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Incontro in Prefettura, la vicenda degli ex lavoratori all'Asp si sposta da Catania alla Regione

09-05-2017 09:46

Gianluca Virgillito

Cronaca, asp, catania, regione, emergenza,

Incontro in Prefettura, la vicenda degli ex lavoratori all'Asp si sposta da Catania alla Regione

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La palla passa alla Regione Siciliana. Un tavolo con le istituzioni isolane sarà convocato a breve per risolvere la grana che da due anni ha messo in strada diversi lavoratori ex dipendenti dell'azienda Sims, di servizio all'Asp 3 del capoluogo etneo. Poi l'arrivo della Sicilia Police, e l'inizio di una crisi ancora irrisolta



Il giorno dopo la protesta degli ex dipendenti di servizio all'Asp 3 di Catania, saliti sul tetto dell'edificio con la minaccia di buttarsi giù, si è svolto in Prefettura un incontro a cui hanno partecipato il vice-prefetto Domenico Fichera e il direttore generale dell'Asp Giuseppe Giammanco che ha aperto la porta a possibili nuovi scenari con l'ingresso in campo della Regione.



"Abbiamo ottenuto quello che volevamo -ammette Matteo Raucci, rappresentante degli stanchi ex lavoratori intervenuto ai microfoni di SudPress-, ossia essere ascoltati alla Regione, per mettere in pratica le disposizioni contrattuali che avrebbero dovuto essere applicate già da tempo".



Ieri, intanto, l'avvocato Gaetano Tafuri che assiste diversi lavoratori, ci ha chiaramente spiegato come non sia ammissibile che la nuova azienda abbia deciso di abbassare sensibilmente il prezzo dei salari in quanto "il bando che è stato espletato allora dall’Asp di Catania conteneva una clausola specifica e obbligatoria che prevedeva che la nuova azienda, subentrante alla vecchia, dovesse salvaguardare i livelli occupazionali alle stesse condizioni". Anzi "questa è da sempre una condizione imprescindibile per poter partecipare a questo tipo di gare. Evidentemente la nuova ditta non ne ha voluto tenere conto. L’Asp avrebbe dovuto vigilare sin da subito e avrebbe dovuto far rispettare le regole e non lavarsene le mani come sta ancora facendo".



Insomma, il gesto estremo di ieri ha mosso le acque e aperto ad un confronto forse più efficace tra le parti. Ma il tempo scorre e le famiglie coinvolte vivono ormai da troppo tempo in una condizione di inaccettabile disagio.


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