Appena il 5% delle persone arrivate in Sicilia appartengono alle nove etnie indicate dall'UE per il riconoscimento di rifugiato politico: questo il dato rilasciato dalla Commissione Libertà Civili, Giustizia e Affari interni del Parlamento Europeo. In particolare, su 8577 migranti solo 417 sono eritrei o siriani provenienti per lo più da paesi in stato di guerra. Il restante 95% sono migranti per motivi economici. "Le percentuali sono veramente imbarazzanti -afferma l'eurodeputato Salvo Pogliese- l'Europa deve fare di più per il ricollocamento degli immigrati sbarcati in Italia" C'è chi fugge da guerra e disperazione, ma c'è anche chi arriva in Italia solo per motivi economici e si tratta proprio della maggior parte dei migranti. In una situazione di questo tipo Pogliese sostiene la sua posiziona a favore dell'accoglienza verso quelle persone che scappano dalle guerre, ma sottolinea che: "Per tutti gli altri sarebbe opportuno il loro rimpatrio. Ci troviamo in un contesto di crisi economica italiana senza precedenti". "Questi dati sono la dimostrazione  -aggiunge l'eurodeputato - di quanto sostenevamo riguardo il numero di persone che fugge da situazioni estreme: una netta minoranza rispetto a chi invece cerca lavoro".
8577 persone solo 417 appartengono a etnie come siriani ed eritrei e possono essere immediatamente ricollocati. "Sono quei migranti per i quali, lo scorso anno, sono state registrate oltre il 75% di domande di protezione internazionale -afferma Salvatore Pogliese- Appena il 4,86% di anime sbarcate sulle nostre coste appartengono ad una di queste etnie". "In Sicilia abbiamo fatto ciò che l'Europa ci ha sempre chiesto e il 97% dei migranti che arrivano vengono identificati  e protetti -spiega il parlamentare-. L'Europa invece, nonostante gli impegni presi, tarda nella ricollocazione al suo interno delle persone sbarcate in Italia e in Grecia. Ad oggi Dagli ultimi dati pubblicati dalla Commissione europea risulta che mentre dalla Grecia 11.339. Si tratta di 16.340 migranti su 160 mila in base agli impegni assunti dal Consiglio europeo, pari appena al 10%. "Ad ogni modo c'è la necessità di modificare il Regolamento di Dublino 3, il trattato internazionale sul diritto di asilo -afferma Pogliese-  In alcuni punti rappresenta un'anomalia del sistema di accoglienza: si contesta che soltanto lo Stato di primo approdo  abbia il compito di esaminare le domande di asilo politico. Sulla modifica di questo elemento il Parlamento Europeo si sta attivando". Ma cosa sta realmente facendo l'Europa in tutto questo? La vice presidente della commissione Libertà Civili del Parlamento Europeo, , rassicura i catanesi riguardo la gestione dei flussi migratori dipingendo un quadro positivo della situazione. "Chiunque approda in Sicilia viene registrato e identificato -dichiara la Kudrycka- Siamo sorpresi dall'efficienza delle autorità portuali nel gestire in modo eccellente la situazione. La cooperazione tra i vari organi è senza intoppi e l'Italia rappresenta un esempio positivo". https://youtu.be/FbhXG1ZbD8k Sembrerebbe che sia tutto sia sotto controllo ma la realtà è ben diversa. La rappresentante del Parlamento europeo non tarda infatti ad ammettere i problemi. "Certamente ci sono ancora delle criticità nella gestione del fenomeno -afferma la vice presidente delle Libertà Civili- A tal proposito l'UE . Ci rendiamo conto che le autorità locali hanno bisogno di maggiori risorse. Dovremmo concentrarci sul programma di collocamento dei migranti e contrastare la criminalità organizzata che ha le proprie basi in Libia". Insomma, la nostra Terra compie il suo dovere morale ma l'Europa sembrerebbe di no. Di fatto, ogni giorno tra migliaia di migranti sbarcati una piccola minoranza è fuggita da guerre e fame, ma la maggioranza sono in cerca di un lavoro: su chi grava tutto questo? Ancora una volta la nostra Isola è la terra salvatrice di anime che vengono dal mare, ma chi salverà la Sicilia se l'UE non fa la sua parte?   Â
solo il 12% di chi doveva essere ricollocato è stato effettivamente collocato nelle altre nazioni europee".
dall'Italia sono state ricollocate in Europa solamente 5.001 persone,
Barbara Kudrycka
sta cercando di rivedere alcuni punti del Regolamento Dublino 3