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Perla Jonica: nuovo batti e ribatti tra Ance ("Possibile blocco lavori") e Item ("Nessun rischio i lavori pros

24-01-2018 00:44

Giuseppe Nibali

nexxus energy, isola ecologica Nesima, social network, candidati regionali 2017, francavilla, Catania-francavilla,


Nuovi dubbi sul completamento dei lavori all'ex Perla Jonica, acquistata dalla ITEM, società dello sceicco di Abu Dhabi, Hamed bin Al Hamed per farne un grande albergo della catena Hilton. Secondo l'Ance Catania ed il suo presidente Giuseppe Piana, pare che la possibilità di blocco sia di nuovo dietro l'angolo, a causa della richiesta di concordato preventivo prenotativo da parte di Condotte. ITEM, dal canto suo però smentisce fermamente: "I lavori proseguono e non c'è rischio dal punto di vista finanziario".



"Dopo quanto accaduto negli ultimi quattro anni, con il lungo blocco dei lavori e la ripartenza a fine 2016 e l'affidamento dell'appalto alla Inso Spa del gruppo Condotte, nuove difficoltà si erano presentate ad aprile 2017 a causa di mancati pagamenti alle ditte subappaltatrici.



L'associazione dei costruttori, tramite il presidente Piana, già in passato aveva manifestato grandi perplessità su quanto accadeva a Capomulini. E oggi torna ad insistere sul rischio di nuovo blocco dei lavori con conseguenti inevitabili danni, proponendo una soluzione: "Un plauso va all’amministratore delegato della ditta proprietaria dell’opera, Salvo La Mantia di ITEM, per essere stato parte attiva affinché la società general contractor pagasse le aziende".



"Ma -si spinge Piana- nell’ipotesi di una risoluzione contrattuale con quest’azienda, proponiamo di valutare l’ipotesi di scegliere come general contractor un raggruppamento di imprese catanesi aderenti all’Ance, sotto forma di consorzio. Perché non affidarsi a chi conosce bene il territorio? Perché portare la ricchezza prodotta in Sicilia in altre regioni? La città di Catania e il suo hinterland hanno espresso nell’ultimo secolo tra le migliori professionalità nel settore nazionale delle costruzioni – continua il presidente – possiamo essere noi, meglio di altri, gli attori capaci di realizzare quest’opera dall’impatto così importante".



Ma Salvo la Mantia, ad della società dello sceicco smentisce: "Sulla base di quanto accertato dal nostro ufficio legale -afferma- la INSO pur facendo parte del gruppo Condotte, non c'entra nulla con la questione del concordato preventivo, ha in essere oltre trecento milioni di cantieri dal 2017 ed è operativa. Giusto ieri, da parte del direttore generale di Monte Paschi sono arrivate rassicurazioni dal punto di vista bancario, per cui è tutto in regola".



"Il nostro contratto -prosegue l'amministratore- deve essere avallato dalla banca in questione che ha confermato la tranquillità dell'operazione. Bisogna scindere la questione di Condotte Spa, che ha una problematica nei confronti dello stato italiano da cui vanta circa settecentocinquanta milioni di euro, rispetto a INSO, che ha una sua contabilità, e non è in sofferenza. Non è affatto reale l'ipotesi di risoluzione contrattuale con l'impresa. Non c'è alcun motivo valido per allontanare INSO dal cantiere, che peraltro è attivo, malgrado non ancora a pieno regime. Si attendono in una ventina di giorni i mobili per le suites, le sedie e il resto".



"L'interesse eccessivo dell'Ance è davvero strano -conclude- E' l'appalto più importante del sud Italia, ma è privato, per cui è un pò bizzarro che se ne interessi un'associazione. Tra le altre cose, la restante parte economica, come le forniture, sono gestite direttamente da ITEM, e per la parte edile non ci sono realmente decine e decine di milioni di appalto".



"Abbiamo dubbi sul fatto che i problemi del gruppo Condotte non riguardino anche INSO -ribatte Piana-. In caso di difficoltà credo che le imprese del territorio possano subentrare senza problemi a vantaggio di tutti. Si sono scelti finora due general contractor di rilevanza nazionale, ma in entrambi i casi con notevoli complicazioni. In ogni caso poi questi colossi si servono, con i subappalti, delle piccole imprese del territorio, spremute come limoni e allungando i tempi dei pagamenti. Ma perchè?".



"Io spero non ci siano nuove rogne per INSO, ma la paura c'è. ITEM può scegliere chi vuole, ma in parte sono soldi pubblici -ricorda Piana- e quindi perchè non guardare al territorio, per far crescere economicamente questa parte della Sicilia? Vedremo se effettivamente rispetteranno i tempi di consegna che hanno comunicato recentemente, cioè la fine del 2018. Quando lo hanno fatto in passato, sono stati puntualmente smentiti purtroppo, e anche adesso mi sembra forse troppo ottimistica come previsione".



Dunque un batti e ribatti ormai duraturo tra ITEM e Ance sulla vicenda Hilton Capomulini, che di certo non si concluderà prima della effettiva consegna dell'opera.


 


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