici e non, e imponendo loro esercizi contro natura ( imposti inevitabilmente con metodi coercitivi oltre a detenerli e trasportarli in spazi angusti e invivibili, il tutto al limite del maltrattamento riconosciuto per legge ma che non vieta tale sfruttamento) propongono per questi inconfutabili aspetti spettacoli penosi e diseducativi soprattutto verso i bambini che non consapevoli, e non per loro colpa, delle condizioni degli animali e degli esercizi innaturali che compiono davanti ai loro occhi apprendono come naturali e divertenti tali esibizioni quanto questi sono immorali e antiscientifici”. “Parte delle responsabilità di quanto avviene, proposto come naturale sotto forma di spettacolo ai bambini, è da addebitare non solo ai loro genitori, ma soprattutto alla scuole che non compiono quello che è uno dei loro peculiari compiti ovvero quello di educare gli alunni al conoscenza della vita naturale e selvatica e al rispetto di tutti gli altri esseri viventi che come l'uomo hanno il diritto di poter vivere liberamente ed in natura la loro sacra vita”, conclude Lisi.