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SAC-Aeroporto di Catania, incredibile incendio. Forza Italia, con Tajani e Schifani, "apprezza i vertici SAC".

30-07-2023 06:30

Pierluigi Di Rosa

Cronaca, SAC&CamCom, Focus,

SAC-Aeroporto di Catania, incredibile incendio. Forza Italia, con Tajani e Schifani, "apprezza i vertici SAC". E così Berlusconi ha superato Caligola

Bisogna che chi può e deve intervenga subito, anche per il proprio bene, oltre che per quello di una regione intera.

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Allora, diciamo subito che ormai non si sa più da dove cominciarli i pezzi che trattano dell'aeroporto di Catania e della SAC in generale.

Scrivendone da anni, ci basterebbe dire che si tratta dell'inevitabile conseguenza di metodi di gestione che abbiamo più che ampiamente documentato.

 

Potremmo quindi rinviare i lettori all'elenco che proponiamo ogni volta in calce, e magari questa volta suggerire di cominciare da quelli dedicati alla strana vicenda della nomina dell'accountable manager Marco Franchini, scelto dall'amministratore delegato Nico Torrisi a seguito di una stranissima selezione che nel bando, caso probabilmente unico al mondo, non prevedeva …il titolo di studio.

Questo Franchini, proveniente dagli aeroporti di Puglia da cui venne licenziato e rinviato a giudizio, risultò “gradito” all'ENAC.

 

Un episodio che potrebbe risultare illuminante sulle dinamiche che governano i rapporti di potere all'interno del mondo aeroportuale, un pò come alcune forniture di aviocarburante e roba simile: ma ci torneremo.

 

Come detto all'inizio, ormai c'è da confondersi.

E allora per questa domenica partiamo dalla notizia più esilarante che è riportata con virgolettato da alcune testate.

 

Si è svolto un incontro al vertice di Forza Italia, o comunque di quel che ne resta.

Protagonisti il neo segretario nazionale Antonio Tajani, che poi è anche vice premier e ministro degli esteri, e il presidente della regione siciliana Renato Schifani.

 

Il vice del governo Meloni e l'anziano governatore, probabilmente dopo aver valutato i brillanti risultati di questo quasi anno di governo comune, si sono avventurati in una telefonata degna di un film tra i più famoso di Peter Farrelly.

 

Il resoconto della stampa recita: "Il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e il vice presidente del Consiglio Antonio Tajani, nel corso dell’incontro a Palermo per l’emergenza incendi, hanno sentito al telefono l’amministratore delegato della Sac, la società di gestione dello scalo di Catania, Nico Torrisi.

È stata l’occasione, è stato sottolineato, per “dare un segnale di vicinanza da parte delle Istituzioni e per apprezzare il lavoro svolto sin qui per la gestione dell’emergenza, seguita al rogo che ha distrutto parte dello scalo, e nel rispetto del cronoprogramma che porterà alla riapertura del terminal danneggiato già nei prossimi giorni“.

 

A parte che ci piacerebbe sapere quale brillante idea abbiano partorito i due noti geni della politica in merito agli incendi, visto che questo era il tema dell'incontro, e soprattutto se al Vice-Meloni pare normale che il “Piano antincendio” il governo Schifani lo abbia depositato a metà luglio. Ma queste sono quisquilie per questi scienziati dell'Alta Amministrazione.

 

Il “rispetto del cronoprogramma” poi è un capolavoro del duo farrelyano, che con questa comunicazione hanno dimostrato inequivocabilmente come il loro inventore Silvio Berlusconi, tra i tanti record, sia riuscito anche a superare il mitico imperatore romano Caligola, magari cambiando specie. 

 

Finora il governo Meloni appare a dir poco deficitario nell'affrontare la questione: Salvini nel question time è apparso suonato, Musumeci meglio quando di una cosa non se ne occupa, Tajani è arrivato ora a dare il colpo di grazia.

 

Gli unici che hanno alzato una voce il ministro Urso ed il sottosegretario Bignami, che però evidentemente non hanno gli strumenti per un intervento diretto, che al momento resta in mano al vice premier della Lega Salvini che dovrebbe attivare seriamente l'ENAC ma evidentemente non glielo hanno spiegato.

 

Poi, nel pomeriggio, altra novità di questo fine settimana in cui tutto si muove tranne quelli che si dovrebbero muovere davvero: è arrivato il segnale di esistenza in vita, dopo 14 giorni dal disastro, dal titolare dei poteri di direzione e controllo sulla SAC, compreso il “controllo analogo”, e cioè il commissario straordinario della Camera di Commercio del Sud Est Antonio Belcuore, nominato sempre da Renato Schifani.

