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Operazione "Km. 0": a Librino piazza di spaccio a ciclo continuo scardinata da Carabinieri e DDA

30-11-2017 11:12

Giuseppe Nibali

Cronaca, librino, maresciallo salvo mirarchi, acqua potabile,

Operazione "Km. 0": a Librino piazza di spaccio a ciclo continuo scardinata da Carabinieri e DDA

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Una piazza di spaccio florida e attiva per 19 ore al giorno, dalle 8,00 alle 2,00 del mattino, con un continuo ricambio di pusher e vedette, a causa dei continui arresti (25 i fermi dall'inizio delle indagine) ma subito sostituiti, nell'arco di appena 10 minuti per poter riprendere la vendita di marijuana e cocaina. Il traffico era riconducibile al pluripregiudicato Rosario Lombardo, “uomo d’onore” di Cosa Nostra e personaggio di spicco della famiglia mafiosa Santapaola già responsabile, sino al momento del suo ultimo arresto, lo scorso luglio, di tutte le piazze di spaccio del clan. Anche lui subito sostituito da Gabriele Strazzeri, fermato oggi



Nell'ambito dell'operazione KM ZERO, i circa 200 militari del Comando Provinciale di Catania, supportati dai reparti specializzati, hanno arrestato 34 persone tra spacciatori, corrieri e vedette che venivano pagati anche 100 euro al giorno. Tra loro anche una donna, e la scoperta di un bambino di appena sei anni, figlio della compagna di uno degli arrestati, coinvolto nella rete di scambio, sfruttandone la giovane età, in caso di intercettazioni da parte delle forze dell'ordine.



Questi i nomi degli arrestati: Ivan Battaglia, classe 1992, in carcere; Giuseppe Brigante, classe 1994, in carcere; S.B., classe 1996, ai domiciliari; Carlo Burrello, classe 1993, già detenuto nel carcere Pagliarelli (PA); Salvatore Celso, classe 1994, ai domiciliari; Cristian Castagna, classe 1995, ai domiciliari; Giovanni Coco, classe 1994, in carcere; Giuseppe D’agata, classe 1994, in carcere; Antonio Di Mauro, classe 1996, ai domiciliari; Concetto Fazio, classe 1975, in carcere; M.G., classe 1996, ai domiciliari; Vito Gardali, classe 1993, in carcere; Danilo Alessandro Giammona, classe 1990, in carcere; Carmelo Giaquinta, classe 1978, ai domiciliari; Fernando Giarratano, classe 1994, già detenuto nel carcere di Noto (SR); Gaetano Lanzanò, classe 1991, in carcere; Daniele Maggiore, classe 1978, già detenuto nel carcere di Piazza Lanza (CT); Antonino Marsengo, classe 1997, ai domiciliari; Giuseppe Marsengo, classe 1988, in carcere; Italo Carmelo Marsengo, classe 1976, in carcere; Lorenzo Marsengo, classe 1994, ai domiciliari; Giuseppe Messina, classe 1997, già detenuto nel carcere di Piazza Lanza (CT); Francesco Meo, classe 1971, in carcere; Carmelo Nicotra, classe 1991, in carcere; Giovanni Palazzolo, classe 1995, in carcere; Giuseppe Pulvirenti, classe 1978, ai domiciliari; Giada Salerno, classe 1996, ai domiciliari; Roberto Savasta, classe 1986, in carcere; Francesco Strano, classe 1997, in carcere; Gioacchino Junior Strano, classe 1995, già detenuto nel carcere di Piazza Lanza (CT); Giacchino Strano, classe 1993, già detenuto nel carcere di San Cataldo (CL); Cristian Strazzeri, classe 1991, in carcere; Gabriele Agatino Strazzeri, classe 1995, in carcere; Salvatore Ternullo, classe 1993, già detenuto nel carcere di Piazza Lanza (CT); Gianluca Torrisi, classe 1996, in carcere; Francesco Zuccaro, classe 1987, in carcere.



L’indagine è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania e condotta dalla Compagnia dei Carabinieri di Fontanarossa, dal gennaio al luglio del 2016, anche grazie alle dichiarazioni di 2 collaboratori di giustizia, Angelo Bombaci e Salvatore Bonanno. La droga veniva smerciata all’interno di un complesso residenziale in Viale Biagio Pecorino nr. 3, proprio a due passi dall'abitazione di Lombardo.



La rapida successione delle cessioni veniva ripetuta fino a 200 volte al giorno, con costi che andavano da un minimo di 5 euro a bustina per la marijuana e 20 per la cocaina. Non conosceva sosta, se non appunto nelle prime ore del mattino, garantendo una costante vendita al dettaglio di stupefacenti.


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Per maggiore sicurezza degli spacciatori, oltre al collaudato impianto di tre vedette presenti nella zona, gli acquirenti dovevano prima contattare uno dei pusher, che successivamente la otteneva da chi gestiva materialmente la droga con l’ausilio di una corda ed una bottiglia, per poi consegnarla a chi la richiedeva.



Molto eterogenea la clientela, tra cui diverse donne di mezza età.


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