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I sogni culturali (rimasti nei cassetti) del sindaco Bianco e dell'assessore Licandro

11-01-2018 20:45

Franco La Magna

Cronaca, Comune di Catania, cultura, enzo bianco, Orazio Licandro, Santa Marta,


Diamo lettura, a beneficio dei catanesi, del libro dei sogni (e a questo punto, dopo quattro anni e mezzo, ormai infranti),  annunciato nel lontano 2013 e divenuto nel tempo un “cahier des doléances". Il lungo elenco, divenuto boomerang per l'Amministrazione, dal roboante e lapidario titolo: “Investire in cultura per invertire la cultura a Catania”, prevedeva interventi combinati di vari Enti (Comune, Università, Regione, Sovrintendenza, CNR, Accademia delle Belle Arti, privati…). Hai visto mai?



Fumata bianca per Bianco! L’immarcescibile, l’incontenibile, l’inarrestabile sindaco di Catania, Enzo Bianco, ha finalmente dato l’atteso l’annuncio ufficiale della sua ennesima ricandidatura. Hip, hip, hip, urrà! Habemus papam! Che le campane della città suonino a festa per vicoli e piazze e tetti e cortili e nei cuori degli allibiti catanesi scenda finalmente una lattea pace. Egli è qui, novello uomo della provvidenza, per completare lo spettacolare obbrobrio della fontana del martoriato Tondo Gioeni - gioiello da ammannire in piena campagna elettorale, dal costo di appena un milione di euro - e tutto il rosario delle incompiute, a partire da quelle propalate già anni addietro nel libro dei sogni della cosiddetta “Strategia Culturale”, cui presiede l’on. prof. nonché munifico delfino Orazio Licandro, indispensabile assessore ai “Saperi e alla Bellezza condivisa”.



Capitolo primo.



A.1 “In 2 anni intervento strutturale del Castello Ursino”. Diamone atto, con la miracolosa pioggia di finanziamenti dell’Unione Europea (5 milioni di euro), qualcosa è stato fatto. Un fiorellino sbocciato in un pantano. Evviva. Del resto, si sa, il federiciano maniero è ben più importante della miserevole dimora e dell’umile nomea del povero Vincenzo Bellini, il maggior ambasciatore culturale al mondo della città di Catania. Una bazzecola. Meglio dunque puntare tutto su quel… “bel castello marcondirondirodello”.



A.2  “In 5 anni rendere fruibile quale sede di rappresentazioni culturali e artistiche, Il Teatro Antico”, con “moltiplicazione dei flussi turistici nazionali ed internazionali”. Perbacco! Qui siamo alle soglie d’un biblico miracolo. Costo: appena 800 mila euro. Da dove “partirà la nave, partirà, dove arriverà? questo non si sa”. Coinvolti i massimi Enti (Comune, Regione, Parco Archeologico, Sovrintendenza, CNR). Realizzate alcune manifestazioni estive, peraltro in massima parte organizzate dal Teatro Massimo Bellini, il resto è silenzio tombale.  Non si capisce cosa vuol dire “rendere fruibile”. Montare quattro tavole precarie, impianto luci e audio per l’estate e poi smontare tutto? E dove sta la “sede”?  E quali interventi strutturali sono stati realizzati? E l’annunciata moltiplicazione dei flussi turistici? E lo strombazzato accordo Comune-Regione? Se qualcuno ne sa qualcosa, parli ora o  taccia per sempre!  Tiremm innanz



