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SAC Aeroporto di Catania e l'incredibile incendio: archiviati Torrisi & co, resta indagato il consulente ester

16-12-2024 06:00

Pierluigi Di Rosa

Cronaca, SAC&CamCom, Focus, Laterale, Sac, NICO TORRISI, Camera di Commercio del Sud-est, Aeroporto di Catania, Guarrera,

SAC Aeroporto di Catania e l'incredibile incendio: archiviati Torrisi & co, resta indagato il consulente esterno che nel frattempo è stato assunto...

Qualche dato e qualche fatto. Tanto per chiarire che non sono gli esiti giudiziari a chiarire una storia pazzesca e che non riguarda solo un incendio...

Ma se è tutto vero quello che scriviamo, com'è possibile che…

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La notizia è gustosa, non c'è dubbio, ed infatti ha avuto risonanza, soprattutto sui social.

 

Il primo a darne notizia, a chiarire anche il contesto “politico” della questione, è il deputato regionale da qualche tempo passato dalla sinistra della scorsa legislatura alla destra di questa, l'acese Nicola D'Agostino:

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In attesa che “regolino i conti politici” da par loro, l'uscita è  commovente, non c'è dubbio e ci sta bene dargli spazio perché lo merita dopo tanta ingiusta sofferenza.

 

Del resto è momento di trionfi giudiziari per quel gruppo, tanto che appena qualche ora prima lo stesso deputato aveva celebrato l'assoluzione in secondo grado, dopo la condanna in appello, dell'altro suo “fratello”, come lo definisce lui stesso, cioè il sindaco di Acireale Roberto Barbagallo:

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Barbagallo è lo stesso sindaco che in pieno consiglio comunale di Acireale aveva annunciato, prima che fosse completata la procedura di selezione pubblica, la nomina a direttore generale del CAS del dr. Antonio Belcuore che, tanto per chiarire il contesto, è da due anni commissario straordinario di quella Camera di Commercio del Sud Est che controlla la SAC che gestisce gli aeroporti di Catania e Comiso.

Tanto per chiarire il contesto. 

Ma di queste cose parleremo in seguito, oggi la notizia è l'archiviazione per i vertici della SAC dall'accusa di incendio colposo.

 

E vediamola questa “archiviazione”, partendo da un presupposto che abbiamo chiarito decine di volte: il giudizio sui fatti che attengono la gestione di beni ed enti pubblici prescinde da qualsiasi esito giudiziario, ancor di più in tempi come questi in cui i reati tipici dei pubblici funzionari vengono addirittura abrogati da leggi che definiscono il livello dell'attuale classe parlamentare.

 

Anzi a noi, sinceramente, quando una vicenda approda nelle aule giudiziarie comincia ad annoiarci perché viene investita da dinamiche di altra natura: preferiamo scoprirle e raccontarle prima.

 

Detto questo, chiariamo subito le ragioni dell'archiviazione del procedimento a carico dell'AD SAC Nico Torrisi e di alcuni dirigenti.

 

Nel provvedimento del GIP Giuseppina Storaci, che aderisce alla richiesta dei PM Santonocito e Distefano, si legge: “La richiesta di archiviazione è meritevole di accoglimento, atteso che sono pienamente condivisibili le argomentazioni del P.M. in ordine alla impossibilità di formulare una ragionevole previsione di condanna a carico degli indagati da intendersi qui integralmente trascritte (con particolare riferimento al delitto di cui all'art. 449 cp va, peraltro, osservato che non è emersa in capo agli indagati una condotta colposa causalmente riconducibile all'evento incendiario).”

 

Ad essere precisi, la motivazione in questo caso ci convince pienamente, a differenza di altri casi in cui ci si era spinti con affermazioni a dir poco debordanti. Altre storie, che tuttavia restano agli atti.

 

In questo caso ci sta, difficile provare una responsabilità diretta con un capo di imputazione come quello del 449, incendio colposo appunto.

 

E quindi, evviva l'archiviazione che ha evitato ulteriori costi pubblici: i problemi sono altri, e restano tutti lì dove li hanno lasciati i magistrati.

 

Bisogna ricordare che l'inchiesta ha subìto uno stralcio, procedendo a parte per altri due indagati per i quali si sono chiuse le indagini che preludono ad una probabile richiesta di rinvio a giudizio.

 Una è l'amministratrice della società d noleggio auto da cui si sarebbe propagato l'incendio.

 

L'altro è l'ing. Orazio Condorelli, che dal 2016 è consulente esterno, procuratore speciale sicurezza, antinquinamento e, appunto, antincendio.

