Una notizia giunta quasi come un fulmine a ciel sereno dopo la nostra intervista della settimana scorsa in cui il presidente dell'associazione dei commercianti più importante, Pietro Agen, aveva parlato di una ricomposizione delle posizioni in giunta, con gli altri presidenti territoriali, a pochi mesi dalle elezioni per il nuovo presidente. "Confermo tutto -risponde a Sudpress- è stata una decisione presa di comune accordo con il presidente etneo Riccardo Galimberti, per correttezza. Lunedì prossimo sarò impegnato, in un modo o nell'altro, con la nascita della Camera di Commercio del Sud Est e l'accorpamento di Catania, Siracusa e Ragusa e a Confcommercio Sicilia sono a fine mandato. Potevo rimanere, avevamo i numeri ma ho scelto così. Al mio posto adesso ci sarà il mio vice Pino Pace fino alla nuova assemblea elettiva, io sono molto sereno, alla fine ci siamo anche abbracciati e baciati" Pietro Agen, raggiunto telefonicamente dal nostro giornale, assicura "Nessun fulmine a ciel sereno mi creda, è una decisione che abbiamo preso già quindici giorni fa, in tutta tranquillità. Non l'ho detto a Sudpress la scorsa settimana perché stavo raccogliendo le carte da portare a Palermo per dimostrare a tutti, in assemblea, che le cose di cui ci hanno accusato con la lettera firmata da cinque presidenti la volta scorsa, erano assolutamente infondate. E infatti, quando ho mostrato i verbali delle Giunte di questi anni in cui avevo avuto l'unanimità su tutte le decisioni prese in Confcommercio tranne una nella quale c'era stato il voto contrario di Enna, nessuno ha avuto il coraggio di parlare. Addirittura c'è chi era assente oggi, proprio per non prendere posizione. I numeri non c'entrano nulla, ce li abbiamo. Su 30, 32 ce ne mancano solo 7, gli altri sono tutti con noi. Si era trattato, come prevedevo, di un atto di tatticismo pre-elettorale per la nuova presidenza. Ognuno naturalmente spinge ma noi no, staremo a guardare e diremo solo dopo se il nome del candidato individuato per il prossimo mandato ci sta bene oppure no. E' necessario che ci sia un accordo tra di loro, scelgano loro e poi aposteriori diciamo se ci sta bene o meno". Al telefono Agen non ha dubbi, così come il presidente di Confcommercio Catania Riccardo Galimberti che aggiunge "la strada è questa, volevamo fermare le polemiche e ci siamo riusciti". "Si aspettavano tutto tranne che mi dimettessi -spiega Agen- forse si aspettavano la battaglia ma ho fatto quello che avrebbe fatto chiunque, ho fatto venire fuori il bluff dei candidati: perchè quando si fa una guerra e tutti dicono "dobbiamo far cadere.." se poi la controparte li spiazza dicendo "sono d'accordo, chi fa il presidente?" vengono fuori le magagne e si è visto che nessuno ha i voti. Solo Catania è in grado di unire 23, 24 membri dell'assemblea, ma devono essere di più per poter governare serenamente.." "Ci vuole un presidente forte -prosegue Agen- che possa avere l'unanimità come fu per me dall'inizio del primo mandato della mia presidenza, dieci anni fa. La mia massima soddisfazione di adesso è che l'incarico di portare avanti la trattativa, in tutta serenità, sia stata affidata a Pino Pace che è la persona più idonea a fare il tentativo di accordo e mediazione sulle nuove candidature. Noi speriamo che escano i nomi di dirigenti giovani che non siano né Catania né Palermo, portiamo avanti uomini nuovi ma io non dirò nulla e non brucerò mai un candidato. Pace gode della massima fiducia di tutti". "Sulle contestazioni che mi hanno fatto -chiarisce il presidente dimissionario- abbiamo risposto punto su punto e non c'è stata mai una smentita nella controreplica, hanno potuto star solo zitti. Gli ho anche portato un dischetto con tutti i documenti. Ci avevano accusato di aver favorito troppo Catania ma abbiamo dimostrato che Catania ha avuto 3 incarichi, Palermo 9, Enna 3 e Siracusa 2, nonostante la nostra sia l'associazione territoriale più forte". Insomma nessun colpo di scena a dire di Pietro Agen, ma a questo punto, salvo accordi, la nuova assemblea elettiva prevista per ottobre potrebbe saltare, considerato che adesso ci sono anche le ferie di mezzo. "Se fanno un'alleanza, per me le elezioni le possiamo fare anche domani mattina", conclude sicuro. E intanto si prepara ad un'altra battaglia, quella di lunedì prossimo, 31 luglio, giorno in cui è previsto l'insediamento del Consiglio della nuova Camera di Commercio del Sud Est. Ma questa è un'altra storia.