La storia recente del Trigona è molto dolorosa, è tutt’altro che esemplare: negli ultimi due anni l’Ospedale è stato spogliato di gran parte della sua operatività a causa di inqualificabili manovre politiche che lo hanno ridotto a Unità Operativa Semplice.
L’edificio di recente costruzione vanta grandi spazi, quattro sale operatorie e tutto il necessario per avere un pronto soccorso operativo H24.
Ad oggi per decisione dell’ASP, che ha invece favorito (e sovraccaricato) la struttura presente ad Avola, l’operatività è ridotta ai minimi termini: il Pronto soccorso è stato ridotto a un Presidio Ospedaliero di Emergenza aperto dalle 8.00 alle 20.00: attivi restano unicamente i reparti di geriatria, ortopedia, lungodegenza e riabilitazione.
Cardiologia, Chirurgia Generale, Medicina, Pediatria, Ortopedia, Psichiatria e Terapia intensiva per un totale di 126 posti letto sono stati attribuiti al Presidio ospedaliero di Avola: al Trigona ne restano 40 più 4 per la rianimazione.
Ancora più grave è stato il quasi azzeramento del personale medico. Per fare un esempio se si ha bisogno di un cardiologo occorre che questo venga da Avola, il che accade solo due volte alla settimana.
Di respiratori essenziali per combattere il Covid-19 ce ne sono 4, quel che occorre per quattro sale operatorie (rese non operative) e solo una tac resta funzionante.
Partendo da quanto descritto, accogliamo l’appello del Sindaco Corrado Bonfanti che sta provando - e lo fa con grande energia - a fare diventare il presidio ospedaliero di Noto un COVID HOSPITAL.
“Il nostro obiettivo” spiega Bonfanti , “è la realizzazione in tempi brevissimi di un reparto che possa ospitare 40 pazienti con necessità di cure sub intensive, e almeno 4 pazienti intensivi”. Nel frattempo è stata già allestita dalla protezione civile una tenda esterna per il triage (la prima presa in carico del paziente)
Per fare questo occorre però non solo integrare le attrezzature necessarie, ma cosa assai più complessa, reintegrare il personale medico nel minor tempo possibile per assolvere all’emergenza in corso.
A questo proposito è stato attivato un bando ASP per il reclutamento di medici freelance a partita Iva che siano disposti a lavorare con contratti a termine.
Viene spontaneo chiedersi: quali professionisti oggi accetterebbero immediatamente di sottoporsi a queste condizioni contrattuali, per lavorare in situazione di emergenza virale grave?
Nel frattempo anche il “privato” a Noto ha cominciato a muoversi coeso.
Residenti e parzialmente residenti si sono uniti in una cordata, capitanata da Samuele Mazza- siciliano con una importante esperienza internazionale di management e real estate developer - che ha portato in città tanti investitori eccellenti e nuovi residenti.
Tutti insieme hanno generato una raccolta fondi atta a supplire ai costi necessari per attrezzare del necessario l’emergenza medica del Trigona.
Per donare
https://www.gofundme.com/f/raccolta-fondi-per-l039ospedale-trigona-di-noto
Il tema della sanità pubblica siciliana, è un argomento che oggi più che mai merita grande attenzione.
Questa emergenza sanitaria suggerisce - e lo fa in termini drammatici - di rivedere lo status quo fino ad ora rimasto “inossidabile” della gestione sanitaria dell’isola.
Un elemento fondamentale di discussione è l’apertura rapida e sistemica delle cure ai più abbienti nelle strutture pubbliche.
Molti dei turisti che visitano la Sicilia ogni anno, e molti degli “nuovi residenti” in Sicilia posseggono assicurazioni private in grado di supplire i costi di interventi, cure a media o lunga degenza ed esami diagnostici.
Non ci sono ragioni che questi soggetti debbano accedere gratuitamente alla sanità pubblica sovraccaricando di costi insostenibili le strutture sanitarie.
E’ questo il principio per la gestione sostenibile delle strutture del Nord del Paese, oltre naturalmente all’attuazione di organismi di controllo severissimi.
La qualità professionale del personale medico siciliano non è in discussione: i modi dell’ operatività dello stesso invece andrebbero rivisti profondamente e immediatamente.
Specialmente per strutture ospedaliere di località con forte impatto turistico come Noto, che vedono ogni esatte infoltirsi il numero di residenti provenienti da fuori regione e fuori nazione.
Ci auguriamo che la gravissima situazione sanitaria e sociale che stiamo attraversando possa almeno servire a sensibilizzare i funzionari pubblici ma soprattutto ogni cittadino, ad operare una pressione costante affinché terminata l’emergenza si possa riequilibrare una assistenza sanitaria valida allo stesso modo in tutta la Nazione.
Come è ormai evidente di fronte a un virus che non guarda in faccia a nessuno localismi, regionalismi e persino nazionalismi sono atteggiamenti che non ci portano bene.
EMMA AVERNA, padre siciliano, madre milanese, vive tra Noto e Cernobbio. Dopo la laurea conseguita all’Accademia di Brera lavora al FAI Fondo per l’ambiente italiano con un incarico di Fund raising e promozione delle Proprietà . Per 10 anni e direttore delle relazioni esterne e della comunicazione Italia della Bulgari Spa . Dal 2010 al 2015 Capo relazioni esterne e delle Delegazioni della Fondazione Umberto Veronesi. Dal 2015 è Presidente e co -fondatrice della Onlus Mediterraneo Sicilia Europa che si occupa di progetti formativi per minori in difficoltà e povertà estreme in Sicilia e dal 2019 anche in Lombardia.