 

Al momento dell'incendio era, come detto, un consulente esterno, in corso d'indagine è stato assunto a tempo indeterminato risultando vincitore a seguito di una selezione pubblica: del resto, in un sistema come quello catanese, chi potrebbe avere più titoli come “Tecnico per la sicurezza sul lavoro” di uno che risulta indagato per l'incendio nello stesso aeroporto di cui era consulente al momento del fatto?

 

E questo è lo stato quasi finale dell'indagine in senso stretto sul famigerato incendio che per quasi un mese stravolse i trasporti di mezza Europa.

 

Ma ora veniamo ai dati che si intrecciano con una massiccia campagna di comunicazione, profumatamente pagata con fondi pubblici, che rischia di far passare una narrazione diversa di quello che è realmente, per di più con l'accondiscendenza di improbabili organizzazioni datoriali, con al vertice compagnetti di “board”, che consentono passerelle ai limiti del grottesco, facendo passare come buone e senza alcun contraddittorio una serie di panzane alla Monty Python, come i 600 milioni di investimenti che non stanno né in cielo né in terra: ne abbiamo già scritto e lo approfondiremo a parte.

 

Su tutto giganteggia quel fantomatico “Master Plan” che si trascinano dal 2014 senza averne fatto nulla e senza che sia ancora minimamente chiaro cosa vogliono fare, con quali soldi e in quanto tempo.

 

Fatto sta che l'aeroporto ha superato gli 11 milioni di passeggeri, sol perché non c'è altro modo di arrivare o andare, ma resta con le stesse strutture di quando ne faceva 6, con l'inspiegabile accondiscendenza di un ENAC che si limita a firmare targhe bronzee, anche quando dai varchi di sicurezza passano tranquillamente ordigni esplosivi in corso di ispezione e dai dati pubblicati risulta che la SAC ha realizzato appena il 6% degli investimenti imposti dalla convenzione concessoria.

 

Ma facciamo un passo indietro, perché a soccorrerci nella intricata ricostruzione di questa incredibile vicenda che sta per arrivare al decennio, è il comunicato emanato dalla stessa SAC proprio in occasione dell'agognata archiviazione.

 

Lo riportiamo integralmente:

"Catania, 13 dicembre 2024 – SAC, società che gestisce gli aeroporti di Catania e Comiso, esprime grande soddisfazione per l’accoglimento da parte del GIP della richiesta di archiviazione relativa all’indagine espletate a seguito dell’incendio del 16 luglio 2023, che aveva reso necessaria la temporanea chiusura del Terminal A, causando inevitabili disagi per i passeggeri.

 

Il provvedimento del Gip, che ha recepito integralmente le argomentazioni dei Pubblici Ministeri, conferma la correttezza e linearità della condotta posta in essere dai vertici di SAC, che hanno sempre agito nel pieno rispetto delle normative vigenti, ponendo al centro della propria missione la tutela e la sicurezza degli utenti, dei clienti e dei fornitori.

 

"Accogliamo con soddisfazione l'archiviazione del caso e siamo lieti di vedere riconosciuta la correttezza del nostro lavoro. Ho scelto di affrontare questi mesi con discrezione e riservatezza, riponendo piena fiducia nell’operato della magistratura. In momenti così delicati è fondamentale unire le forze e lavorare insieme per affrontare le sfide con determinazione, trasparenza e responsabilità", ha dichiarato Nico Torrisi, AD di SAC. " In un contesto emergenziale come quello vissuto, SAC ha dimostrato un impegno costante, una professionalità e una competenza esemplari. Nonostante le sfide affrontate, abbiamo lavorato incessantemente per garantire la continuità dei servizi e la sicurezza dei passeggeri, ripristinando le operazioni aeroportuali in tempi rapidi e con efficienza. La nostra priorità è sempre stata quella di garantire standard elevati per tutti coloro che transitano attraverso i nostri aeroporti, mentre continuiamo a portare avanti con determinazione il piano di sviluppo strategico che punta a rafforzare le infrastrutture, migliorare i servizi e ampliare le connessioni internazionali, rendendo i nostri scali sempre più competitivi e attrattivi".

 

“Siamo pienamente soddisfatti. L’indagine, condotta, con sicuro equilibrio e nell’esclusiva ottica d’accertamento del vero, dall’Ufficio del Pubblico Ministero, anche attraverso il compimento di esperimenti tecnici irripetibili e, come tali, essenziali nell’ambito d’una rigorosa ricostruzione del fatto, è stata certamente complessa e approfondita oltre che fondamentale ai fini della funzionalità di un aeroporto così importante e centrale per il Paese”, hanno commentato l’avvocato Luca Blasi e l’avvocato Giuseppe Lo Faro.

