Cominciamo ad occuparci delle prossime elezioni, che oltre che europee saranno anche comunali.
Anche perché non si sta capendo più niente e limiti pare non ce ne siano più.
L'ultima notizia che circolava da qualche tempo riguarda il comune di Zafferana, che andrà al voto il prossimo 8 e 9 giugno.
In effetti la voce era talmente esagerata che si stentava a crederci, ed invece sono usciti santini e proclami sui social: l'ex sindaco Alfio Vincenzo Russo si ricandida, capitanando una lista civica pare in accordo con un altro campione della politica locale: quell'Alfio Barbagallo, detto “codino”, passato alla storia per il discorso de “il piccolo uomo in un grande laghetto”.
L'incredibile intervento venne ripreso da gran parte della stampa nazionale, un esempio indimenticabile di classe politica siciliana, non c'è dubbio.
In una precedente campagna elettorale i due, Russo e Barbagallo, si trovarono contrapposti, elezioni che raccontammo come “incendiarie”, tanto che allo stesso Barbagallo prese fuoco l'auto e poi non si potè neanche candidare perché le firme raccolte non risultarono regolari e Russo rimase l'unico candidato in gara.
Nel video sopra, nel commentare il ritiro di Barbagallo, Russo lo attribuì a “mancanza di preparazione politica e culturale” del suo competitor, cioè proprio quello stesso Barbagallo, detto “codino”, che adesso sarebbe il suo alleato e candidato vice sindaco: vabbè.
Ma torniamo al candidato sindaco, appunto, Alfio Vincenzo Russo.
Ai lettori di Sudpress è noto perché ce ne siamo occupati tra il 2013 ed il 2014, quando era sindaco e venne beccato in compagnia di malavitosi di calibro: gli articoli sono in calce.
Si trattava dell'inchiesta “Padrini 3”, con al centro incontri inquietanti dell'allora sindaco Alfio Vincenzo Russo intercettato e fermato dagli investigatori con personaggi di vertice dei "Cavadduzzu", il "Cagnolazzo" di Salemi e il pregiudicato di Biancavilla.
Nell'intervista rilasciata all'epoca, quella del video riproposto sopra, diede spiegazioni quantomeno surreali e ci chiedevamo: “Possibile che la Prefettura di Catania ritenga normali simili frequentazioni di un Ufficiale di Governo?”
Non avemmo risposta, ma nel frattempo di cose ne sono accadute altre.
Infatti è proprio per fatti commessi nel corso dell'esercizio delle sue funzioni di sindaco, tra il 2017 ed il 2019, ed è questa la notizia, Alfio Vincenzo Russo è stato rinviato a giudizio e si trova attualmente a processo con accuse pesantissime e particolarmente circostanziate.
L'ex sindaco Alfio Russo è attualmente a processo a seguito di una corposa indagine condotta dagli investigatori della Guardia di Finanza che ne hanno riassunto gli esiti principali in una relazione conclusiva di ben 130 pagine e suddivisa in 8 capitoli.
Le ipotesi di reato sono diverse ed anche molte delle condotte ritenute non rilevanti sotto il profilo penale, risultano certamente di pubblico interesse in quanto commesse da un pubblico ufficiale che per di più intende ricandidarsi alla stessa carica si sindaco già ricoperta e nel corso della quale è accusato di aver commesso quello per cui è finito a processo.
Al momento lasciamo perdere le 130 pagine perché diventerebbe dispersivo e non sappiamo se sugli altri fatti sono in corso altri approfondimenti, su attività di spettacolo, pratiche edilizie ed altri affari che sono descritti nell'informativa della Guardia di Finanza.
Descriviamo solo le imputazioni che hanno già superato il vaglio di un giudice e per le quali l'ex sindaco e probabile candidato Alfio Vincenzo Russo è adesso a processo: si tratta di corruzione per due specifici casi e per l'emissione di fatture per operazioni inesistenti.
In particolare:
“Per il delitto di cui agli artt. 81 cpv. e 319 c.p. perché, con più condotte esecutive del medesimo disegno criminoso ed in tempi diversi, in qualità di sindaco del Comune di Zafferana Etnea, compiva atti contrari ai doveri di ufficio di Sindaco, segnatamente riceveva la somma di € 13.000,00 da Spampinato Giuseppe (€. 8.000,00per l'anno 2017 ed € 5.000,00per Vanno 2018) quale corrispettivo per ottenere, in via preferenziale rispetto ad altri commercianti, l'autorizzazione ad occupare spazi espositivi e di vendita nel corso dell'ottobrata zafferanese, edizioni 2017 e 2018”.
E “per il delitto di cui all'art. 8 del D.Lgs.74/2000 perché, al fine di consentire al dott. Caccamo Salvatore, titolare dello studio medico generico sito in Catania, via Aosta n.5, l'evasione delle imposte sui redditi, emetteva la fattura per operazioni inesistenti di importo pari ad € 3.000,00, con assegno bancario n. 85918509 del 27.02.2019 tratto su c/e della Banca Mediolanum.”
Le 130 pagine dell'informativa su cui si basa questo processo le stiamo ancora leggendo, ma di certo si profila un'altra tornata elettorale interessante a Zafferana.
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