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Venerdi 22 giugno inaugurazione alla Fondazione Brodbeck

21-06-2018 19:24

Gianluca Collica

Cronaca, depuratori,

Venerdi 22 giugno inaugurazione alla Fondazione Brodbeck

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È lo stesso curatore Gianluca Collica a raccontare come nasce questa importante mostra collettiva in omaggio al grande artista belga Jan Vercrujsse recentemente scomparso e che riempirà d'arte contemporanea di livello internazionale gli spazi di via Gramignani 93 della Fondazione Brodbeck: opening alle 19 di venerdì 22 giugno e sino al 4 novembre "Luoghi dove la poesia è possibile".



Ho conosciuto Jan Vercruysse nel 1997 grazie ad un amico comune, Giovanni Iovane, amicizia che ho subito condiviso con Paolo Brodbeck (grande collezionista di Vercruysse) persone divenute prima di tutto i più cari compagni nel mio percorso tra arte e vita.



Mi sia quindi concesso questa forma molto personale per raccontare una mostra che prende spunto da una risposta di Jan allorché gli chiesi di raccontare dei suoi lavori.



Un omaggio che al contempo è l’occasione per porgergli un arrivederci, vista la recente scomparsa del grande artista belga.



Vercrujsse era scritto a caratteri cubitali sulla sovracopertina del catalogo che, con ossessiva attenzione, avevo realizzato per la sua prima mostra in galleria nel 1997 … fresco di stampa, lo diedi in mano all’artista che, senza fare una piega e senza sfogliarlo, me lo restituì … dopo settimane di lettura e rilettura dei testi all’interno, per la prima volta guardai la sovracopertina con la giusta attenzione.



Mascherando la frustrazione che provavo per quella j galeotta, sparii dalla sua vista… il giorno dopo alle 10 del mattino mi ripresentai in albergo con la sovracopertina corretta, VERCRUYSSE; da lì nacque una intesa che per lunghi anni rimase e rimane alla base della nostra grande amicizia.



Jan era una persona semplice, perché semplicemente pretendeva la perfezione e onestamente io sono tutto meno che perfetto, e forse questo -paradossalmente- è quanto maggiormente mi ha avvicinato a lui. Sopportare la mia imperfezione e forse amarla, probabilmente lo ha aiutato a mostrare quella parte intima di sé nascosta dietro le pochissime parole che scambiava con il mondo.



Le sue telefonate erano uno strazio:



“Ciao” … poi nessuna domanda …“che bella sorpresa, come stai Jan?” … forse è meglio mettere qualche punto di sospensione in più per dare l’idea del tempo di risposta ………………………...…………………………………………….……………………………………………………………………………………………….”bene” … “Anche io qui si lavora duro, caro Jan, e tu?” ……………………………………………………………………………………………………………. ”ho comprato la Giulietta"



“Wowwww grandioso ma se devi venire in Sicilia allora salgo in aereo a Brussel e scendiamo insieme in Alfa” …………………….………………………………………………………………………………………………………………………. percepibile la felicità … “perfetto, ciao”.



Fu il primo di tanti viaggi di una coppia curiosa.



Un uomo coltissimo, posato ermetico, straordinariamente creativo, perfezionista, vigile, geniale quanto intimamente fragile e dal sangue avvelenato dalle sue Gauloises senza filtro e dal vino francese che all’improvviso divenne siciliano… e all’opposto, un tipo per nulla geniale, per nulla colto, per non dire abbastanza ignorante, tutt’altro che creativo, ma con la voglia di sapere, diretto e dal cuore grande quanto immenso era il suo, se trovavi la chiave per aprirlo.



Come nei suoi lavori che sono poi la semplice dimostrazione di quanto sia impossibile spiegare l’arte con qualsiasi ragionamento, oggettivo o soggettivo che sia. Inesorabilmente quel senso di pura emozione che le avvolge, sovrasta il processo logico che le ha generate e in nessun modo si può codificare e spiegare.



Jan mi ha insegnato a vivere il contemporaneo cosciente del limite dell’arte, perfetta nello sfuggire a ogni logica razionalità, e a godere di quel gap incolmabile nel quale la poesia annebbia la coscienza e ci apre alla pura emozione.



I lavori che ho proposto sono di Francesco Lo Savio, Piero Guccione, Urs Lüthi, Günther Förg, Carmelo Nicosia e Christoph Meier. Mondi distanti fra loro, ma accomunati tutti dalla capacità di generare una metrica visiva di grande potenza evocativa.



Arrivederci Jan e grazie.


Gianluca Collica opera nel mondo delle arti visive contemporanee dal 1987 anno in cui apre con il padre Franco Collica la galleria Andrea Cefaly di Catania.Come gallerista dirige dal 1996 al 2000 la galleria Gianluca Collica a Catania. Quindi dal 2000 al 2006 idea e dirige il Centro per l’Arte Contemporanea Palazzo Fichera.Dal 2011 è titolare insieme a Massimo Ligreggi della galleria collicaligreggi sempre a Catania.Ha lavorato con artisti di fama internazionale tra i quali: Carla Accardi, Vincenzo Agnetti, Mario Airò, Afro Basaldella, Louise Bourgeois, Michael Beutler, Michele Canzoneri, Ra di Martino, Diango Hernadez, Piero Guccione, Ceal Floyer, Graham Gussin, Urs lüthi, Christoh Meier, Liliana Moro, Giuseppe Penone, Alfredo Pirri, Franco Sarnari, Hans Schabus, Ettore sottsass, Jan Vercruysse, Luca Vitone, Franz West, Ervin Wurm, Heimo Zobernig.Vanta numerose collaborazioni con musei nazionali e internazionali come ad esempio: LENBACHHAUS di Monaco di Baviera, Stedelijk Museum Amsterdam, Fondazione Bevilacqua la Masa di Venezia, Museo Cantonale di Lugano.Come esperto di politica culturale ha svolto principalmente una attività  finalizzata alla realizzazione di una rete siciliana vocata alla ricerca e sperimentazione contemporanea, che oggi comprende principalmente: la Fondazione Brodbeck di Catania, la Fondazione Oelle di Catania, la Fondazione Radicepura di Giarre, la Fondazione Bufali di Belpasso, la Stanza della Seta di Ficarra.Curatore della Collezione Brodbeck fin dal 1999. Nel 2007 idea e dirige come direttore artistico la Fondazione Brodbeck di Catania.Nel 2017 diviene responsabile artistico della Fondazione Radicepura di Giarre.Vanta numerose collaborazioni con amministrazioni pubbliche e in particolare tra il 1998 e il 2000 opera con il Comune di Catania. Tale collaborazione porta al riutilizzo del Museo Civico Castello Ursino e della Biblioteca Ursino e Recupero come spazi deputati alla realizzazione di grandi mostre. Tra queste meritano particolare attenzione: La mostra antologica di Piero Guccione, la mostra della collezione dello Stedelijk Museum Amsterdam, la mostra dal titolo “Teatro Botanico. La natura dell’arte nel XX secolo”, la mostra “Frammenti” di Ettore Sottsass, la mostra “La Bibbia miniata e altri gioielli della Biblioteca Recupero e Ursino”.

 


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