A.3 “In 2 anni procedere alla musealizzazione della Chiesa monumentale di S. Nicolò l’Arena”. Costo: 15.000 euro. Si attende finanziamento europeo. Il Comune non può certo permettersi sprechi (v. la festa di piazza di fine anno, costata 200.000 euro. Un’inezia). Stato attuale della “musealizzazione”: zero. La Chiesa ingloba anche il sacrario delle vittime di guerra,  del tutto abbandonato dal Comune che letteralmente casca a pezzi al punto che “Le guardie nobili ai sacrari di guerra” (Delegazione di Catania), nate con il compito di salvaguardare questi luoghi, hanno dovuto farsi carico della sostituzione dell’intero impianto elettrico. Mancando d’ingresso autonomo il Ministero della Difesa non se ne occupa e men che meno il Comune, che però vi mantiene all’interno personale di custodia. Perfino le lapidi smontate dalle navate per essere trasportate in quell’orrore di monumento ai caduti della litoranea, trasferimento poi (fortunatamente per opposizione delle “Guardie” non avvenuto) non sono più state rimontate. I morti per la patria vanno rispettati. Lasciamoli in pace.



A.4 “In 5 anni riqualificazione dell’Anfiteatro Romano”. Finanziamento europeo. Costo non specificato. I 5 anni sono andati. E la riqualificazione? Probabilmente sarà riqualificata alla stessa maniera  dalla prossima Giunta d’intellettuali greco-romani.



A.5 “In 2 anni istituzione del Museo della Città”. Costo non specificato. Finanziamento europeo. Se qualcuno ne trova traccia lo segnali pure alla nostra redazione.



A.6 “In 4 anni istituzione di una galleria d’Arte Moderna e Contemporanea”. Costo 800 mila euro. Sciocchezze, pinzerlacchere direbbe Totò. Finanziamento? Da dove? Mistero? More solito vari soggetti coinvolti, tra cui i privati. Il sogno d’una notte di mezza estate continua.



A.7 “In 3 anni nuovo modello di gestione dei musei comunali”. Costo non specificato. Idem per finanziamento.  Pregasi visitare Museo Belliniano, Museo Emilio Greco, Chiesa di S. Nicola per appurare “de visu” lo straordinario, efficientissimo, modello gestionale “inventato” dall’Amministrazione Comunale.



A.8 “In un anno istituzione della Cineteca Comunale”. Costo: 10.000 euro. Una vera manna dal cielo. Roba da Hollywood. Da spendere come? Acquistare altri dvd ? Inoltre approntamento di una saletta di proiezione per “cinestudio” e corti a Palazzo della Cultura. Dove? Quando? Toh, l’Amministrazione Comunale scopre il cinema! Però in attesa della saletta meglio lo stand-by. Intanto “nunzio vobis gaudium magnum”, poi “quieta non movere et mota quietare”.



A.9 “In 2 anni trasformazione del Museo Civico Belliniano”. Costo: 100.000 euro. Finanziamento europeo per l’istituzione di un “vero Museo Belliniano, distinto dalla casa di Bellini”. I 2 anni sono abbondantemente trascorsi e il romito Museo Civico Belliniano giace negletto (come più volte denunciato) come ultima, baluginante, meta turistica della città, quando qualcuno dei visitatori si accorge casualmente che a Catania esiste la casa natale di Vincenzo Bellini. Il cosiddetto “vero Museo Belliniano” veleggia tra le brume violacee dei mattini etnei e nella mente sopita dei nostri adorabili amministratori.



A.10 “In un anno istituire bookshop e caffetteria nei principali musei”. Risorse: 40.000 euro Dove? Quando? Le domande si fanno retoriche. Toh, ma guarda. Qualcuno andando in giro per l’Italia e l’Europa si è accorto degli strani commerci alimentari che si consumano all’interno dei musei, ne deve averne informato Sindaco e Assessore in tutt’altre faccende affaccendati. La sconvolgente, rivoluzionaria, innovazione è rimandata a data da destinarsi. E che diamine, chi vuole un caffè vada al bar! Ce ne sono talmente tanti…



Fine della 1 puntata. Alla prossima il seguito degli ormai ammuffiti sogni culturali accuratamente riposti nei cassetti di Palazzo degli Elefanti e del Palazzo della Cultura del sorridente Bianco e dell’accademico Licandro. Una vera e propria joyciana “epifania”.


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