Marco Rubino, manager e imprenditore di successo prestato alla politica, è uno di quei sindaci che riesce ad avere un rapporto strettissimo con la sua comunità, alla quale dedica ogni energia, riuscendo ad ottenere risultati che molti si sognano. Leggendaria la sua capacità di ottenere fondi europei grazie a progetti che redige lui stesso e con i quali sta realizzando importanti opere pubbliche che andranno a vantaggio della cittadinanza: asilo, teatro comunale, un nuovo municipio, etc.
È sempre presente, le sue dirette sui social sono ormai un appuntamento fisso e le utilizza per informare i cittadini di qualsiasi aspetto riguardi la vita pubblica.
Insomma, un amministratore pubblico di quelli interessanti da seguire ed è quindi naturale che a lui abbiamo chiesto un parere su quanto sta accadendo intorno all'emergenza rifiuti, anche perché è vice presidente della SRR Catania, la società pubblica che riunisce i comuni della provincia etnea con il compito di gestire questo essenziale e delicato servizio.
Non è la prima volta che interviene sullo scandalo della gestione del sistema rifiuti in Sicilia, richiamando la regione alle proprie responsabilità.
E anche stavolta Rubino non le manda a dire, pur nel suo stile asciutto, estremamente sobrio.
Intanto lamenta la mancanza di programmazione: "Tutti noi sindaci sappiamo esattamente quante tonnellate si producono di rifiuti" e quindi queste continue "emergenze" risultano inspiegabili, a meno che non prenda consistenza il sospetto che siano create ad arte.
"Forse la Regione ha bisogno che scatti l'emergenza per autorizzare l'ampliamento della discarica?"
Domanda inquietante quanto ragionevole, posta da Rubino ed altri sindaci durante l'assemblea che si è svolta a Palazzo degli Elefanti, dove tutti aspettavano il collegamento in video conferenza dell'assessore Baglieri che non si è presentata.
Altro problema da tempo denunciato quello del "pendolarismo degli sporcaccioni": residenti dei comuni dell'hinterland dove il controllo della differenziata è più rigido che caricano in auto la loro immondizia e la riversano a Catania dove sono ancora presenti i cassonetti, i controlli inesistenti e una miriade di discariche abusive dove è semplice praticare lo sport incivile del "lancio del sacchetto".
Anche per questo una soluzione ci sarebbe e non è certo il "porta a porta", che è una pratica che si è rivelata fallimentare e già in fase di abbandono dai maggiori e più avanzati comuni d'Italia.
Il "porta a porta" è quel sistema orribile che prevede che cittadini, comercianti e condomìni lascino la sera i loro rifiuti davanti le abitazioni, secondo una determinata programmazione per tipologia, con il successivo ritiro da parte degli operatori.
Una pratica barbara, esteticamente oscena: la via Etnea, tanto per fare un esempio, la sera diventa una carrellata di sacchi neri davanti ad ogni negozio, se gli si aggiunge la raccapricciante luminaria con le note musicali del "Bellini in Fest" installata in questo periodo, la rappresentazione della bruttezza è fatta!
Il sindaco Rubino racconta di un progetto che sta già sperimentando nel suo comune: le "micro isole ecologiche".
Si tratta di luoghi appartati e non fruibili, presenti in ogni quartiere, che verrebbero adibiti a mini centri di raccolta dove i cittadini residenti in quello stesso quartiere andrebbero a depositare i loro rifiuti in maniera controllata e ordinata, garantendo essi stessi il decoro e l'igiene essendovi direttamente interessati.
Una idea simile, lo abbiamo appreso mentre si lavorava a questo articolo, venne addirittura finanziata intorno al 2010 con fondi europei proprio a Catania città: si realizzarono circa 24 cassonetti interrati a cura dell'allora ATO, l'ente fallimentare che ha preceduto l'altrettanto inefficiente SRR, (basta vedere l'appalto per la raccolta a Catania che ha emanato!).
Non si sa quanto è costata questa "operazione", ma ci pare certo che si è trattato dell'ennesimo spreco e, almeno per quanto ne sappiamo, di questi "cassonetti interrati" non se ne ha notizia: proveremo ad approfondire.
Intanto resta l'emergenza, per l'ennesima volta differita (almeno si spera) di qualche mese con la solita "soluzione emergenziale e tampone" e nel frattempo gli affari privatissimi, spesso con corruzioni publicissime, aumentano vorticosi e noi, nel 2021, stiamo ancora a lanciare i sacchetti dell'immondizia dall'auto quando non direttamente dal balcone, perché non c'è nessuno capace di mettere fine ad un sistema tanto criminale quanto barbaro.
I precedenti articoli e talk dedicati all'eterno "scandalo rifiuti in Sicilia"