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Articolo4 espugna il PD Siciliano

07-03-2015 11:04

Mattia S. Gangi

catania, enzo bianco, partito democratico, pd, raffaele lombardo, traffico, Luca Sammartino, Bagheria, tortorici, negozi cinesi,

Articolo4 espugna il PD Siciliano

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Autobus da tutta la Sicilia, una folla di dirigenti, onorevoli, consiglieri invadono il centro delle Ciminiere di Catania. Tutti vogliono assistere alle nozze annunciate tra il partito che fu di Berlinguer e gli ex lombardiani di Articolo4, una "grande festa" a cui tutti sono invitati



di Mattia S. Gangi e Vincenzo Rosa



Era stato definito un autobus, ma a guardar bene l'affluenza a dir poco incredibile della "festa nuziale" tra Articolo4 ed i democratici, il PD siciliano potrebbe essere meglio definito come un transatlantico. Un enorme nave con una stiva imponente, che dopo aver subito una serie di manovre di percorso, oggi riesce a trasportare senza alcun problema di tipo identitario ex comunisti (ormai ultra-minoratari), ex cuffariani, ex Forza Italia, uomini di Lombardo e democristiani di ogni natura.



E' vero, il percorso è già iniziato dalla nascita stessa del partito, come sottolineano affannosamente tutti i partecipanti alla convention voluta da Valeria Sudano e Luca Sammartino, ma lo spettacolo a cui è stato possibile assistere ieri pomeriggio ha superato i confini della fantapolitica siciliana. Autobus pieni di persone da tutta la Sicilia occidentale, cammellate dagli organizzatori per riempire la sala predisposta alla celebrazione delle tanto attese nozze.



La fusione socio-politica tra destra e sinistra è ormai avvenuta, i confini sono superati e tutte le esperienze passate si mescolano scordando il passato recente. Due amministrazioni sono "cadute" a causa delle vicende giudiziarie dei Governatori, ma gli uomini di ieri arrivano nel partito di oggi. Si potrebbe parlare persino di questione morale, ma per rispetto, almeno noi, vogliamo lasciare riposare in pace Berlinguer. 



Del leader comunista, guardando bene la composizione ed i riferimenti culturali del PD gattopardesco, non vi è infatti traccia. Il vuoto lasciato dall'esperienza di sinistra del partito è stato colmato infatti da citazioni di Papa Giovanni Paolo II,  ed in particolare la più significativa di tutte è sicuramente "non abbiate paura". Ma paura di cosa? 



La dirigenza siciliana del nuovo PD, rappresentata egregiamente in sala da Davide Faraone, Fausto Raciti, Enzo Bianco e Lorenzo Guerini, ha voluto forse sottolineare con questa frase una volontà nel rompere gli indugi, risolvere i dubbi e placare i mal di pancia. Non abbiate paura di Totò Cuffaro, di Raffaele Lombardo, di Micciché, e neanche delle loro truppe di fedelissimi che ieri hanno invaso pacificamente l'enorme anfiteatro delle Ciminiere per osannare l'ingresso nel PD.



E a non aver paura, guardando le prime file sono in molti, dal socialista Salvo Andò all'ex segretario CGIL ed ora assessore Angelo Villari. Mondi agli antipodi oggi riuniti sotto la bandiera del nuovo PD.  Ma a parlare chiaro, più della composizione della platea, sono stati gli interventi dei protagonisti di questo incontro.



A partire da Pippo Nicotra, ex sindaco di Aci Catena, comune sciolto per infiltrazioni mafiose sotto la sua amministrazione, e noto alle cronache per la storica vicinanza politica con Cuffaro. "Dobbiamo portare avanti le nuove generazioni, per dare un'impronta nuova al PD, che oggi è finalmente il partito dei moderati. Il nostro percorso non inizia oggi, già abbiamo fatto campagne elettorali col PD, a partire dall'elezione di Enzo Bianco. O quella per le europee con l'amica Michela giuffrida. Oggi è arrivato il momento, se ci volete dentro bene, noi saremo qui a sostegno di Crocetta, e di Matteo Renzi".  



E proprio sulla trasformazione del partito insiste il segretario Enzo Napoli, che aveva recentemente tuonato contro "un partito che non deve diventare un autobus elettorale". Alla kermesse organizzata da Sammartino&Co, i toni cambiano radicalmente, e l'idea di accogliere i nuovi compagni di viaggio è dipinta in maniera entusiastica dalle sue parole. 