 

Un’ulteriore conferma dell’impegno di SAC che prosegue a ritmo incalzante il percorso di sviluppo e valorizzazione degli scali di Catania e Comiso, confermandosi un punto di riferimento strategico per il sistema aeroportuale nazionale e per il territorio siciliano. Ne sono un esempio il traguardo di oltre 11 milioni di passeggeri transitati nel 2024, l’apertura della nuova tratta diretta Catania-New York, che rafforza ulteriormente le connessioni internazionali e contribuisce a posizionare la Sicilia al centro delle principali rotte globali e il progetto di ampliamento della nuova VIP Lounge SAC che sarà completamente rinnovata passando dagli attuali 70 mq a 400 mq e con 200 nuove sedute complessive. Gli aeroporti di Catania e Comiso rappresentano una leva fondamentale per l'economia locale e nazionale, promuovendo il turismo, il commercio e le opportunità di sviluppo per le imprese."

 

Sin qui il comunicato SAC, con almeno due chiose da segnalare:

1) è del tutto falso come provano a sostenere nel comunicato che l'archiviazione avrebbe “confermato la correttezza e linearità” dei vertici SAC, piuttosto il tribunale ha molto più realisticamente valutato, come già riportato testualmente sopra, l'impossibilità di formulare una ragionevole previsione di condanna a carico degli indagati”, cosa ben diversa da quello che vorrebbero fare intendere i “comunicatori”.

 

2) interessante l'accenno finale sull"impegno a ritmo incalzante" della SAC portando come esempio il modestissimo “ampliamento della nuova VIP Lounge SAC che sarà completamente rinnovata passando dagli attuali 70 mq a 400 mq e con 200 nuove sedute complessive”, che proprio vorremmo capire quanto possa essere apprezzato dai milioni di passeggeri “non vip” che da un decennio non hanno dove sedersi e spesso neanche dove andare in bagno.

 

Certo, se l'impegno incalzante si risolve in cose come questa passeranno altri mille anni prima di avere un aeroporto decente.

 

Ma sul punto del “completo rinnovamento” c'è un altra chicca.

 

Neanche un anno fa hanno speso la bellezza di oltre 50 mila euro di soldi pubblici per arredi proprio della sala VIP: saranno compatibili con l'annunciato “completo rinnovamento”?

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Vabbè.

 

Veniamo poi a qualche dato finanziario, visto che la lancia in resta che viene utilizzata ad ogni criticità o contestazione è: “Facciamo utili”.

 

Fermo restando che uno scalo aereo in regime di monopolio territoriale, per di più in un'isola ad altissima densità turistica gli utili li dovrebbe fare anche se a capo gli metti un bancomat decerebrato, vediamo alcuni dati a confronto con scali più o meno analoghi.

 

SAC ha chiuso il 2023 con 3,3 milioni di utili.

Palermo con 12,2

Bologna con 16,7

Napoli con 38,5

Venezia con 59 milioni.

Ci fermiamo qui.

 

Tutto al netto dell'incredibile mole di affidamenti diretti per centinaia di milioni euro, decisamente singolare per una società pubblica e già oggetto di attenzione da parte dell'Autorita Nazionale Anticorruzione: torneremo anche su questo.

Ed ora veniamo a qualche indicazione su quanto potrebbe essere costato l'incredibile incendio per il quale, ne siamo lieti, i vertici SAC sono stati archiviati, almeno per quanto attiene il 449, dalla giustizia penale.

 

Noi abbiamo estrapolato alcune spese, che proponiamo come elenco parziale, con alcune dichiaratamente riferibili al fatto incendiario, altre come indotto, le spese in realtà in quel periodo sono molte di più e comprendono anche liquidazioni di indennità, consulenze, compensi che non abbiamo riportato perché non direttamente correlate all'incendio, ma di certo da mettere in relazione con il fatto che in quella fase non c'erano risorse per i dipendenti che risultavano quai tutti in cassa integrazione, ma quella è un'altra storia sulla quale ritorneremo:

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Parliamo di oltre 6,5 milioni…e alcuni sono affidamenti diretti interessanti che per leggerli sarebbe meglio indossare una efficace mascherina chirurgica, roba di cui ci occuperemo la prossima puntata perché probabilmente abbiamo messo troppa carne su questo fuoco che, a quanto pare, nessuno riesce a spegnere: neanche fosse una stampante difettosa.


Leggi anche:  























































































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"SAC Aeroporto di Catania, negato accesso agli atti: Ma non era tutto trasparente?"

 

Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza." 

 

E noi ridiamo!











































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