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Catania, Terme Romane della Rotonda: [[dall'inaugurazione alla desolazione

03-11-2016 03:53

Barbara Corbellini

Inchieste, Cultura&Spettacolo, Regione Sicilia, Cupas, export, maresciallo salvo mirarchi, sambuca di sicilia, marco fichera,

Catania, Terme Romane della Rotonda: [[dall'inaugurazione alla desolazione

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La Regione non rinnova la convenzione con i custodi volontari dell’associazione Etna ‘Ngeniousa. Nemmeno la cerimonia di inaugurazione del nuovo percorso museale è servita a sbloccare la situazione: il sito continua a restare chiuso al pubblico e i custodi volontari inspiegabilmente non possono svolgere l’attività.



Purtroppo le Terme Romane della Rotonda rischiano di diventare il simbolo dell’ennesimo caso di mala gestione dell’arte a Catania, da parte della Regione.
Lo scorso 13 ottobre si era svolta la cerimonia di inaugurazione del nuovo percorso museale delle terme, dopo diverse attività di studio e di scavo. Finalmente si sperava che il sito potesse essere fruito dai cittadini, ma così non è stato. Con l’inaugurazione  del nuovo percorso museale si sono riaccesi i riflettori sulle Terme Romane della Rotonda, ma questo a quanto pare non è servito per sbloccare la situazione di mala gestione a cui il sito sembra essere condannato.



Osservando l'area archeologica dalle sbarre dei cancelli chiusi si può notare quanto il sito sia curato e ben tenuto, pronto per essere aperto  e fruito dalla città. Allora qual è il problema delle terme romane della Rotonda? Perché se è tutto pronto per la fruizione i cancelli restano chiusi?
Il problema è uno solo: non ci sono custodi che possano assicurare il servizio di apertura al pubblico. O meglio i custodi ci sarebbero e per di più volontari, ma la Regione non rinnova la convenzione con il polo museale per continuare ad assicurare il servizio.



Dall'inaugurazione:


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Alla desolazione:


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La Sicilia, da sempre simbolo di arte e cultura, luogo di un immenso patrimonio artistico a culturale sul quale potrebbe puntare interamente la propria economia sembra avere, in maniera inspiegabile, problemi di gestione di questa grande ricchezza.



Sud Press ha intervistato il vice presidente dell’associazione Etna ‘Ngeniusa, Oreste Lo Basso, il quale ha spiegato la complicata situazione dei custodi: “Noi per tre anni, precisamente dalla fine del 2013 all'inizio del 2016, abbiamo prestato un’attività di volontariato presso le terme in collaborazione con il parco archeologico”.



“Davamo supporto per la fruizione e l’apertura delle terme due giorni a settimana, la domenica  e il mercoledì, dalle nove alle tredici – continua il vice presidente dell’associazione Etna ‘Ngeniousa - è un’attività che noi abbiamo portato avanti durante quel periodo con ottimi riscontri da parte del pubblico”.



Oreste Lo Basso spiega come il sito è sempre stato un po’ lasciato in balìa di se stesso e inspiegabilmente non valorizzato abbastanza. “Con la precedente programmazione si erano svolte attività di scavo, ma nonostante questo l'area era rimasta chiusa – continua Lo Basso - così noi dell’associazione avevamo fatto una richiesta di convenzione prima al parco, poi alla Sovrintendenza dei Beni Culturali e infine alla Regione allo scopo di attivare una collaborazione che ci permettesse di entrare e tenere aperto tramite dei volontari”.



Dunque, Catania ha avuto un sito archeologico pronto per essere fruito, dei volontari disposti, tramite convenzione, a svolgere delle attività di supporto per la fruizione del sito a titolo totalmente gratuito. Pertanto, perché le Terme Romane della Rotonda continuano a restare chiuse? Perché i custodi non ci sono?



“Per l’apertura del sito – continua il vice presidente dell’associazione -  non è necessario nemmeno pagare il biglietto, l’ingresso è gratuito biglietto, pertanto era sufficiente garantire la presenza di due volontari, cosa che noi già facevamo, per poter rendere il sito accessibile alla cittadinanza. Sporadicamente, quando era possibile organizzavamo anche qualche evento di valorizzazione come piccoli concerti, visite drammatizzate con delle letture”.



I problemi sembrano essere di carattere burocratico, un ritornello già sentito. Lo Basso racconta che si sono succeduti diversi dirigenti del polo museale e questo ha sicuramente rallentato le procedure di rinnovo della convenzione.
“Dovevamo avere il rinnovo della convenzione come in precedenza, ma la Regione non ce l’ha concesso. La procedura per autorizzare la convenzione funzionava in questa maniera: noi dell’associazione trasmettevamo al parco il resoconto di quello che era successo durante l’anno, il parco a sua volta trasmetteva i dati alla Regione e la convenzione veniva così rinnovata con una semplice comunicazione. Questa volta non è basta una comunicazione ma è stata chiesta una nuova stipula ed  è subentrato un nuovo dirigente che ha messo un pò di vincoli e paletti, e ci ha detto che per noi era meglio andare fuori”.



