Agricoltura siciliana al collasso: com’è possibile con circa 2 miliardi e 212 milioni di euro assegnati? Ritardi e lentezze burocratiche nodo della questione. Concetta Raia, deputato regionale della Commissione Esame delle attività dell’Unione Europea: “Riguardo il piano di sviluppo rurale 2014/2020 entro dicembre dovrebbero uscire i bandi. Per il 2018 devono essere utilizzate il 10% delle risorse previste. Il ritardo dei bandi lo ha causato la Gea." La Sicilia è una terra prevalentemente agricola che ha da sempre fondato la propria economia su questo settore, ma oggi qualcosa non va: l’agricoltura rischia il collasso nonostante i fondi europei stanziati per i Psr, i piani di sviluppo rurale che prevedono finanziamenti per l’agricoltura da distribuire tra vari progetti, attraverso bandi. Ma cosa succede? I soldi arrivano e l’agricoltura è sempre in crisi? Cosa si inceppa nel meccanismo? Quesiti leciti cha partono da una situazione più ampia che riguarda l’Italia. L’UE ha speso per l’agricoltura italiana 5,5 miliardi solo nel 2014. In Sicilia sono state assegnate risorse pari a 2 miliardi e 212 milioni e 747 mila euro con un incremento di 27 milioni di euro rispetto al ciclo del 2007-2013. Questo dato fa si che la Sicilia sia la regione d’Italia a cui è stata assegnata la maggiore dotazione finanziaria a livello regionale, ma per l’agricoltura siciliana si parla sempre di collasso. Il problema viene riassunto in due concetti: ritardi burocratici e tempistiche non rispettate sulle uscite dei bandi, per l’assegnazione dei progetti. Tutto questo è costato all’Italia 115, 7 milioni di euro di cui 20,9 vengono dalla Sicilia che si aggiudica il terzo posto dopo Campania e Calabria. Il quadro sui fondi siciliani per l’agricoltura non è molto promettente: l’Ue si riprende 21,5 milioni e altri 180 mila sono a rischio. In tutto questo il Tar ha annullato 320 milioni per le colture bio e ottomila aziende aggiudicatarie potrebbero essere costrette a restituire 180 milioni. Sembra che i soldi non vengano utilizzati nelle tempistiche stabilite dai cicli settennali dei Psr. “Dalle notizie che abbiamo dall’assessorato non ci sono soldi che dovrebbero tornare indietro - così smentisce la Raia riguardo i 21,5 milioni che l’UE si dovrebbe riprendere - questo si vedrà successivamente. Se tutte le imprese hanno certificato i fondi utilizzati, non ci sono problemi. Questa certezza matematica dei 21 milioni di euro non la darei come elemento certo per una semplice ragione: la pianificazione del Psr 2007/2013 è stata definita tutta”. Ad ogni modo una strana paralisi burocratica e una lentezza generale sembra che aleggino attorno ai Psr. La burocrazia impone delle tempistiche troppo lente. Tuttavia, sulla situazione siciliana la Raia assicura che: “I funzionari e i dirigenti stanno lavorando sulla chiusura dell’agenda 2007/2013". Riguardo la programmazione attuale, cioè il piano di sviluppo rurale 2014/2020, entro dicembre dovrebbero uscire tutti i bandi, a detta del Deputato Regionale che comunque conferma un certo ritardo: “Entro il 2018 devono essere spesi circa il 10% dei fondi previsti e il ritardo che si sta purtroppo accumulando è causato dalla Gea, una struttura del ministero attraverso cui avvengono alcuni pagamenti – continua la Raia - La Gea non sta avviando tutta una serie di operazioni e non capiamo il perché di questi ritardi. L’assessorato è quasi pronto però evidentemente non c’è il via libera, ci auguriamo che entro dicembre si sblocchi tutto”. In relazione a questo ritardo la Raia assicura l’impegno di tutta la struttura assessoriale: entro dicembre i bandi partiranno. “Quelli più importanti cioè sull’imprenditoria agricola giovanile e sugli aiuti alle imprese rurali partiranno certamente”. “Le lentezze burocratiche in parte ci sono ma noi abbiamo un crono programma ben preciso che deve essere rispettato perché se questo non accade slitta tutto – conferma Concetta Raia - Ci sono già delle tempistiche ben definite. Certo, se non utilizziamo ad esempio circa il 10% delle risorse, nella rimodulazione che avverrà nel gennaio del 2019, rischiamo il taglio delle risorse per l'agricoltura siciliana. Il rischio c’è ma ancora siamo nei tempi, per ora è solo un’ipotesi”.
Occorrerebbe una maggiore semplificazione dei documenti dei Psr che vanno da 800 a 1600 pagine. Tutto questo rende estremamente lente le procedure, inoltre nel 66% dei casi chi accede a un finanziamento deve aspettare oltre 12 mesi per ottenere il denaro e nel frattempo anticipa le risorse per il proprio progetto agricolo.
C’è anche chi ha dovuto aspettare 4 anni per avere i soldi dovuti a seguito della vincita di un bando per giovani agricoltori.