IL BENE COMUNE
Mi sono chiesto spesso cosa debba intendersi per “bene comune”: so di sicuro cosa intendano moltissimi politici di tutte le razze per i quali il bene è quello comune alla casta.
In questi momenti drammatici, i miliardi di dollari ed euro spesi in missili e affini diventerebbero un bene comune se spesi per sfamare gli affamati del terzo mondo, per far vivere dignitosamente tutti, e per la ricerca di cure per le malattie che ancora affliggono l’umanità intera.
Senza dubbio alcuno un bene comune è la sanità che, diversamente da quanto pensano Salvini ed i suoi generali, dovrebbe fornire a tutti le migliori cure, indipendentemente dal colore della pelle, dal ceto sociale di appartenenza, dalla consistenza patrimoniale, e soprattutto dalla regione in cui vivono.
Sappiano che in Sicilia non è così, e questo Giornale non ha di certo lesinato pagine per sensibilizzare l’opinione pubblica.
Ho scritto più volte che considero Raffaele Lombardo probabilmente il politico più intelligente espresso negli ultimi decenni dalla nostra regione; ho scritto altrettante volte che nel passato si è purtroppo circondato di personaggi talora squallidi che dell’autonomia se ne sono infischiati bellamente pensando solo al bene da dividere in comune con gli amici.
E non posso dimenticare che fu il suo assessore alla sanità, tale Russo, ad operare i primi tagli alla sanità stessa: tagli che certamente andavano fatti, ma non indiscriminatamente come fu allora fatto.
Ora Raffaele Lombardo ritorna alla ribalta pienamente riabilitato dalla Magistratura: da cittadino comune non può che farmi piacere il sapere che a governare la Sicilia fu, a suo tempo, un uomo onesto.
Ma a questo punto mi viene una domanda: caro Raffaele, adesso cosa vuoi fare oltre che abbracciare Micciché?
Hai ancora l’intenzione di circondarti di quella gente che ha fatto storcere il naso ai siciliani che, come me, dopo la prima volta non hanno più votato il tuo movimento?
Con la tua intelligenza potresti fare moltissimo per la Sicilia che ha, per dirla con i fisici, una energia potenziale mille volte superiore a quella della Lombardia di Salvini e compagni; solo che l’energia potenziale va trasformata in energia cinetica: la Sicilia deve correre.
Non mi intendo di acque, di boschi, di fabbriche etc., ma con il mio mezzo secolo passato nelle corsie degli ospedali ho la presunzione di intendermi di sanità: non di quella burocratica ma di quella clinica, quella che serve alla gente, quella che non funziona.
Migliaia di Lucie siciliane ( Promessi Sposi ), specie molto anziane, ti ricordano che con un’opera buona si riscattano tutti gli errori del passato; e un’opera buona sarebbe quella di rimettere in sesto la sanità con una attenzione particolare agli anziani che da giovani contribuirono a mantenere il servizio sanitario nazionale dal quale adesso, nel momento del bisogno, sono abbandonati.
Mi pare che l’attuale assessora, che pare abbia anche qualche problema con la giustizia, si chiami Giovanna Volo: bello il cognome, ma purtroppo Giovanna non vola, e non perché la poltrona sia una gabbia.
Dovrebbe invece volare lontano lontano lasciando il posto non ad avvocati, chimici, fisici o ingegneri, ma ad un Medico vero, l’unica figura in grado di capire le aspettative di chi soffre e di risolvere nel migliore dei modi i problemi legati all’assistenza.
Concludo: pensaci Raffaele.
Ti assicuro che nell’attuazione di questo e di altri buoni propositi non saresti solo.