“Quello che si è appena concluso è stato decisamente un annus horribilis e non solo per il comparto aereo. Il nostro scalo, come gli altri, ha subìto gli effetti causati dallo scoppio della pandemia e dalla conseguente contrazione dei voli, soprattutto nel comparto internazionale. Purtroppo, siamo chiamati a fare ancora sforzi importanti e a stringere i denti, confidando nel rallentamento della diffusione del virus e nell’efficacia della campagna vaccinale, e ci auguriamo che, in un futuro non troppo lontano, l’Ue e le compagnie aeree provvedano a elaborare strategie e misure per consentire la ripresa dei voli e dei viaggi”.
A commentare così, lo scorso 16 gennaio, i dati 2020 dello scalo catanese sono il presidente della SAC Sandro Gambuzza e l’amministratore Nico Torrisi.
Un 2020 che ha visto lo scalo catanese perdere il -64% dei passeggeri passando da 10.223.113 a 3.654.457 passeggeri in transito. Situazione ovvia e prevedibile considerando la situazione di emergenza sanitaria mondiale e il blocco degli spostamenti internazionali.
“Siamo chiamati a fare ancora sforzi importanti e a stringere i denti”, commentano Gambuzza e Torrisi.
Chi debba fare sforzi e stringere i denti non è molto chiaro nel comunicato. Quello che sicuramente sappiamo e che non saranno i vertici Sac a farlo, né i loro "consulenti".
A renderlo chiaro sono gli impegni di spesa con cui inizia il 2021 della Sac con il crollo del 64% dei passeggeri.
Mezzo milione di euro solo nella giornata del 14 gennaio 2021 tra consulenze alla “family” in affidamento diretto, l'indennità dell'Amministratore delegato Torrisi e l'ennesimo noleggio di auto aziendale.
Non serve altro commento. Bastano gli articoli già scritti sull’argomento.