"Non capita tutti i giorni di commentare una cosa più importante come la confluenza di articolo 4 nel PD. Una forza politica assai consistente, in molte realtà più grande del PD. Dobbiamo parlare il linguaggio della chiarezza e della sincerità, speriamo di fare tanta strada assieme. Dentro il mio partito è vero, c'è un battito acceso, parte del PD ha contestato questa scelta. Ma a questi rispondo che va sconfitto il populismo, l'antipolitica. accettando la sfida del cambiamento e della modernizzazione siamo riusciti a superare le difficoltà. Arroccarsi significa diventare marginali. Siamo destinati a diventare un patito aperto, plurale, nuovo. Differenze idee, ma il PD deve essere la casa di chi ha anche idee diverse". 



Scompaiono le incertezze, i timori. La resistenza interna viene persino liquidata quasi come un fastidioso retaggio del passato, al quale il nuovo partito della nazione risponde "accettando la sfida" della modernizzazione(?).  Moderno, nella neo-lingua del PD, significa accettazione delle differenze in nome di una potenza di fuoco data dai numeri. Ma le posizioni, secondo quanto dichiara Enzo Napoli, non cambieranno.



Sulla discarica di Motta S.Anastasia - ad esempio - il segretario è categorico :" Ci sono delle divergenze politiche che affronteremo, ma l'impostazione politica non può essere diversa da quella di oggi. Il partito ha una posizione sulla discarica che non muterà, ovvero pensiamo che debba essere chiusa perché la popolazione ha diritto ad un sviluppo che non sia condizionato da quell'ecomostro. Su questo non cambieremo di un millimetro". 



Ed il renzismo, o meglio la nuova impostazione del partito data dal premier, è il collante degli interventi di tutti i partecipanti. La verve riformatrice dell'uomo di Firenze riesce a consentire alchimie che in passato sarebbero state impossibili da portare avanti. Di questo ne è convinto Marco Zambuto, sindaco di Agrigento, che ha sottolineato come si debba inquadrare "la scelta di Articolo 4 dentro il processo riformatore iniziato da Renzi. Una volta vi era una differenza ben definita tra capitale e lavoro alla quale corrispondeva una differenza tra partiti. Oggi questa differenza è venuta meno e stiamo costruendo il nuovo PD". 



Proprio uno dei nuovi protagonisti, Luca Sammartino vede in Renzi il trait-d'union di culture ed esperienze molto diverse tra loro: "E' ovvio che la scelta fatta alla regione avrà conseguenze nei gruppi consiliari. Il partito democratico oggi si è particolarmente riformato con l'avvento di Renzi, è un partito moderato e riformista che accoglie molte anime sui territori". Incalzato da SUD Press, che ha domandato all'onorevole come si sentirà nelle sezioni con i quadri di Berlinguer, Sammartino risponde sicuro: "Da Pio La Torre a Piersanti Mattarella, ai grandi uomini della sinistra DC, possiamo dire che condividiamo la gran parte delle indicazioni morali di questo partito."



Renzi è dunque la soluzione a tutti i problemi d'identità politica delle diverse e, ormai possiamo dirlo, opposte anime del PD. Una leadership capace di dissolvere nel nulla anche le più spinose questioni, come ad esempio quella della discarica di Tiritì. Ed è proprio su questa questione che sono nate diverse polemiche che hanno portato alla rottura con molti circoli territoriali, primo tra tutti quello di Motta.



Sulla questione Valeria Sudano risponde duramente: "Chi mi critica non mi conosce, non mi ha mai chiesto sul tema cosa ne penso. Il tema dei rifiuti non è una mia responsabilità, nel 2009 c'era il Governo Lombardo e non io che non ero neanche stata eletta, quindi forse chi sta strumentalizzando questo tema dovrebbe pensare che avrebbe potuto fare qualcosa in altri momenti". 



 



Tutti dentro dunque, balzati con destrezza sul carro del vincitore, dove resteranno per un bel po', aspettando guardinghi di saltare nuovamente. 



