Ci sono novità importanti sulla vicenda del Wake Park, il parco per sport acquatici che doveva sorgere in territorio di Acireale e finito coinvolto in una vicenda surreale che è lo specchio di come vanno le cose in Sicilia ed a Catania in particolare.
Gli abbiamo dedicato già ben quattro puntate, inutile ripercorrere la storia: molti dei nostri lettori ormai la conoscono bene e chi vuole può andare a rileggersi le puntate precedenti.
Abbiamo cominciato lo scorso agosto, facendo esplodere un caso che rischiava di rimanere asfissiato tra le scartoffie di una burocrazia che possiamo definire "assurda" sol perché altre definizioni spettano a ben altre autorità che, a tutt'oggi, non sono ancora intervenute a tutela dei principi di correttezza e buona amministrazione.
Poi, ad ottobre, gli abbiamo dedicato una intera puntata del nostro format videolive SudTalk, durante il quale abbiamo mostrato come risulta ridotto il sito dopo la singolare "confisca" da parte del comune di Acireale: immagini raccapriccianti di danni milionari.
Abbiamo anche mostrato le "relazioni" sulla base delle quali si è proceduto a scippare la proprietà del terreno ai legittimi proprietari: incredibile che in uno stato civile possano accadere cose simili.
Abbiamo anche mostrato il decreto del Tribunale di Catania che, su richiesta della stessa Procura che aveva indagato, archivia il procedimento per abusivismo semplicemente perché...non esiste.
Poi ci siamo tornati a novembre, raccontando e pubblicando il video di una seduta del consiglio comunale di Acireale che definire grottesca è, anche in questo caso, eufemistico: basta dire che, pur richiesta da una consigliera, l'amministrazione non ha prodotto in aula il decreto di archiviazione del giudice penale che dichiara inesistenti gli abusi contestati.
In quella sede si chiedeva l'intervento del governo regionale affinché accertasse quanto sta ancora accadendo, ma resta completamente inerte, contribuendo ad aggravare danni che qualcuno dovrà pagare.
In realtà, a dire il vero, un piccolo intervento di un esponente regionale c'è stato, anche se solo per chiarire la sua personale posizione a smentita di alcune spericolate affermazioni fatte dal sindaco Stefano Alì.
L'assessore regionale al Turismo Manlio Messina è infatti intervenuto con una dichiarazione video per chiarire come avesse tentato di ottenere un chiarimento in contraddittorio tra le parti al quale il comune si è sottratto.
E arriviamo ad oggi, l'ultima importante novità...
Si attendeva la pronuncia del CGA, il Consiglio di Giustizia Amministrativa, che doveva pronunciarsi su una decisione di primo grado del TAR Catania che non riusciva a districare la matassa.
E il CGA si è pronunciato con una ordinanza del 17 dicembre.
Ripercorre, in 13 interessanti pagine, l'intricata matassa e decide di tagliare la testa al toro, come suol dirsi, o, in questo caso, al topo: nomina un proprio perito che dovrà rispondere a precise, precisissime domande.
Quindi, stavolta, senza relazioni "surreali" e fotografie "mistificanti", si potrà finalmente capire quanto è accaduto intorno al Cable Park di Acireale.
Il tempo assegnato dai giudici è strettissimo: entro il prossimo 27 gennaio la relazione dovrà essere depositata.
In effetti, ad occhio e noi ci siamo stati, non dovrebbe essere complicato relazionare sulla realtà dei fatti: è tutto distrutto, prova inconfutabile che le "opere" contestate erano anche troppo facimente "amovibili" e quindi per niente abusive!
Si legge nell'ordinanza del CGA:
"Tenuto conto dell’evidente difformità con cui vengono descritte dalle parti processuali le opere realizzate, il Collegio reputa indispensabile, ai fini del decidere, accertare l’esatta consistenza e struttura di tutte le opere realizzate compreso il bacino idrico e le strutture prefabbricate.
In modo particolare con riferimento alla struttura in legno dovrà verificarsi:
-l’esatta dimensione della stessa, la superficie che impegna ed il rapporto tra la superficie impegnata ed il terreno di pertinenza;
-le modalità con le quali è stata realizzata:
-se la struttura è facilmente amovibile."
Game over: i giochetti sono finiti.
La Corte ha anche già deciso di conferire "l’incarico di curare l’accertamento tecnico sopra indicato all’Ufficio del Genio Civile di Palermo, in persona del suo Direttore pro- tempore, con facoltà di delega a Dirigente dello stesso ufficio."
Quindi, le notizie sono più che buone per i proprietari del Cable Park che cominciano a intravedere una luce in fondo al terribile tunnel che li ha precipitati nell'angoscia di rischiare persino le proprie case messe a garanzia dei finanziamenti necessari.
Perché, ricordiamolo, si tratta di gente perbene che per realizzare una cosa bella ed utile per il territorio, ha impiegato propri capitali senza alcun contributo pubblico e ricorrendo a finanziamenti di istituti di credito che hanno creduto al progetto e che adesso devono comunque essere restituiti.
Quindi, si resta in attesa delle conclusioni del Genio Civile e sappiamo che serpeggia più di una preoccupazione dalle parti del Comune di Acireale che, peraltro, nel corso di questo procedimento amministrativo ha adottato una linea difensiva, da parte dell'avvocatura comunale, a dir poco spregiudicata.
Infatti è accaduto che l'Avvocatura del Comune di Acireale, in data 14 dicembre, tre giorni prima dell'udienza pubblica prevista per il 17, deposita una ulteriore "memoria".
Si tratta di un atto inaudito, incommentabile: probabilmente significativo per organi di controllo dell'attività forense.
A firma degli avvocati Giovanni Calabretta ed Agata Senfett, depositano una "memoria" che in realtà non ha alcuna attinenza con il procedimento ed appare piuttosto come un gravissimo tentativo di influenzare in maniera platealmente scorretta la serenità di giudizio del collegio.
I due infatti arrivano a "produrre" il post di uno scambio di battute su Facebook in cui il direttore dei lavori del Cable Park, chiaramente alterato dalla pesantezza di quello che gli sta capitando, pronuncia una frase sconveniente nei confronti della Giustizia Amministrativa.
Si tratta di un evidente sfogo, una ingenua scemenza, questa si, espressa in un momento di concitazione da parte di una persona suo malgrado coinvolta in una vicenda assurda e che si trova stritolato da una pubblica amministrazione che lo sta aggredendo, con i suoi partner, in maniera esagerata e ingiusta: gli stanno rovinando la vita!
Comprensibile che si possa andare sopra le righe, ma cosa c'entra con i contestati abusi edilizi che già il Giudice Penale ha decretato inesistenti?
I due avvocati del comune di Acireale inseriscono questo risibile accaduto a quale scopo?
In cosa contribuirebbe a chiarire i fatti di causa se non mettere in cattiva luce in maniera scorretta una delle parti del procedimento?
Un atto gravissimo, ai limiti della subornazione, che meriterebbe un intervento del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati e chiarisce, al contrario, la spregiudicatezza di alcuni, a partire dalle famose "relazioni", e gli inquietanti contorni di una vicenda che adesso deve assolutamente concludersi.
E nella maniera giusta!