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Catania a misura di disabile? Autonomia irraggiungibile

12-11-2016 05:38

Barbara Corbellini

Cronaca, disabili, capo, maresciallo salvo mirarchi, sambuca di sicilia, materiale ferroso, Psr,

Catania a misura di disabile? Autonomia irraggiungibile

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Sudpress ha visitato alcuni luoghi pubblici per verificare quanto siano accessibili ai disabili: ufficio tributi, poste, attività commerciali, bar, marciapiedi, chiese, banche e persino  autobus. Il verdetto finale? L’autonomia per un disabile è quasi un miraggio 



In che modo un disabile a Catania affronta le insidie della città? Qual è il livello di autonomia che può raggiungere? Purtroppo quasi nullo.
Basta fare un giro nei luoghi pubblici più comuni e notare come quasi ovunque ci siano barriere architettoniche non facilmente superabili da una persona che si trova sulla sedia a rotelle. Per questo è indispensabile che il disabile venga accompagnato sempre da una o più persone riducendo in questo modo il raggiungimento di autonomia.  



L’ufficio tributi di Palazzo dei Chierici in piazza Duomo è soltanto il primo di una lunga lista di edifici inaccessibili. L’ufficio Tarsu e l’ufficio Ici sono collocati al secondo piano! A separare il disabile dagli uffici in questione ci sono numerose rampe di scale che non sono dotate di alcun sistema di sedia sali scendi.


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Anche l’accesso alla posta centrale di via Etnea diventa un ostacolo insormontabile. In questo modo  il disabile deve essere aiutato e trasportati da almeno due persone all’interno della posta oppure è costretto a delegare a qualcun altro per portare a termine le sue commissioni.


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Continua il tour delle barriere architettoniche con la Banca Popolare del Mezzogiorno in piazza Borsa a cui si accede dopo aver sceso tre gradini: se il disabile si trova da solo deve sempre sperare che ci sia qualcuno nelle vicinanze ad aiutarlo.


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Oltre alla banca, la posta e l’ufficio tributi, anche l’accesso nelle attività commerciali come negozi o locali non è concepito per facilitare la vita ai disabili. Alcuni negozi sono dotati di scivola per entrare, ma la maggior parte hanno uno o due gradini che per il disabile diventano un ostacolo insormontabile tanto da fargli rinunciare di tentare l’accesso.


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Sui marciapiedi le cose non sono semplici: prima di trovare una scivola che gli consentirebbe di spostarsi da un lato all'altro della strada, il disabile deve percorrere metri  e metri di marciapiede.


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E che dire dei mezzi pubblici?


Dal 2012 al 2015 l’Amt aveva messo a disposizione un servizio di trasporto pubblico per i disabili chiamato Pollicino, ma quest’anno il servizio non esiste più,

l'autobus è stato tolto. 



Abbiamo cercato anche di vedere la situazione non solo dal punto di vista del disabile ma anche da chi lo accompagna, in particolare dagli operatori socio assistenziali.



Ecco la testimonianza di un operatore, che chiameremo con il nome fittizio Mario, che ci ha raccontato la sua giornata di lavoro trascorsa ad accompagnare un disabile per la città: “Se un disabile sulla sedia a rotelle viene accompagnato da qualcuno non è un grande problema superare le barriere architettoniche  - esordisce l’operatore - ma io sono giovane, se ad accompagnare un disabile è una persona più grande o una donna il discorso cambia e un semplice scalino diventa un impresa. Le difficoltà maggiori si trovano per entrare nei locali o in alcune attività commerciali, non tutte sono dotate di scivole. Il basolato stradale poi contribuisce ad usurare le ruote delle sedie a rotelle”.



“È molto difficoltoso per il disabile muoversi a Catania da solo – continua l’operatore -  non è autonomo al cento per cento ma ha sempre bisogno di qualcuno che lo aiuti anche in situazioni che per noi sono banali e scontate. Ogni cosa può diventare una barriera architettonica: gli scalini diventano i nemici numeri uno. In un luogo pubblico come la posta l’accesso non è molto semplice, in alcune poste la scivola c’è, coma d esempio gli uffici postali di Viale Africa, ma in altre no”.



La soluzione per facilitare l’accesso dei disabili non deve limitarsi solo all’inserimento della scivola: bisogna tenere conto anche di una serie di situazioni difficoltose che si vengono acreare, ad esempio il disabile ha sempre bisogno di qualcuno che gli apre la porta. “In alcune poste poi ci sono le cabine cilindriche per entrare e in una situazioni del genere un disabile non può accedere perché bisogna considerare le dimensioni della cabina. Se non riesce ad entrare serve sempre qualcuno che vada a sbrigare le commissioni per lui".



Purtroppo l’autonomia in città sembra essere un traguardo molto lontano per il semplice fatto che Catania non è concepita per agevolare la vita a chi sta sulla sedia a rotelle. Si creano sempre quelle condizioni in cui il dipendere da qualcuno diventa essenziale per superare determinati ostacoli e situazioni.



Un disabile può muoversi in maniera autonoma a Catania? “Assolutamente no! - questa è la risposta secca e senza esitazioni dell’operatore - È sempre dipendente da qualcuno. La  maggior parte dei negozi hanno sempre uno scalino davanti, non hanno scivole, a volte anche due scalini, e diventano un ostacolo di non poco conto. Quando gli scalini sono più di due non ci provo nemmeno a far entrare il disabile in un negozio o in un bar, perché ci vuole almeno un’altra persona per sollevare la carrozzina”.



                                                                                               


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