Michela Murgia è una delle più lette e apprezzate scrittrici italiane, dotata di un arguto senso critico e da sempre impegnata in battaglie civili in favore dei più deboli.
Da un anno non risparmia giudizi severi all’attuale governo e ai leader politici che ne fanno parte, a cominciare dalla stessa Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Noi le auguriamo di riprendersi presto dai problemi di salute che la riguardano e di continuare a manifestare quel dissenso di cui una democrazia non può e non deve fare a meno.
Questo ancorché, personalmente, spesso non mi ritrovi sulle sue posizioni come, ad esempio, a riguardo del recente video da lei girato, in cui ha stigmatizzato la parata del 2 giugno, ritenuta contraria ai principi della Costituzione italiana, che all’art. 11 ripudia la guerra.
Pertanto, secondo l’intellettuale sarda, non ha senso far sfilare i militari, che andrebbero sostituiti dalle forze più sane e pacifiche del Paese, quali gli artisti, i medici, i giornalisti e, in generale, i cittadini onesti e ligi al dovere.
Addirittura la Murgia ha accostato quella che si svolge ai Fori imperiali alle parate inscenate dai regimi totalitari, desiderosi e orgogliosi di ostentare il proprio potenziale bellico.
Gli amici lettori ricorderanno che in passato abbiamo più volte espresso apprezzamento per la nostra Carta fondamentale, difendendola dai ripetuti tentativi di modificarla.
E, in qualche occasione, ci siamo proprio soffermati sull’importanza dell’art. 11, autentico capolavoro dei padri costituenti e assoluta finezza giuridica, filosofica e letteraria.
Ma non pensiamo che esso sia incompatibile con la rassegna del 2 giugno.
Ricordiamo, innanzitutto, che dopo una lunga interruzione, dovuta a ragioni economiche, la parata è stata ripristinata per volontà del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, la cui storia personale esclude qualsiasi inclinazione totalitaria, avendo combattuto contro i nazifascisti durante la Resistenza.
Inoltre, va sottolineato che per l’anniversario della Repubblica italiana, non vengono mostrate armi, come avviene a Pechino o a Pyongyang, ma persone.
Che rappresentano i quasi diecimila soldati italiani impegnati in operazioni di pace all’estero o di supporto logistico nel territorio nazionale, colpito da calamità.
Ma soprattutto i centottanta militari caduti, dal 1949 ad oggi, per la difesa o il ripristino della pace in varie parti del mondo. A loro devono aggiungersi le forze dell’ordine, composte da Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di finanza, Polizia penitenziaria, Polizia locale, Corpo forestale, che quotidianamente garantiscono la nostra sicurezza, pagando prezzi altissimi a fronte di remunerazioni non sempre adeguate.
I Vigili del Fuoco, che ogni giorno espongono le loro vite a rischi molto elevati, specialmente nei mesi estivi, sempre più flagellati dall’emergenza incendi.
La Croce Rossa, che in Italia e nel mondo compie azioni meritorie di salvataggio di esseri umani.
E da qualche anno ci sono anche autorità civili, come i sindaci, che aprono il corteo ribadendo, con la loro presenza a Roma, il legame istituzionale tra la capitale e i comuni sparsi in tutto il Paese.
Non credo proprio, quindi, che l’annuale parata del 2 giugno esprima una vocazione bellica dell’Italia, né che tradisca lo spirito della nostra Costituzione.
E come me la pensano milioni di Italiani, che hanno presenziato ai Fori imperiali o sono rimasti a casa, collegati tramite la televisione.
Mi ritrovo, invece, totalmente d’accordo col pensiero di Michela Murgia, per quanto riguarda l’aumento considerevole delle spese militari, messo in atto dall’esecutivo, attingendo perfino dal Pnrr.
Mentre altre categorie, che gravitano attorno alla cultura, devono accontentarsi di qualche decina di euro in più al mese.
E taluni settori, inerenti alla tutela del patrimonio artistico e ambientale, non sempre dispongono dei mezzi necessari o sufficienti per adempiere bene il loro compito.
Questo sì che lascia perplessi e non è certamente in linea con la Legge fondamentale del nostro Stato, che all’art. 9 recita:
“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.