E proprio sulla trasformazione del partito insiste il segretario Enzo Napoli, che aveva recentemente tuonato contro "un partito che non deve diventare un autobus elettorale". Alla kermesse organizzata da Sammartino&Co, i toni cambiano radicalmente, e l'idea di accogliere i nuovi compagni di viaggio è dipinta in maniera entusiastica dalle sue parole. 


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"Non capita tutti i giorni di commentare una cosa più importante come la confluenza di articolo 4 nel PD. Una forza politica assai consistente, in molte realtà più grande del PD. Dobbiamo parlare il linguaggio della chiarezza e della sincerità, speriamo di fare tanta strada assieme. Dentro il mio partito è vero, c'è un battito acceso, parte del PD ha contestato questa scelta. Ma a questi rispondo che va sconfitto il populismo, l'antipolitica. accettando la sfida del cambiamento e della modernizzazione siamo riusciti a superare le difficoltà. Arroccarsi significa diventare marginali. Siamo destinati a diventare un patito aperto, plurale, nuovo. Differenze idee, ma il PD deve essere la casa di chi ha anche idee diverse". 



Scompaiono le incertezze, i timori. La resistenza interna viene persino liquidata quasi come un fastidioso retaggio del passato, al quale il nuovo partito della nazione risponde "accettando la sfida" della modernizzazione(?).  Moderno, nella neo-lingua del PD, significa accettazione delle differenze in nome di una potenza di fuoco data dai numeri. Ma le posizioni, secondo quanto dichiara Enzo Napoli, non cambieranno.



Sulla discarica di Motta S.Anastasia - ad esempio - il segretario è categorico :" Ci sono delle divergenze politiche che affronteremo, ma l'impostazione politica non può essere diversa da quella di oggi. Il partito ha una posizione sulla discarica che non muterà, ovvero pensiamo che debba essere chiusa perché la popolazione ha diritto ad un sviluppo che non sia condizionato da quell'ecomostro. Su questo non cambieremo di un millimetro". 



Ed il renzismo, o meglio la nuova impostazione del partito data dal premier, è il collante degli interventi di tutti i partecipanti. La verve riformatrice dell'uomo di Firenze riesce a consentire alchimie che in passato sarebbero state impossibili da portare avanti. Di questo ne è convinto Marco Zambuto, sindaco di Agrigento, che ha sottolineato come si debba inquadrare "la scelta di Articolo 4 dentro il processo riformatore iniziato da Renzi. Una volta vi era una differenza ben definita tra capitale e lavoro alla quale corrispondeva una differenza tra partiti. Oggi questa differenza è venuta meno e stiamo costruendo il nuovo PD". 



Proprio uno dei nuovi protagonisti, Luca Sammartino vede in Renzi il trait-d'union di culture ed esperienze molto diverse tra loro: "E' ovvio che la scelta fatta alla regione avrà conseguenze nei gruppi consiliari. Il partito democratico oggi si è particolarmente riformato con l'avvento di Renzi, è un partito moderato e riformista che accoglie molte anime sui territori". Incalzato da SUD Press, che ha domandato all'onorevole come si sentirà nelle sezioni con i quadri di Berlinguer, Sammartino risponde sicuro: "Da Pio La Torre a Piersanti Mattarella, ai grandi uomini della sinistra DC, possiamo dire che condividiamo la gran parte delle indicazioni morali di questo partito."



Renzi è dunque la soluzione a tutti i problemi d'identità politica delle diverse e, ormai possiamo dirlo, opposte anime del PD. Una leadership capace di dissolvere nel nulla anche le più spinose questioni, come ad esempio quella della discarica di Tiritì. Ed è proprio su questa questione che sono nate diverse polemiche che hanno portato alla rottura con molti circoli territoriali, primo tra tutti quello di Motta.



Sulla questione Valeria Sudano risponde duramente: "Chi mi critica non mi conosce, non mi ha mai chiesto sul tema cosa ne penso. Il tema dei rifiuti non è una mia responsabilità, nel 2009 c'era il Governo Lombardo e non io che non ero neanche stata eletta, quindi forse chi sta strumentalizzando questo tema dovrebbe pensare che avrebbe potuto fare qualcosa in altri momenti". 



 



Tutti dentro dunque, balzati con destrezza sul carro del vincitore, dove resteranno per un bel po', aspettando guardinghi di saltare nuovamente. 



