Consiglieri comunali e di municipalità, prendono le distanze dal Partito dei Siciliani. «Non condividiamo il percorso di un partito che, pur di rimanere al potere, ha scelto di allearsi con Pdl e Lega nord, rinnegando il proprio progetto politico», dichiarano. «È necessario un patto tra moderati e progressisti per continuare le riforme». Si tratta di Marco Consoli (35 anni, Presidente del Consiglio Comunale di Catania), Francesco Trichini (30 anni, Consigliere Comunale di Catania), Matteo Marchese (34 anni, Vice Presidente del Consiglio Comunale di Misterbianco), Mario Pulvirenti (32 anni, Consigliere Comunale di S. A. Li Battiati), Giulio Pasqualini (27 anni, Consigliere Comunale di Tremestieri Etneo), Carmelo Mazzella (28 anni, Consigliere Comunale di Pedara), Seby Lombardo (36 anni, Consigliere Comunale di Augusta), Mirko Ragusa (34 anni, Consigliere III Municipalità di Catania), Maria Maugeri (31 anni, Consigliere V Municipalità di Catania), e Agatino Lanzafame (26 anni, Consigliere VI Municipalità di Catania). Accanto a loro anche il Consigliere Comunale di Paternò, Salvo Comis (37 anni), che pur non avendo mai militato nel Movimento per l’Autonomia, sin dalla sua elezione ha condiviso il progetto politico del Presidente del Consiglio Comunale di Catania. «Non possiamo condividere il percorso di un partito che, pur di garantire la propria permanenza al potere, si è gettato nell’abbraccio mortale di Berlusconi e della Lega Nord, sacrificando all’altare della convenienza di pochi il proprio progetto politico e gli interessi dei Siciliani». «Da diversi mesi, ormai, gli organi di democrazia interna del Pds-Mpa non svolgono la loro funzione», afferma Marco Consoli, presidente del consiglio comunale di Catania. «Le scelte politiche sono state fatte senza tenere conto dell’opinione della base e delle decine di giovani amministratori che ogni giorno si spendono con passione al servizio del proprio territorio – afferma Consoli – Siamo dispiaciuti del fatto che si sia scelto di mortificare il merito e di sacrificare il progetto politico del partito, trasformandolo in una scialuppa di salvataggio per pochi cooptati». «Pensiamo – affermano i consiglieri – che allearsi con il centrodestra oggi significhi macchiarsi di una colpa storica, sostenevamo da mesi la necessità di proseguire con il percorso riformista avviato insieme all’area moderata e di centrosinistra». Per questi giovani amministratori, insomma, l'alleanza con Pdl e Lega «è innaturale». La sensazione, affermano «è che si sia preferito tutelare le posizioni individuali di qualche fedelissimo piuttosto che salvaguardare il progetto politico e agire coerentemente con quanto è stato predicato negli ultimi tre anni».
Ed è netto anche il giudizio dei giovani amministratori in merito alla scelta di allearsi con Lega e Pdl alle elezioni politiche del 24 e 25 Febbraio: «È un compromesso inaccettabile che pesa sulle spalle dei Siciliani».
«Senza rinnovamento muore un progetto politico», così decine di giovani amministratori prendono le distanze dal partito dell'ex Governatore Autore Vincenzo Barbagallo