La vicenda della Super Camera di Commercio del Sud Est con l'accorpamento di Catania, Siracusa e Ragusa si avvia, speriamo, al suo ultimo atto con l'insediamento dei 32 consiglieri camerali giorno 31 luglio prossimo alle 10.30. A convocarli l'assessore alle attività Produttive e vicepresidente della Regione Mariella Lo Bello che, dietro la diffida di un gruppo di loro dopo il via libera della Conferenza Stato Regioni, ha inviato finalmente la tanto attesa lettera. Ne abbiamo parlato con il presidente in pectore della Super Camera Pietro Agen, presidente di Confcommercio Sicilia, che rompe con Sudpress il suo lungo silenzio, su tutto. Le irregolarità e i falsi? "Li dimostrino davanti alla magistratura e in ogni caso i numeri a nostro favore sono abbondantemente oltre quelli utili" VIDEO INTERVISTA Presidente come mai ha deciso di parlare? Prendo atto che l'assessore abbia condiviso la nostra tesi. Voi sapete che nei giorni scorsi un gruppo di consiglieri, a livello personale, abbiamo diffidato l'assessore a convocare il Consiglio camerale, ma solo perché ritenevamo che il 7 luglio fossero scaduti i termini entro i quali il Ministero attraverso la Conferenza Stato regioni aveva titolo ad intervenire. Non avendolo fatto, avevamo motivo di credere che l'iter fosse concluso e che quindi fosse un atto dovuto dell'assessore quello di convocare il Consiglio. Non dimentichiamo che giusto un anno fa il presidente di Catania Riccardo Galimberti e il sottoscritto, ci presentammo in Procura per denunciare il fatto che secondo noi, artatamente, non si voleva convocare il consiglio camerale. E' passato un anno, è successo quello che tutti noi prevedevamo. Si è insediata la dirigenza dell'aeroporto di Comiso, il tutto senza che i legittimi rappresentanti potessero votarlo, ha fatto tutto il commissario, a questo punto la nostra diffida ha sortito l'effetto sull'assessore. L'assessore con saggia prudenza ha effettuato la convocazione perché se prima ci poteva essere un fumus persecutionis a non farlo, adesso ci sarebbe stata la certezza assoluta. Certo nella stessa convocazione c'è una certa ambiguità dove vediamo la frase "salvo che...". In teoria si fa riferimento alla possibilità del ministro di intervenire ma a nostro giudizio non ha il potere di farlo. Perché se è vero che il ministro ha la possibilità di riorganizzare le camere di commercio, ciò non riguarda quelle che si sono già costituite. Come la Camera di Commercio di Catania. Manca l'atto di insediamento ma le deliberazioni sono già avvenute. A parte che ritengo Carlo Calenda una persona intelligente, altrimenti ce la vedremo in tribunale. Giorno 27 luglio ci sarà nuovamente la Conferenza Stato Regioni, lei crede che il Ministro possa portare in quella sede la richiesta di revoca dell'accorpamento che ha avanzato Crocetta? Crocetta non ha avanzato una richiesta di revoca ma ha solo detto di aver avuto pressioni da parlamentari e lo stesso atteggiamento dell'assessore Lo Bello, in alcuni passaggi, è profondamente diverso da quello del presidente. Il quale ha fatto quattro anni di folklore. Escluso le marionette a Palazzo D'Orleans, per il resto ha fatto di tutto. Crocetta può anche andare a protestare nudo per Roma però non c'è una richiesta formale da parte della regione Sicilia per cui ho grande perplessità che il Ministro possa prendere una posizione così come non lo ha fatto nella precedente seduta della Conferenza. Non ci sono motivazioni, questo progetto del Sud Est va avanti da dieci anni. Lo stesso presidente Lo Bello ha ripreso a parlare di Sud Est nella sua ultima intervista, non può quindi morire e rinascere continuamente. Il Patto del Sud Est fu firmato davanti al Presidente della Repubblica. Io quel giorno non andai per protesta perché ritenevo che fosse una farsa perché non avevamo poteri. Adesso che ce li abbiamo qualcuno cambia idea. L'atto che ha convinto tutti è l'ennesima richiesta di rinvio nei due giudizi al Tar sui ricorsi presentati a Catania e a Siracusa. In entrambi i casi la parte che li ha presentati ha chiesto rinvio su rinvio propedeutico a un solo fatto, tenere la spada di Damocle per poter rilasciare interviste ai giornalisti dicendo che avevano fatto ricorso. Ma ne ha fatte talmente tante che il giudice di Catania si è scocciato e lo ha derubricato, c'è l'atto di derubricazione. A parte che se io faccio ricorso, mi batto come un pazzo affinché il giudice mi dia la sentenza velocemente, non chiedo rinvii per cercare di allungare il brodo. E lo stesso è successo a Siracusa. Le vengono contestate irregolarità sul numero degli associati che aumenterebbe il peso della sua "cordata" contro quella di Lo Bello, cosa risponde? Riguardo le irregolarità c'è un procedimento. Davanti al giudice che indaga ognuno spiegherà le sue ragioni con franchezza, nessun procedimento elettorale può essere sospeso per presunte irregolarità altrimenti non si eleggerebbero più consigli provinciali, regionali eccetera. Se dovessero risultare irregolarità che io escludo, salvo poi che possa essere la barzelletta ininfluente dei numeri. Io non escludo che su trentamila nomi schierati a nostro favore non ce ne possano essere sei sbagliati. Il problema che noi diciamo che quei sei non inficiano il risultato elettorale. Lo schieramento attualmente è di 24 a 8 sempre che gli otto ci