di Brando Morelli Raccontiamo di un Rosario Crocetta che trascorre queste prime settimane di caldo riflettendo sull’azione del suo governo e sugli ostacoli frapposti alla sua amministrazione da un parlamento che lui non manca di far apparire ostile, dove peraltro non ha una maggioranza numerica, poichè ha bloccato diverse sue aspirazioni tradotte in ddl di riforma. L’ultima boccata amara il governatore siciliano l’ha avuta guardando Matteo Renzi a margine del Consiglio dei Ministri che illustrava la sua riforma della Pubblica Amministrazione. Avrei fatto meglio di Renzi – ripeteva tra sé e sé – con un Parlamento regionale e un Commissario dello Stato che mi aiutassero quando presentai le norme sul turn over, sulla dirigenza e le assunzioni di giovani nella finanziaria di quest’anno. Io i dirigenti fannulloni e quelli che causano sprechi li avrei licenziati per legge. Ora ho proposto il prepensionamento per i dipendenti, moltissimi, delle società partecipate e già c’è chi mi vuole bloccare con la legge Fornero. Nel Pd continuano a farmi la guerra e devo pagare dazio anche a Lino Leanza che ha saputo far eleggere la giornalista Michela Giuffrida a Strasburgo ed ora non solo pesa tanto nel partito ma anche molto più nel mio governo. Ed io che voglio aprire, anche spinto, ad Alfano ed al Nuovo Centrodestra mi ritrovo con la guerra tutta catanese tra Pistorio, Sammartino e il buon Leanza che i conti se li sa fare. Non sarà un’estate facile quella del presidente della Regione che a breve comprenderà se anche la Corte dei Conti, con la parificazione dei conti, gli si metterà di traverso. Ho risparmiato come nessuno ha fatto prima di me. Due miliardi di euro, mica noccioline – sembra ripetere Crocetta. Ma nessuno mi lascia sereno, persino gli amici di Confindustria scherzano pesante con la storia del commissariamento per la Regione. Insomma nessuno capisce che io qui in Sicilia potevo fare meglio se avessi avuto meno detrattori. I primi nel mio partito che mi hanno cercato per fare il presidente ed ora mi fanno le campagne contro. Potevo fare il segretario nazionale io, con Bersani ne avevo parlato. Ma Renzi è stato una furia ed ora gli accordi li devo fare con Davide Faraone altrimenti mi fanno sentire come una nave in tempesta. Ho perso il “verbo” anche nelle questioni dell’antimafia. Io che rischio la vita, e lo sanno tutti. Devo, invece, sentire Antonello Cracolici e Giovanni Fiandaca che mi danno lezioni. Per non parlare dei miei alleati. Sì quelli della prima ora, come l’Udc. Mi hanno aspirato sino il midollo. Hanno pure il vice presidente della regione. E poi mi attaccano, come fa Giovanni Ardizzone, sul taglio agli stipendi dei dirigenti perché voglio che il suo segretario generale del parlamento non guadagni più mezzo milione di euro. Avevo sognato all’inizio del mio mandato: mi vesto da grillino e governo con questi ragazzi pentastellati e mi faccio fuori politici e politicanti, baracche e burattini. Tanto stella per stella a me potevano anche riconoscerne sette. Un governo a sette stelle, infatti, avevo proposto. Ma anche loro non mi hanno capito: a quest’ora governeremmo insieme. Anche qui sarei stato precursore del Matteo nazionale. Ho letto sull'Ansa adesso che Grillo e Casaleggio potrebbero accordarsi con il premier sulla legge elettorale. Io che sono Crocetta li avrei portati al governo in Sicilia.