 

Nella giornata di ieri Belcuore, il commissario straordinarissimo, non foss'altro per le modalità con cui è stato nominato da Schifani, pare sia riapparso, almeno su Facebook, con un post con cui rivendica il pieno controllo e consapevolezza di quanto accaduto e sta accadendo negli incredibili 14 giorni dall'assurdo incidente.

Anche per lui, notoriamente appartenente al gruppo di amici che, ritrovatosi nella mai troppo defunta Sicilia Futura dell'onorevolissimo Totò Cardinale, tra futuribili giravolte approda a Forza Italia trovando in Schifani l'ultimo alfiere.

 

Ed ecco il post del commissario straordinarissimo:

Sono più interessanti i commenti, ma lo è anche il fatto che Belcuore, in quanto rappresentante pro tempore della proprietà della SAC, assume espressamente la condivisione dell'operato e quindi delle responsabilità della governance della sua controllata. È una cosa buona, quando verrà il momento: più sono meglio è.

 

La realtà è pero ben diversa da quella che tutti questi soggetti, direttamente coinvolti in quanto sta accadendo, vorrebbero far passare con comunicati e dichiarazioni direttamente da Marte, tra chi sostiene che va tutto bene e chi azzarda che tutto bene andrà. 

Aspettiamo, e per fortuna non dobbiamo partire con l'aereo.

 

Basta dare una scorsa alle migliaia di video pubblicati da passeggeri di tutte le nazionalità per rendersi conto della realtà.

 

Due però sono i servizi giornalistici degni di essere ripresi.

 

Il primo è di Carmelo Caruso su Il Foglio, un articolo da incorniciare sin dal suo titolo: Il cielo nero di Catania", e che da solo vale l'abbonamento per leggerlo. Fidatevi.

 

Scrive Caruso, tra le tantissime cose di un reportage davvero gustoso e lucidissimo: “L'incendio di Catania basta piegarlo e prende un significato, politico, nazionale. La destra di governo è quella che ha amministrato la Sicilia. Amministrato?”

 

In quell'interrogativo c'è tutta una storia infame che prima o poi dovrà trovare giustizia, si spera prima che susciti la vendetta di una furia popolare, che sta montando sempre meno contenibile ad ogni provocazione di una casta di politicanti che così assurda non si era mai vista.

 

Poi c'è una piacevole sorpresa, il servizio realizzato da una bravissima Eva Spampinato per l'edizione delle 14 del TG di Telecolor e che la stessa giornalista ha pubblicato su Instagram moltiplicandone la condivisione pubblica.

Un vero e proprio documento di prova, con cui ogni altro tentativo di mistificare questa assurda vicenda non dovrebbe più avere alcuno spazio.

Non c'è niente da aggiungere, così com'è andrebbe depositato al prossimo consiglio dei ministri e la premier Meloni, tra un viaggio all'estero e l'altro, dovrebbe chiedere spiegazioni ai suoi due vice premier Salvini e Tajani per quello che stanno combinando, sperando magari di non dover subire “spiegazioni” tipo quelle del ministro Santanché.

 

In ogni caso confidiamo sia acquisito a piazza Verga.

 

Perché la verità, l'unica verità, è che non ha funzionato niente. 

Niente di niente.

E se non c'è stata una strage è solo per un caso.

 

Una sintesi la dà Tuccio D'urso, già dirigente generale della regione, in uno scambio, sempre sui social, con il vice presidente della SAC Marco Romano, più noto come #solocosebelle".

Alla difesa d'ufficio di Romano, D'Urso, dopo un botta e risposta, ribatte: “L”aereo stazione non è a norma. Se no non si sarebbe incendiata!"

Romano non ha più replicato.

 

La verità è che da 14 giorni, e chissà per quanto altro tempo ancora, l'intera Sicilia è piombata nel caos ed i danni da risarcire saranno enormi, mentre quelli all'immagine incalcolabili.

 

La verità è che si dovrà assolutamente chiarire per quale motivo il vertice ENAC, che probabilmente andrebbe commissariato per primo, non ha esercitato i suoi doveri assumendo direttamente il controllo della situazione, ed il governo centrale dovrà convincere le autorità internazionali che non è questo il modo con cui in Italia si gestiscono gli aeroporti.

 

La verità è che adesso si ha bisogno di verità e di liberare l'isola da questa massa di incapaci e dei loro danti causa e difensori da strapazzo più incapaci di loro.

 

Hanno, tutti, già fatto troppi danni.

Bisogna che chi può e deve lo faccia subito, anche per il proprio bene, oltre che per quello di una regione intera.


Leggi anche:  





















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"SAC Aeroporto di Catania, negato accesso agli atti: Ma non era tutto trasparente?"

 

Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza." 

 

E noi ridiamo!











































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