Per il rinnovo della convenzione non c’è stata alcuna risposta da parte della Regione, ha spiegato Lo Basso. Nel frattempo i volontari dell’associazione, come in altre occasioni, continuarono a prestare servizio perché il rinnovo della convenzione era sempre stato solo una formalità. “Sapendo che la burocrazia ci mette mesi o anni per rispondere avevamo continuato finché, con il penultimo cambio di dirigente, siamo stati invitati ad abbandonare il sito e noi chiaramente siamo andati via – spiega il vice presidente dell’associazione -  Nel frattempo ci sono stati degli scavi nuovi, una nuova fase di studio, in parte svolta quando noi eravamo ancora lì, nel 2015”.



Così arriviamo finalmente a pochi giorni fa, quando sono state inaugurate le Terme, momento in cui i cittadini hanno ben creduto che d’ora in poi potevano essere fruite, e invece si sbagliavano. “Dopo parecchi mesi di blocco totale è cambiata nuovamente la dirigenza – racconta Lo Basso - e questo ha fatto in modo di aprire il sito con l’inaugurazione e mostrare il nuovo percorso di visita al pubblico, ma il problema è rimasto perché, come in precedenza, il sito necessita di qualcuno che si occupi delle attività di apertura tuttora. A breve noi inoltreremo una nota, molte volte la gente ci chiama e chiede a noi perché il sito è chiuso”.



“Da quando noi siamo andati via il sito è sempre stato chiuso – continua il vice presidente - L’apertura momentanea e la visibilità che ha avuto nel corso dell’evento ha fatto si che ora si sia risollevato questo polverone per questo noi stiamo inoltrando un’altra lettera con la speranza che con questa nuova visibilità qualcosa si smuova”.



Un sito pronto, ma senza custodi per problemi burocratici? Perché la Regione non rinnova la convenzione? Non si può dire nemmeno che sia un problema di fondi che mancano per pagare i custodi dato che come facevano già in precedenze svolgerebbero l’attività a titolo gratuito. E allora il problema qual è?
Sorge spontaneo domandarsi quali siano le risposte da parte della Regione. “Dalla Regione non c’è stata nessuna risposta nemmeno sui motivi per cui non è stata rinnovata la convenzione – afferma Lo basso - La convenzione già c’era, l’autorizzazione noi ce l’avevamo firmata nel 2013 perché la Regione autorizzava il parco a stipulare questa convenzione quindi l’autorizzazione alla stipula già era avvenuta e il rinnovo era stato precedentemente  sempre annuale e scaturiva dai risultati di un anno di attività, quindi senza dover ripassare nuovamente dalla Regione”.



Sembra proprio che questo nuovo passaggio obbligatorio alla Regione abbia fatto si che non ci sia stata nessuna risposta che si sia bloccato un pò tutto il meccanismo. L’associazione Etna ‘Ngeniousa lamenta di non avere avuto nessun riscontro da parte della Regione e a questo sembra essersi aggiunto il non interesse da parte di chi in quel momento dirigeva il parco a riattivare questa situazione. “Ora è di nuovo operativa la nuova dirigente Maria Costanza Lentini che sta lavora in questa direzione – dichiara con speranza Lo Basso - Prima c’erano stati diversi avvicendamenti: la vecchia dirigente era andata in pensione, l’avevano sostituita nel giro di un anno con tre dirigenti che si sono alternati e questo ha fatto anche in modo che tutto si bloccasse, ora che è tornata lei speriamo di perorare la causa alla Regione e di sbloccare la situazione”.



A tal proposito l’attuale direttrice del polo museale, la dottoressa Maria Costanza Lentini sostiene che: “Interrompere un servizio come quello che svolgevano i ragazzi dell’associazione è facile, ma riattivarlo è più difficile. La Regione per adesso non da risposte, però io spero che prima di Natale riesco a far aprire il sito, magari non ogni giorno, ma anche tre giorni alla settimana. Spero di riuscirci. La Regione interruppe la convenzione a gennaio 2016 e da allora il sito è stato chiuso fino alla sera in cui l’abbiamo inaugurata. I soldi sono troppo pochi per tenere aperto questo sito e l’anfiteatro romano, non ce la possiamo fare, ma si può trovare una soluzione alternativa e una è proprio quella dei custodi volontari. Io oggi sto lavorando per questo, perché si blocchi tutto".


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