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Intervista al prof. Marcello Migliore, Ordinario di Chirurgia Toracica di UNICT che pubblica importante ricerc

31-01-2024 06:30

di Pierluigi Di Rosa con Elisa Petrillo

Cronaca, Università, Focus, Sanità,

Intervista al prof. Marcello Migliore, Ordinario di Chirurgia Toracica di UNICT che pubblica importante ricerca ma deve operare...in Arabia

Comunque un grande successo di UNICT e Policlinico di Catania

Delle surreali vicende del Prof. Marcello Migliore ci siamo occupati in passato e probabilmente torneremo presto ad occuparcene perché sono ancora più interessanti di quello che immaginavamo.

 

Ma oggi lasciamo perdere inchieste e polemiche e proviamo a concentrarci su una notizia che dovrebbe sgombrare il campo ad anni di incomprensioni più o meno pelose e che magari un giorno qualcuno spiegherà. 

 

A dare la notizia di cui ci vogliamo occupare la celebra a tutta pagina l'organo di stampa ufficiale dell'Università di Catania, presso cui il prof. Marcello Migliore afferisce quale Ordinario titolare della Cattedra di Chirurgia Toracica:

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La notizia è dello scorso agosto ed è giustamente celebrata con orgoglio dall'Università di Catania che nel 2011 ha autorizzato e sostenuto, con la firma del Direttore Sanitario Antonino Lazzara, la complessa ricerca chirurgica portata avanti dal suo Ordinario Marcello Migliore e che adesso viene consacrata nella letteratura scientifica per la efficacia comprovata della sua metodologia innovativa. 

 

Nell'articolo di UNICT si legge: "Un nuovo trattamento multi-specialistico per combattere il mesotelioma

Dopo dieci di anni di ricerche e di presentazioni preliminari a numerosi congressi nazionali e internazionali, lo studio – dal titolo Comparison of video-assisted pleurectomy/decortication surgery plus hyperthermic intrathoracic chemotherapy with VATS talc pleurodesis for the treatment of malignant pleural mesothelioma: A pilot study – è stato pubblicato sulla rivista scientifica Cell Press.

Nato nel 2012 da una collaborazione tra il Dipartimento di Chirurgia generale e specialità medico-chirurgiche dell'Università di Catania, l’Azienda ospedaliero-universitaria Policlinico “Rodolico-San Marco” e il Policlinico Morgagni di Catania, lo studio riguarda un argomento di grande importanza sociale in quanto affligge soprattutto lavoratori, e le loro famiglie, entrati in contatto con l'amianto. Basti pensare alle aree siciliane di Priolo, Milazzo, Gela e Biancavilla in cui si registra una particolare incidenza della malattia altamente letale che, inoltre, ha un lungo periodo di latenza.

Lo studio finanziato in parte con fondi FIR è stato effettuato in collaborazione tra varie specialità con capofila la Chirurgia toracica universitaria diretta dal prof. Marcello Migliore, ideatore della ricerca e primo firmatario dello studio a cui hanno collaborato anche i docenti Maria Fiore, Corrado Spatola, Riccardo Polosa, Paolo Vigneri, Francesco Basile e Margherita Ferrante dell’Università di Catania, Tommaso Filippini dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Rosario Tumino dell’Asp di Ragusa, Mara Sabbioni dell’Italian National Asbestos Organization, Marco Nardini del St. James University Hospital di Leeds e Sergio Castorina del Policlinico Morgagni di Catania."

 

E ancora: "«Il nuovo trattamento previsto dalla ricerca è stato particolarmente apprezzato all'estero ed è stato recentemente riportato sulla rivista Thorax dove un gruppo inglese di Leicester ha chiesto di poter inserire questa procedura nelle linee guida per il trattamento del mesotelioma – spiega il prof. Marcello Migliore -. Rispetto agli interventi tradizionali si interviene in chirurgia mini-invasiva con mini-toracotomia e all'intervento chirurgico demolitivo si aggiunge anche la chemio ipertermia intraoperatoria. È chiaro che il solo intervento chirurgico non è risolutore, ma occorre il trattamento multi-specialistico di oncologi e radioterapisti associato per garantire la lunga sopravvivenza dimostrata nello studio di ben 45 mesi per il mesotelioma epitelioide». 

«Questi risultati ottenuti con la dedizione, anche di tutto il personale infermieristico di reparto e di sala operatoria, pone l’Università di Catania e il Policlinico catanese ai vertici mondiali per questo tipo di tumore – aggiunge l’esperto in chirurgia toracica -. Risulta evidente per gli scettici che non si tratta di false speranze di sopravvivenza, ma di vere speranze che fanno vedere un po' di luce a chi si trova purtroppo in un tunnel». 

Il prof. Migliore adesso, in accordo con l'Università di Catania, sta lavorando in un prestigioso ospedale all'estero dove si sta creando un centro di studio e trattamento ad hoc per i tumori avanzati del torace e, nei giorni scorsi, per la particolare attenzione a difesa dei pazienti e della professione, è stato selezionato dalla commissione nazionale per il Premio Fair Play For Life

Nel corso della cerimonia - nel Salone d'onore del Coni a Roma alla presenza del ministro dello Sport, Andrea Abodi - il docente catanese è stato premiato per gli studi innovativi sul mesotelioma e per la difesa dei principi etici della professione medica."

 

La foto si riferisce proprio al momento della celebrazione:

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Avremmo voluto parlanse subito con il prof. Migliore, ma non è stato possibile perché, esattamente come quando ce ne occupammo a suo tempo, a Catania, nonostante sia titolare di cattedra e nonostante questi risultati riconosciuti a livello internazionale e pubblicati da più riviste scientifiche, non trova il modo di operare e quindi attualmente lavora…in Arabia.

 

Appena abbiamo saputo che si trovava a Catania per motivi familiari gli abbiamo chiesto di spiegarci i risultati finali di questa importantissima ricerca, che è ormai accertato contribuisce a rinviare l'esito mortale di una malattia terribile ed incurabile come il mesotelioma, peraltro malattia purtroppo tipica di alcuni comuni della provincia di Catania.

 

Viene anche chiarita nell'intervista l'importanza della ricerca in campo chirurgico, che ovviamente deve sperimentare procedure che per definizione non possono trovarsi nei libri della letteratura medica: se no che ricerca sarebbe?

 

Risibili quindi le contestazioni mosse da alcuni ambienti, probabilmente per obiettivi diversi e che rientrano tra le risposte che qualcuno dovrà dare.

 

Intanto ci siamo fatti spiegare dal professore Migliore di che si tratta:

Quindi con questa tecnica aumenta la sopravvivenza dei malati di mesotelioma e se ne migliora la qualità della vita.

Un risultato che viene adesso ascritto come un successo del nostro ateneo e del nostro Policlinico, e non è cosa da poco.

 

Nel frattempo il professore Migliore, dopo l'intervista ha terminato le sue vacanze ed è tornato ad operare: a Riyad, in Arabia…


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