Scompaiono le incertezze, i timori. La resistenza interna viene persino liquidata quasi come un fastidioso retaggio del passato, al quale il nuovo partito della nazione risponde "accettando la sfida" della modernizzazione(?).  Moderno, nella neo-lingua del PD, significa accettazione delle differenze in nome di una potenza di fuoco data dai numeri. Ma le posizioni, secondo quanto dichiara Enzo Napoli, non cambieranno.



Sulla discarica di Motta S.Anastasia - ad esempio - il segretario è categorico :" Ci sono delle divergenze politiche che affronteremo, ma l'impostazione politica non può essere diversa da quella di oggi. Il partito ha una posizione sulla discarica che non muterà, ovvero pensiamo che debba essere chiusa perché la popolazione ha diritto ad un sviluppo che non sia condizionato da quell'ecomostro. Su questo non cambieremo di un millimetro". 



Ed il renzismo, o meglio la nuova impostazione del partito data dal premier, è il collante degli interventi di tutti i partecipanti. La verve riformatrice dell'uomo di Firenze riesce a consentire alchimie che in passato sarebbero state impossibili da portare avanti. Di questo ne è convinto Marco Zambuto, sindaco di Agrigento, che ha sottolineato come si debba inquadrare "la scelta di Articolo 4 dentro il processo riformatore iniziato da Renzi. Una volta vi era una differenza ben definita tra capitale e lavoro alla quale corrispondeva una differenza tra partiti. Oggi questa differenza è venuta meno e stiamo costruendo il nuovo PD". 



Proprio uno dei nuovi protagonisti, Luca Sammartino vede in Renzi il trait-d'union di culture ed esperienze molto diverse tra loro: "E' ovvio che la scelta fatta alla regione avrà conseguenze nei gruppi consiliari. Il partito democratico oggi si è particolarmente riformato con l'avvento di Renzi, è un partito moderato e riformista che accoglie molte anime sui territori". Incalzato da SUD Press, che ha domandato all'onorevole come si sentirà nelle sezioni con i quadri di Berlinguer, Sammartino risponde sicuro: "Da Pio La Torre a Piersanti Mattarella, ai grandi uomini della sinistra DC, possiamo dire che condividiamo la gran parte delle indicazioni morali di questo partito."



Renzi è dunque la soluzione a tutti i problemi d'identità politica delle diverse e, ormai possiamo dirlo, opposte anime del PD. Una leadership capace di dissolvere nel nulla anche le più spinose questioni, come ad esempio quella della discarica di Tiritì. Ed è proprio su questa questione che sono nate diverse polemiche che hanno portato alla rottura con molti circoli territoriali, primo tra tutti quello di Motta.



Sulla questione Valeria Sudano risponde duramente: "Chi mi critica non mi conosce, non mi ha mai chiesto sul tema cosa ne penso. Il tema dei rifiuti non è una mia responsabilità, nel 2009 c'era il Governo Lombardo e non io che non ero neanche stata eletta, quindi forse chi sta strumentalizzando questo tema dovrebbe pensare che avrebbe potuto fare qualcosa in altri momenti". 



 



Tutti dentro dunque, balzati con destrezza sul carro del vincitore, dove resteranno per un bel po', aspettando guardinghi di saltare nuovamente. 



Renzi è dunque la soluzione a tutti i problemi d'identità politica delle diverse e, ormai possiamo dirlo, opposte anime del PD. Una leadership capace di dissolvere nel nulla anche le più spinose questioni, come ad esempio quella della discarica di Tiritì. Ed è proprio su questa questione che sono nate diverse polemiche che hanno portato alla rottura con molti circoli territoriali, primo tra tutti quello di Motta.



Sulla questione Valeria Sudano risponde duramente: "Chi mi critica non mi conosce, non mi ha mai chiesto sul tema cosa ne penso. Il tema dei rifiuti non è una mia responsabilità, nel 2009 c'era il Governo Lombardo e non io che non ero neanche stata eletta, quindi forse chi sta strumentalizzando questo tema dovrebbe pensare che avrebbe potuto fare qualcosa in altri momenti". 



 



Tutti dentro dunque, balzati con destrezza sul carro del vincitore, dove resteranno per un bel po', aspettando guardinghi di saltare nuovamente. 



 



Tutti dentro dunque, balzati con destrezza sul carro del vincitore, dove resteranno per un bel po', aspettando guardinghi di saltare nuovamente. 


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