Mancano fondi e servizi agli studenti, i ricercatori sono precari e l'università non risponde al mercato del lavoro: questi sono i problemi discussi e gridati a gran voce dai ragazzi di diverse facoltà che si sono  riuniti di fronte alle Ciminiere di Catania per protestare, tentando di far saltare il test d'ingresso che doveva svolgersi questa mattina. Lara Torrisi, portavoce del Coordinamento Universitario Catania e studentessa di Scienze e Lingue per la Comunicazione: "Non ci fermeremo qui, quella di stamattina è stata un'azione volta a sollevare le falle dell'università e colpire il test d'ingresso non è un caso: vogliamo manifestare il nostro disappunto verso una formazione universitaria sempre più aperta a pochi e con mille difficoltà sia economiche che pratiche non risolte!" In conclusione i test si sono svolti regolarmente ed hanno segnato la partecipazione di oltre 1000 candidati. I test di ingresso si dovrebbero svolgere dal 4 al 12 settembre, ma gli studenti sono determinati a protestare contro lo sbarramento, che ogni anno si ripete, e altre problematiche che secondo loro soffocano il sistema universitario. Quello di oggi riguardava i corsi di laurea di Lettere, Filosofia, Scienze della Comunicazione e Lingue. "Secondo noi il test è uno strumento inadeguato che non fa altro che rendere l'università sempre più chiusa -ha spiegatoTorrisi- Un sistema di questo tipo blocca eccessivamente gli accessi ai corsi di studio dando la possibilità di iscriversi a pochissime persone. Possibilità che in realtà non ha gran che di positivo visto che non abbiamo risorse economiche sufficienti".
Il mondo universitario non è affatto facile e più passano gli anni più il malessere degli studenti diventa evidente. "Abbiamo costantemente problemi di finanziamenti perchè quasi nessuno investe sull'università e questo si ripercuote su noi ragazzi che abbiamo sempre meno servizi a disposizione e sui ricercatori ormai sempre più precari -afferma Lara Torrisi- Parliamo di meno borse di studio e posti letto. Non abbiamo laboratori e tante altre strutture". Ma il malcontento maggiore riguarda la mancanza di un collegamento reale tra università e lavoro che crea sempre più giovani laureati, capaci e meritevoli, che però non riescono a trovare spazio in nessuna realtà . Le aziende non assumono se non stagisti per brevi periodi e mettersi in proprio è possibile solo per chi dispone di un enorme capitale o tanta fortuna. "Manca un vero e proprio processo di aziendalizzazione, l'anello mancante tra la formazione e il lavoro -dichiara la portavoce degli studenti- Ci ritroviamo a far parte di un'università che non risponde agli interessi del mercato. L'università di Catania rischia di essere catalogata come università di basso livello e automaticamente non viene concesso alcun tipo di investimento. Ciò porta a differenze tra università di serie A e università di serie B o università del Nord e università del Sud". Si annuncia un' che si svolgerà il alle 16.00 ai Benedettini.  Â
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21 settembre