La vicenda esplosa con la pubblicazione, da parte del quotidiano catanese La Sicilia, dell'ormai famoso audio con cui il dirigente generale dell'assessorato regionale alla salute Mario La Rocca "sprona" i vari primari a fare qualcosa che ancora non si è ben capito, ha aperto scenari imprevedibili, in ogni caso e comunque si risolva, getta una luce sinistra sulla gestione dell'emergenza pandemia da queste parti.
Che troppe cose non vadano è di tutta evidenza, empirica, non occorrono scienziati per darne un giudizio.
Con tutte le attenuanti che si possono e devono riconoscere a chi si trova a governare momenti così complicati, i risultati sono decisamenti lontani dalla sufficienza.
A testimoniarlo, al di là della percezione comune e delle varie inchieste giornalistiche, le centinaia di esperienze negative vissute da chi è stato attaccato dal virus e le migliaia di persone "sequestrate" in quarantena senza assistenza e con ritardi inaccettabili nella certificazione di avvenuta guarigione, con relativo impedimento di attività lavorativa e ricongiungimenti familiari.
Negli ospedali, poi, un macello.
Il tutto nonostante un fiume di denaro arrivato dal governo centrale e l'invenzione di strutture commissariali anti-covid che, lo vedremo, hanno provocato più confusione che soluzioni.
Sorvoliamo, al momento, sulle modalità di reclutamento del personale destinato alla lotta al Covid e sulla loro formazione specifica: i racconti che riceviamo sono inquietanti.
E sorvoliamo, sempre per ora, sul tentativo, disastroso, di "tracciamento" per il quale la regione siciliana si è affidato all'app "Siciliasicura"
Non è noto quanto sia costata questa "operazione" e quali risultati abbia prodotto.
Sorvoliamo: per ora.
Oggi il tema sono i "numeri" e le affermazioni rese dal direttore generale dell'assessorato alla Salute retto da Ruggero Razza, soprattutto quelle successive alla pubblicazione dell'audio.
Il reale significato di quelle della chat, con l'esortazione "dev’essere calato tutto il primo step al 15 novembre", si spera saranno chiarite dagli ispettori ministeriali che con i NAS dei carabinieri dovranno verificare la corrispondenza reale di quanto comunicato al governo centrale con gli effettivi posti disponibili.
I "numeri" sono contenuti nella "scheda di pianificazione" inviata dall'assessorato alla Salute al governo centrale.
Già il sindacato dei medici CIMO aveva effettuato un proprio controllo informale, tramite i suoi iscritti operanti nei singoli nosocomi, denunciando che i posti disponibili fossero in realtà ben inferiori di quelli dichiarati dall'assessorato: non ci risulta sia stato querelato.
Se fosse vero che questi numeri siano stati realmente falsificati, ci troveremmo di fronte ad un caso ingiustificabile di alto tradimento, che non potrebbe non coinvolgere l'intero governo regionale, arrivando, per la prima volta nella storia, a rendere del tutto plausibile il ricorso a quanto previsto dall'art.8 comma 5 del sempre tanto invocato Statuto della Regione Siciliana: "Con decreto motivato del Presidente della Repubblica e con l'osservanza delle forme di cui al secondo e al terzo comma è disposta la rimozione del Presidente della Regione, se eletto a suffragio universale e diretto, che abbia compiuto atti contrari alla
Costituzione o reiterate e gravi violazioni di legge. La rimozione può altresì essere disposta per ragioni di sicurezza nazionale."
E più grave di falsare i dati ufficiali, in piena pandemia e con centinaia di morti a settimana, proprio non si capisce cosa vi possa essere.
Ma torniamo al caso La Rocca ed alle sue dichiarazioni.
Nel tentativo di chiarire le ragioni della sua intemerata, ha successivamente dichiarato all'ANSA: "Pur di non svuotare alcuni reparti, per destinare i posti letto ai pazienti Covid, c'è chi ha scritto nelle cartelle cliniche diagnosi inventate, ne ricordo una che parlava di tubercolosi, ma non era vero".
Ora è molto semplice: il dirigente generale dell'assessorato alla Salute Mario La Rocca deve immediatamente divulgare copia della denuncia depositata presso l'autorità giudiziaria nei confronti dei responsabili di questa cartella clinica falsa, denuncia che non può non aver presentato avendone l'obbligo essendo un pubblico ufficiale.
L'assessorato divulghi anche le copie, con relative date, dei provvedimenti di rimozione di questi primari infedeli che hanno attuato questi comportamenti ostruzionistici.
Tutto il resto sono chiacchiere che in questo momento integrano l'Alto Tradimento!
ADESSO BASTA: LA GENTE MUORE!