L’associazione animalista, specializzata in rifugi sanitari che sono delle realtà di gran lunga più economiche rispetto ai tradizionali canili, vinse un bando nel marzo del 2016 per la realizzazione di un rifugio nella zona industriale di Catania. Inspiegabilmente ad oggi tutto è bloccato e l’Amministrazione non da risposte. Per una maggiore trasparenza il Consigliere Comunale Anastasi dopo aver depositato un’interrogazione sull’emergenza randagismo ha intimato all’Amministrazione di fornire il numero dei cani randagi attualmente ricoverati presso le strutture convenzionate, costi giornalieri, mensili e annui e il numero esatto degli interventi mensili di cattura dei cani in città per gli anni 2014, 2016 e 2016. Alfio Minutola, rappresentante A.N.T.A di Catania: “Avremmo fatto risparmiare 600 mila euro l’anno al Comune. Avevamo tutti i requisiti. Chiediamo risposte chiare al Comune per questo lunga e inspiegabile fase di stallo!” Ancora scarsa chiarezza su randagismo e business dei cani: l’Amministrazione comunale sembrerebbe snobbare proposte di vera efficienza e risparmio. Proprio lo scorso febbraio l’A.N.T.A, associazione nazionale tutela animali segnalava la costosa e obsoleta gestione dei randagi da parte del Comune di Catania. L'A.N.T.A per collaborare al grave problema del randagismo in città, mediante il proprio presidente Nazionale Bruno Mei, aveva partecipato ad un bando comunale alla fine di marzo del 2016, per la realizzazione gratuita di un rifugio sanitario realizzato con una forte riduzione della spesa pubblica, quantificabile sin da subito in oltre il 30%. “Il nostro scopo principale è quello di prelevare i cani, curarli e al massimo entro un mese farli adottare, dovevamo fare questo con il rifugio di Catania- spiega Alfio Minutola, rappresentante A.N.T.A della sezione di Catania- Invece nel canile ci sono anche cani anziani che stazionano nella struttura per molti anni e quotidianamente è un costo mantenere questi cani. Tra l’altro noi siamo stati l’unica associazione che ha superato tutti i requisiti". "Dopo un anno e mezzo -ha raccontato il rappresentante di A.N.T.A. Catania- non abbiamo più avuto alcuna risposa per la realizzazione di questo rifugio che doveva sorgere nella zona industriale. Pertanto chiediamo delle risposte certe e chiare per questo blocco. E non capiamo perché il comune sta in silenzio. Noi abbiamo già altri rifugi come quello che doveva nascere un pò in tutta Italia. La struttura tra l’altro era già esistente, un prefabbricato, con pannelli solari, niente di complicato. Il Comune avrebbe avuto un risparmio anche su questo. Tutto a spese dell’associazione”. L’associazione infatti gestisce i seguenti rifugi: Alba Adriatica ( Abruzzo ), Verona ( Veneto ), Montegranaro, Ancona "gattile" ( Marche ), Tarantio, Cassano delle Murge ( Puglia ); Policoro, ( Basilicata ), Perugia "gattile" ( Umbria). Pertanto degli esempi concreti di questi tipo di rifugi esistono già. L'ANTA avrebbe svolto il servizio ottenendo in cambio la concessione gratuita del terreno destinato alla struttura e la compartecipazione di soli tre euro al giorno per cane da parte del Comune di Catania. Al termine di detta convenzione inoltre la proprietà dell'immobile sarebbe spettata al comune senza vincoli di donazione ne costi! Ciò nonostante l'ANTA non ha ad oggi ricevuto alcun riscontro nonostante la partecipazione ed adesione al suddetto bando con le evidenti condizioni vantaggiose per l'Ente Comunale e la collettività. Questa situazione d'inspiegabile stallo infatti sembrerebbe dovuta, secondo Sebastiano Anastasi, ad un'interpretazione con relativo parere dell'Avvocatura Comunale secondo la quale spetterebbe al Consiglio Comunale, attraverso opportuna deliberazione, decidere circa le caratteristiche del bando in quanto si tratterebbe di concessione e non di gara d'appalto! E ci vuole un anno e mezzo per arrivare a una soluzione? Ci si domanda inoltre come mai nessuna delibera è stata approntata e per quale motivo non si coglie ugualmente un occasione di risparmio per cittadini, randagi e casse comunali.