

Semafori di Corso Sicilia e Corso Martiri roccaforte dei "lavavetri". Nella sua relazione al Consiglio comunale il primo cittadino disse di aver intensificato i controlli, ma basta guardarsi intorno per rendersi conto che la realtà è ben diversa e rimane quella di sempre I catanesi “assaliti” dai lavavetri, agli angoli degli incroci di Corso Sicilia e Corso Martiri della Libertà, e in tutto il resto della città, sono ormai stanchi e rassegnati. Ma il sindaco Enzo Bianco, nel suo resoconto di quattro anni di amministrazione, non aveva detto di aver intensificato i controlli proprio in quella che da sempre è considerata la "city" catanese? Nella ipotetica "classifica", semmai ce ne potesse essere una, delle strade da anni condannate alla piaga dell’abusivismo commerciale che non lascia scampo ad automobilisti e pedoni, corso Sicilia e corso Martiri della Libertà occupano sicuramente i primi posti. Se tra borse, scarpe, collane, cappellini e ogni tipo di mercanzia esposti sui marciapiedi della via delle banche, i pedoni sono costretti a compiere veri e propri slalom, agli angoli degli incroci principali gruppi di lavavetri attendono il semaforo rosso per avventarsi sugli automobilisti e imporre loro un servizio non richiesto. Lo "spettacolo" va avanti da troppo tempo ed è quasi impossibile sfuggire all'insistenza di "vu' cumprà" e questuanti in agguato. Gli incroci presi di mira e scelti come "base operativa" nella zona sono: piazza della Repubblica-via Monsignor Ventimiglia; via Monsignor Ventimiglia-corso Martiri della Libertà; via Fischetti-corso Martiri della Liberrtà. Gruppi di due o tre lavavetri si dividono i compiti, definendo un lavoro ben organizzato: c'è chi si occupa di fermare l'auto, chi lava il vetro e c'è anche chi, nel frattempo, ne approfitta per vendere stecche di fazzoletti, accendini, portachiavi e altre chincaglierie. A quel punto l'offerta per il servizio ricevuto, ancorché non domandato, diventa quasi un obbligo morale. Ma la realtà del sindaco Bianco, ancora una volta, è ben diversa. Nella relazione da lui sottoscritta ed esposta il 7 marzo scorso nell'Aula a Palazzo degli Elefanti, con cui ha decantato le “opere buone” compiute in questi quattro anni di amministrazione, si legge anche che è stata "intensificata la vigilanza e la prevenzione contro l’abusivismo commerciale in alcune zone particolari come corso Sicilia". Forse si riferiva a quelle volte in cui pattuglie di vigili, come comunicato da note più o meno ufficiali, avevano effettuato blitz con il fermo di "due lavavetri" o poco più. Ebbene, la situazione, ad oggi, è un mondo completamente diverso da quello presentato dal primo cittadino e non ci è apparso sia cambiato di una virgola rispetto al passato. Oltre corso Sicilia e corso Martiri, un'altra zona particolarmente bersagliata da lavavetri, è quella della villa Bellini, cioè l’incrocio tra via Rocca Romana e via Santa Maddalena. Le scene sono sempre le stesse, quelle a cui siamo stati abituati da tempo. Anche il Viale Mario Rapisardi non è da meno e in questo caso è possibile trovare non solo uomini, ma anche donne che svolgono questa solerte "attività". Vi lasciamo alle immagini che dipingono un quadro ormai noto ma mai abbastanza denunciato, rappresentazione di un "vizio" sempre molto presente e ben radicato sul territorio con cui noi tutti, quotidianamente, siamo costretti a fare i conti senza possibilità di sottrarcene. E allora, stando così le cose, che fine ha fatto la vigilanza intensificata?






