Al teatro Bellini, si è svolta l’uno febbraio l’inaugurazione delle festività agatine; l’ormai tradizionale concerto in onore di Sant’Agata, la nostra amatissima Santa Patrona. Il programma di quest’anno è stato davvero interessante e prevedeva due composizioni, delle quali una (Passio SactæAgatæ)in prima rappresentazione assoluta. Creazioni queste dei giovani e ormai celebri compositori Joe Schittino e Matteo Musumeci. Va subito detto che la scelta, quest’anno è stata davvero coraggiosa. La dirigenza avrebbe potuto cedere alla tentazione di attuare un programma con titoli classici e altisonanti. Si è invece puntato su due autori contemporanei, di diversa formazione e di differente attitudine musicale, ma che hanno, con le loro cantate mostrato una notevole sinergia. Il concerto ha avuto continuità e il pubblico ha molto apprezzato. Passio SactæAgatæ, di Joe Schittino è un componimento decisamente fuori dagli schemi, ma non per questo meno interessante. Anzi. Il coro narra in latino, le stazioni e dialoghi fra la Santa e Quinziano, basandosi su di un manoscritto conservato nella biblioteca capitolare di Trento. La musica marca sempre la vicenda con un notevole risultato, che va dall’effetto gershwiniano a quello wagneriano, passando per la dodecafonica, creando generando il pathos necessario. La cantata per mezzosoprano, coro e orchestra “Diva Agata”, omaggio alla nostra santa patrona di Matteo Musumeci, è stata già rappresentata nel nostro teatro nel 2017. Come allora, anche in questa occasione, per la voce solista, la scelta è caduta su Jose Maria Lo Monaco, vessillifero di quelle voci catanesi, che tanto lustro stanno dando alla nostra città, nel panorama lirico internazionale. Ed anche in quest’occasione, la Lo Monaco ha dato dimostrazione di quanto la sua voce e il suo gusto interpretativo si prestino a composizioni con tessiture quasi proibitive per un mezzosoprano. La scelta dell’autore, di rivedere la partitura e snellirla, dona alla cantata maggior continuità e freschezza.
La bacchetta di Nino Manuli ha guidato un’orchestra particolarmente ispirata che, se mai dovesse essere necessario, ha dato ancora una volta prova di quanto valore alberghi nel suo organico. Anche se, in occasione della seconda composizione, il volume dell’orchestra ha talvolta sovrastato coro e solista. Ma bene nel complesso. Ottima anche la prova del coro, guidato da Luigi Petrozziello. Quale modo migliore, per partire con i festeggiamenti della nostra Santa Patrona! E quale modo migliore, per avvicinare gli scettici al nostro teatro. Sembra che la “terapia Cultrera” stia cominciando a dare i suoi frutti.
Foto di Giacomo Orlando