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Negato pass per disabili dopo 27 anni: la vergogna di Catania

12-12-2017 21:18

Giuseppe Nibali

asp, Comune di Catania, impianti abbandonati, maresciallo salvo mirarchi, Giuseppe Interdonato, campagna elettorale, PPE,

Negato pass per disabili dopo 27 anni: la vergogna di Catania

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Un paradosso vergognoso, quello che coinvolge l'Asp di Catania e l'Ufficio di Medicina Legale, oltre che il Comune. Dopo 27 anni infatti, è stato negato ad un giovane autistico, Alberto Murabito, invalido al 100 %, il rinnovo del pass per disabili che gli consente, accompagnato, di usufruire delle corsie preferenziali e degli stalli appositi quando è in auto. E quello che è definito dagli organi preposti un "privilegio", viene proibito, senza nemmeno una visita di accertamento, semplicemente perchè in grado di camminare, ma senza alcuna attenzione ai problemi psichici di cui il ragazzo, nelle sue condizioni, soffre GUARDA LA VIDEO INTERVISTA



Un'assurdità in piena regola e certificata. Da luglio infatti, cioè il mese di scadenza del pass per disabili, che ha una durata quinquennale, viene bloccata l'autorizzazione al rinnovo poichè, il "privilegio"dell'autorizzazione a posteggiare nei posti per disabili e muoversi nelle corsie di emergenza e preferenziali, secondo le normative vigenti, verrebbe riservato solo a chi, non vedenti a parte, non sia per nulla in grado di camminare autonomamente.


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Ironico, che una persona a cui sia riconosciuta un'invalidità totale e che per 27 anni ha potuto fruire di una piccola agevolazione per andare in giro in caso di necessità, adesso viene quasi considerato "normale", o senza problemi di sorta. E poco importa se gli accompagnatori sono persone avanti con l'età, come il papà Nunziato, che racconta: "Mio figlio soffre in auto, nel traffico. Quando ha delle crisi e vuole tornare a casa o non stare in macchina, sono costretto a trattenerlo, a rischio di incidenti. Inoltre per raggiungere determinati luoghi, è utile potersi servire dei posti per disabili, perchè anche se Alberto può camminare, in ogni caso non sta bene, e non capisco perchè ci venga negata questa piccola agevolazione senza nemmeno una visita, ma solo affermando che se può camminare non ha diritto al pass".


Le stesse istituzioni latitano, a cominciare dall'assessore al Welfare, Fortunato Parisi, che contattato dall'avvocato Enrico Orsolini, dell'associazione "Autismo Oltre", per tentare di risolvere un problema che non riguarda evidentemente solo Alberto Murabito, pur essendo questo il primo caso accertato, non ha più dato notizie, come dimostra lo scambio di messaggi delle scorse settimane: "Ho chiesto un tavolo tecnico, con Parisi e Giammanco, direttore dell'Asp, senza risposte concrete. Il problema riguarda circa un migliaio di disabili solo a Catania, tutti a rischio adesso, è assurdo davvero che non ci siano risposte"- afferma Orsolini.


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Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, d'altro canto ha dimostrato con una comunicazione, che nulla in questo caso è stato fatto nel modo giusto, perchè se da un lato in base a quanto stabilito dalla legge, possono godere del pass solo coloro che hanno difficoltà a deambulare, dall'altro 


rientrano tra quelli che ne hanno diritto anche i disabili con gravi problemi psichici

, salvo poi valutare caso per caso. Cosa che per Alberto Murabito non è stata fatta, pur essendo attestata la sua disabilità totale.


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Ed egualmente, il Comune di Catania, ha negato l'autorizzazione comunale in assenza del certificato dell'ufficio medico legale dell'Azienda Sanitaria.


Una vicenda veramente incresciosa, che si somma con quanto accaduto mesi fa all'Ars, e le proteste di moltissimi disabili gravissimi, che richiedevano maggiore assistenza all'ex governo regionale Crocetta, e che solo dopo molto tempo sono stati ascoltati, anche grazie all'intervento del giornalista e scrittore Piefrancesco Diliberto, Pif.


Ad oggi, nulla si muove, malgrado la famiglia Murabito agirà certamente per vie legali, qualora nulla accadesse.  Ma è già incredibile che si giunga a questo punto in casi del genere, con totale indifferenza da parte di chi avrebbe come unico compito di vigilare e stabilire cosa è veramente giusto.


 


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