siano tutti quindi di che stiamo parlando? A Cosenza abbiamo un presidente eletto della Camera di Commercio che è stato ripetutamente fotografato con Lo Bello, e che è stato anche nella giunta nazionale di Unioncamere (Lo Bello ne è il presidente ndr) che ha un procedimento penale aperto nei suoi confronti, lui è anche presidente della Confcommercio, per presunti nominativi non corrispondenti. Allora Cosenza ha applicato la legge mentre la Sicilia ha deciso di fare una sua legge? Quindi alle prossime elezioni regionali, se ci sarà una minima contestazione dei voti noi cittadini avremmo diritto a dire "Non si insedi!". Crocetta è stato eletto anche con i voti di Bruno Marziano poi risultati irregolari, ci sono state nuove elezioni. Anche se non è cambiato poi nulla, Crocetta si è insediato lo stesso. La verità è che qualcuno pretende di applicare norme che non esistono a proprio vantaggio, solo questo. La cosa che mi stupisce è che gli stessi soggetti che alle precedenti elezioni erano alleati con noi non hanno contestato quei dati. Noi davanti ai giudici dimostreremo tutto. Ho letto barzellette sui giornali in cui le aziende partecipate di Catania e della Città Metropolitana non erano soci. Io ho portato i documenti a Enzo Bianco in cui ho dimostrato che non era così e che i due presidenti avevano detto castronerie. Poi uno è finito come è finito e l'altro non ha più parlato altrimenti si sarebbe preso una denuncia. Un nostro avvocato ha anche chiesto il pagamento delle spettanze arretrate, minacciando i pignoramenti. Il sindaco è rimasto stupito, ne ha preso atto e ha voluto lasciati i documenti. Quindi cosa vi aspettate adesso? Finché c'è Crocetta tutto è possibile. Io crederò al rinnovo nel momento in cui le 32 schede saranno nell'urna. Prima di allora starò in serenissima attesa perché non me l'ha ordinato nessuno di fare il presidente e se lo farò sarà per pochissimo tempo perché ho altre ambizioni. Lo sanno tutti. Lo faccio con spirito di servizio solo perché è arrivato il momento di fermare uno strapotere della falsa antimafia. E poiché io mi considero l'antimafia vera ho deciso di metterci la faccia perché per il resto non ne ho nessuna voglia. Lei ultimamente è stato bersaglio di una lettera dei presidenti di cinque sezioni provinciali di Confcommercio (Palermo, Messina, Caltanissetta, Enna e Siracusa) che l'accusavano di aver gestito pro Catania la Confcommercio siciliana, che cosa è successo? Prima di quella ce n'era un'altra di lettera firmata da quattro di loro. Io ho convocato subito una giunta perché sono convinto che se ti contestano qualcosa come presidente hai il dovere prima di tutto di convocare i contestatori e i non contestatori per confrontarsi sui temi di discussione. I contestatori hanno ritenuto di non venire. Successivamente si è aggiunto un quinto che poi ha affermato pubblicamente che i problemi sono stati superati ed erano determinati da questioni di nomine ed ambizioni. Quella lettera non aveva motivo di esistere perché il mio mandato è finito e non posso essere più ricandidato. Quando sono stato eletto per la seconda volta ho giurato ai miei elettori che non avrei sfruttato un cavillo dello statuto per un terzo mandato. Il nostro Statuto dice che per colui che la introduce quella regola non vale. Tutti sapevano che io mi stavo muovendo per trovare un successore perché credo che, se vogliamo andare avanti, chi viene dopo debba essere eletto con il 100% dei voti. Poi se ce ne hai uno o due contro va bene, ma non cinque su nove. In ogni caso noi avremmo avuto la maggioranza in assemblea. Chi ha scritto quella lettera ha avuto un atto di nervosismo. Ho riconvocato la Giunta e stavolta sono venuti tutti. E comunque in assemblea abbiamo la maggioranza. Nessuno comunque ha contestato il bilancio, erano solo tatticismi preelettorali. Al momento di votare ci siamo contati, sette erano e favore e due sono usciti. Sapete già chi sarà il successore? Ancora non abbiamo individuato il nome. Catania però sta a guardare e non sarà un catanese, vale la regola del'alternanza. Oggi secondo noi, visto che esiste sempre questa lotta tra Catania e Palermo, l'ideale è che siano rappresentate due piccole associazioni. Per tutte le altre contestazioni io non ho risposto, in assemblea ho fornito una documentazione dettagliata delle ultime trenta giunte dove dimostrerò che in tutte e trenta le ultime giunte le delibere sono passate all'unanimità. E allora evidentemente i quattro-cinque contestatori o erano usciti o erano disattenti perché se votano tutti all'unanimità senza contrari o sono scemi o non hanno memoria. Qualcuno si dimentica che alcune delle contestazioni mosse erano state delegate dalla Giunta a qualcuno dei firmatari. Qualcuno ad esempio mi rimprovera "i mancati contatti con l'assessorato" ma c'era una delega per questo. Quindi io onestamente, se delego un membro di Giunta non lo scavalco. Hanno scritto che ero incapace, bene, per correttezza si dovrebbero dimettere perché lo hanno detto a se stessi! Il problema è adesso metterli d'accordo perché Catania ha il maggior peso essendo la più grossa in Sicilia in base a quanto si versa. Al momento opportuno quando uscirà il nome diremo "ci piace o non ci piace". Se non ci piacerà gli altri dovranno cercarsi la maggioranza. https://www.youtube.com/watch?v=IOZQqxbNiPo