Vittoria fondamentale 1-0 per allontanare, anche se non del tutto, la crisi dopo l’umiliante pomeriggio di Monopoli, con il quale il Catania rischiava di buttare tutta la stagione alle ortiche. Il gol di Curiale, su assist di un Lodi più avanzato e decisivo, basta per rispondere alle vittorie di Lecce e Trapani Molto pessimismo. Questo si respirava ieri pomeriggio allo stadio “Angelo Massimino” prima dell’inizio del derby contro i cugini del Siracusa, allora quarta forza del girone C e grande rivelazione del torneo; d’altronde come dare torto ai tifosi, scettici dopo una delle più cocenti sconfitte della storia rossazzurra, e con notizie infauste che provenivano dagli altri campi, dove sia il Lecce, capolista ormai decisamente favorito per la promozione, e il Trapani avevano facilmente raggiunto i 3 punti, con i siciliani capaci di scavalcare temporaneamente gli etnei. Clima difficile dunque, gara tosta e momento non semplice per Lucarelli, finito sotto una pioggia di critiche dopo gli esperimenti fallimentari delle ultime settimane. Per dare qualche certezza ad una squadra che sembrava aver perso punti di riferimento nelle ultime settimane (e come potrebbe essere altrimenti cambiando sempre interpreti e ruoli degli stessi) il tecnico ex Messina ripropone un più classico 4-3-3, con Barisic e Porcino ad affiancare Ripa in avanti invece di cimentarsi nel ruolo di tornanti a tutta fascia. Vengono riproposti due terzini non spettacolari ma affidabili come Semenzato e Marchese ad affiancare la coppia centrale Aya e Bogdan e come per incanto il Catania recupera la solidità che ne ha fatto, prima dei 7 gol subiti in due giornate, la miglior difesa del torneo. Lucarelli, però, non resiste, deve sperimentare qualcosa, ma stavolta la visione del tecnico è condivisibile, riproponendo Biagianti nel suo vecchio ruolo di mediano davanti la difesa, e proponendo Lodi più avanzato, perdendo il suo contributo in fase di impostazione, ma ritrovandoselo più fresco e più vicino all’area avversaria. La gara non è bella, con un Siracusa abbastanza abbottonato e un Catania volenteroso, ma che fatica a sciogliersi vista la necessità di rispondere alle vittorie delle rivali, e per questo poco accade fino al 45’, quando finalmente Lodi riesce a trovare la giocata che sblocca la catena di destra, produce un cross ciccato da Porcino (il ragazzo si impegna ma non è un ala di ruolo e si vede) e finisce sul piede di Ripa, il quale spara addosso al portiere ospite un vero rigore in movimento, a riprova del suo scarso feeling col “Massimino”. L’occasione finalmente mostra la via ai rossazzurri, che rientrano in campo con ritrovata convinzione e, pur non esprimendo chissà quale bel gioco, prendono controllo della metà campo avversaria. Qui Lucarelli, apparso più lucido rispetto alle precedenti uscite, azzecca i cambi, sostituendo un buon Barisic e un fuori ruolo Porcino con Manneh e Di Grazia, più a loro agio nel tridente offensivo, e, soprattutto, sostituisce uno sconsolato Ripa con Curiale. Passano non più di un paio di minuti e la mossa da i suoi frutti: Lodi, avvicinato alla porta e sgravato di compiti difensivi, trova la giocata da vero numero 10 e mette il neo entrato davanti al portiere ospite, trafitto dal centravanti etneo con una freddezza insolita viste le ultime uscite. Da lì in poi pochissimi (anzi nessuno) i pericoli per il Catania, che anzi se avesse gestito meglio alcune ripartenze avrebbe anche potuto raddoppiare. Tre punti che sembrano una vera e propria oasi del deserto, anche insperati vista la forza dell’avversario e la pressione del momento, e che consentono di preparare con ritrovata fiducia la sfida in trasferta (si fa per dire) contro la Sicula Leonzio, attesa al vecchio “Cibali” fra sette giorni per rifarsi della sconfitta dell’andata. Basterà questa vittoria a far ripartire alla volta del tanto importante secondo posto i rossazzurri?