Egr. Prof. Beppe Condorelli, lusingato dalla attenzione che ha dedicato alla richiesta che ho rivolto al Presidente Musumeci ed all’assessore Razza - che cita nel Suo articolo “… verrà il giorno” pubblicato il 7 aprile su SudPress - mi consenta (come qualcuno più noto di me ripeteva fino a qualche anno addietro) di approfondire le mie riflessioni sul tema, che sulla scia del Suo titolo comincerei con “ … è passato il giorno”.
Nella lettera trasmessa all’assessorato, che ad oggi non ha ricevuto risposta e che probabilmente non ne riceverà, Lei mi attribuisce di aver chiesto una DATA certa; in realtà, consapevole come Lei che per avere una data bisognerà attendere l’ulteriore evoluzione della situazione sanitaria ed i suggerimenti degli esperti o altrimenti assumersi responsabilità politiche probabilmente esagerate, mi sono limitato a chiedere una STRATEGIA certa.
Strategia di uscita dal lock down che, ad oggi, non riscontro.
Ancora, non ritengo esatto quanto Lei asserisce, che nessuno può dare date certe: la data di cui discutiamo è stata già fissata al 31 maggio, da un membro del comitato tecnico scientifico regionale (salvo ulteriori e non auspicate proroghe), Prof. Bruno Cacopardo (vedi intervista La Repubblica - Regione Sicilia, del 7 aprile 2020).
Sono certo che sarà d’accordo con me che le strategie emergenziali attivate dal Governo Centrale e da quelli locali hanno dato risultati diversi da regione a regione. In particolare, bisogna riconoscere che il rigore introdotto dal Governo locale, accoppiato alla disciplina mostrata dai siciliani, ha consentito di evitare ogni temuta tensione nei punti nevralgici della Sicilia: gli ospedali
E dunque non si può che essere riconoscenti a chi ha preservato il territorio, ma da qualche giorno la media dei nuovi ricoverati in terapia intensiva è diventata negativa, e si attesta in circa 6 al giorno, in media, il numero dei ricoveri (si badi, la Sicilia ha poco meno di 5.000.000 di abitanti).
E sulla base di questi dati numerici sento l’obbligo di chiedere se le misure restrittive finora applicate, che Le ricordo essere ancor più rigorose di quelle adottate dal Governo centrale, abbiano senso e proporzione.
Ho l’impressione, ed il silenzio dell’assessorato lo conferma, che non vi siano strategie indirizzate alla normalizzazione, ma semplicemente il cieco affermare con forza “restoacasa” o meglio “devirestareacasa”.
A mio avviso questo approccio non è più sufficiente, è venuto il momento di approfittare delle esperienze internazionali adattandole ai diversi contesti. Bisogna, come riferito dal Prof. Cacopardo, andare a scovare il virus.
Ed invece ?
Sono certo che non Le sarà sfuggito che le premesse delle ultime tre Ordinanze (n° 13, 14 e 15), quando già i numeri cominciavano a dare ragione alle strategie di puro contenimento fin qui adottate, sono rimaste le stesse: si continua a fare riferimento a “specifiche situazioni di sopravvenuto aggravamento del rischio sanitario”, e ad una Sentenza del T.A.R. della Campania che recita quanto segue "rischio contagio, ormai gravissimo sull'intero territorio regionale,.... nonostante le misure in precedenza adottate, i numeri di contagio sono in continua e forte crescita nella regione"
Le sembrano affermazioni adatte all’attuale contesto della nostra Regione ?
In conclusione, non bisogna smettere di cercare di capire se chi ci guida stia esercitando i propri poteri per indirizzare la crisi, o li stia utilizzando per mascherare l’incapacità di gestire una situazione molto delicata.
Non Le nascondo che temo che le prossime notizie sul fronte economico, accoppiate con le misure eccezionali sulla libertà personale fin qui adottate, già dalla prossima settimana potrebbero sconfinare in diffuse azioni di disobbedienza, se non di contestazioni di massa.
Auguriamoci che la strategia del Governo siciliano cambi, fin che è in tempo, almeno attraverso una comunicazione che espliciti a quale misure stanno pensando per farci intravedere una luce alla fine del tunnel.
Marco Vinci, 53 anni, è commercialista, revisore dei conti e amministratore giudiziario. Alla professione affianca le passioni che coltiva sin da ragazzino: il Teatro, con la realizzazione da oltre un trentennio della rassegna d'arte comica COMICS; la Juventus, per la quale ad ogni partita litiga su FB con il giornalista interista Fabio Tracuzzi; Taormina, dove si ritira appena può e dove pensa da sempre di trasferirsi.