In queste ore a Roma i vertici del partito starebbero decidendo a tavolino i nominativi di ben 10-11 "personalità di rilevanza nazionale" da catapultare nei collegi elettorali siciliani in posizioni sicure e dall'elezione assicurata, grazie al "porcellum". Questo ragionamento e questi numeri farebbero si che quasi la metà dei prossimi parlamentari PD eletti in Sicilia risulterebbero "forestieri calati dall'alto" in perfetta continuità con la concezione di una Sicilia vista come feudo elettorale. Eppure, sostiene Giulio Seminara coordinatore area Renzi, «pochi giorni fa si è spenta la grande macchina delle primarie, con annessi entusiasmi della base chiamata finalmente a decidere sui parlamentari con notevoli sacrifici organizzativi ed un dispendio di energie. Perchè preferire i soliti notabili o big romani ai candidati delle Primarie che si sono spesi e messi in discussione nei rispettivi territori? E secondo quale criterio vengono scelte queste "personalità" da eleggere necessariamente? Noi renziani avvertiamo il rischio di una forte ingerenza del PD nazionale a favore dei soliti "catapultati" senza legami con i territori ed elettori, e a discapito di tanti dirigenti e militanti siciliani che invece interpretano e conoscono le esigenze e le problematicità di una terra, la Sicilia, stanca di essere solo un laboratorio politico e mai punto di partenza per il rinnovamento e la speranza». La chiamano regola del 10%, serve a splamare in tutti i collegi i preferiti di Bersani senza passare dalla primarie Autore Vincenzo Barbagallo
La chiamano regola del 10%. Viene applicata per spalmare su tutto il territorio nazionale, dieci per cento di candidature sicure che concede alla direzione del partito di proporre una rappresentanza della “migliore” società civile. Fra gli undici dovrebbe esserci un giovane catanese, Fausto Raciti, responsabile dei Giovani Democratici e già segretario della Sinistra Giovanile, che lavora e vive a Roma. Raciti fu tra i primissimi a chiedere le primarie per la scelta dei parlamentari, ma non si presentò alle consultazioni ed adesso potrebbe arrivare per lui un posto blindato scelto da Roma, altro che cittadini.
A che sono servite le primarie? É la stessa domanda che si fa Amanda Catania, oggi candidata alle politiche con il PD e scelta attraverso le primarie. «Da Roma giungono indiscrezioni preoccupanti. Se fosse vero che alcuni deputati e senatori verranno scelti a tavolino, senza far fede alle liste dei candidati consegnate alcune settimane fa, si tratterebbe di una vera scorrettezza. Appena qualche giorno fa ,infatti, si sono concluse le primarie grazie alle quali i cittadini hanno espresso la loro opinione preferendo dei candidati rispetto ad altri. Una giornata in cui la cooptazione sembrava aver lasciato il posto alla scelta democratica.
Perchè, allora, inserire altri nomi? E secondo quale arbitrario criterio? E' chiaro che tutto ció vanificherebbe il grande lavoro delle elezioni dirette, svuotandole del loro significato».