di Brando Morelli La decisione era attesa dall’opinione pubblica ma è stata affidata ad uno stringato comunicato stampa. Il Consiglio di Presidenza dell’Ars ha deciso oggi che il limite massimo per il trattamento economico onnicomprensivo della dirigenza del parlamento siciliano viene fissato a 240 mila euro annui. Così dopo giorni di polemica tra il presidente della regione Rosario Crocetta e i vertici di Palazzo dei Normanni la partita sugli stipendi d’oro, quello del segretario generale dell’Ars sarebbe di oltre 500 mila euro, si chiude con l’uniformazione al cosiddetto Decreto Renzi che, a livello nazionale, aveva fissato proprio in 240 mila euro il limite degli stipendi per i burocrati di Stato. In Sicilia, invece, prima della decisione attuale che segna comunque una differenziazione tra il trattamento dei dirigenti regionali e quelli dell’Ars, era andata in scena una commedia delle parti con chi tra Crocetta e Ardizzone diceva di fare meglio l’uno dell’altro. Se oggi, però, guardiamo in controluce la decisione del presidente della regione che con una norma ha fissato a 160 mila euro il limite stipendiale per i dirigenti, ci accorgiamo che però è stata fatta qualche strana eccezione proprio alcuni dirigenti nominati dallo stesso Crocetta. La soglia, infatti, verrebbe superata grazie alla molteplicità degli incarichi dal segretario generale di palazzo d’Orleans, Patrizia Monterosso, dall’ex capo della segreteria tecnica del governatore, Stefano Polizzotto e da diversi amministratori di società partecipate della regione come l’ex pm Antonio Ingroia, il manager Dario Lo Bosco all’Ast e i componenti del Cda di Riscossione Sicilia. "Sono scelte legate alla delicatezza delle società – ha motivato in proposito l'assessore all'Economia Roberto Agnello - quindi anche al ruolo che queste persone hanno all'interno delle società che sono molto complesse e delicate. E' una scelta strategica". Ma qual è invece la scelta strategica dell’Ars nel mantenere più alte le soglie degli stipendi? Questa domanda meriterebbe una risposta da parte del presidente del parlamento regionale Giovanni Ardizzone. Anche perché la decisione odierna da adito a tanti di continuare a dire che l’Ars mantiene i suoi privilegi. Inoltre allo stesso Ardizzone chiediamo di chiarire con quali modalità saranno collocati in pensione gli attuali dirigenti che percepiscono stipendi al di sopra della nuova soglia? E quando verranno collocati in pensione? E se otterranno scivoli, accompagnamenti alla pensione o congelamenti della posizione per qualche tempo? Sarebbe meglio, per Ardizzone, rispondere a queste domande di Sudpress in maniera chiara piuttosto che affidarsi ad un altro stringato comunicato stampa