Il centrodestra conquista la città della Ceramica: Gino Ioppolo è il nuovo sindaco. Con il 54,98% ha battuto Franco Pignataro, già sindaco dal 1993 al 2002 sostenuto dal Pd, che di consensi ne ha raccolto il 45,02%. Crolla l'affluenza: 42,7% contro il 67% del primo turno Il centrodestra conquista Caltagirone: Gino Ioppolo è il nuovo sindaco. Con 9981 voti pari al 54,98% ha battuto il Dem Franco Pignataro, già sindaco dal 1993 al 2002, che di consensi ne ha raccolto 8173 pari al 45,02%. Appena arriva l’ufficialità della vittoria, nel comitato elettorale in via Esculiares si leva un lungo applauso. Urla e cori di gioia dei membri dello staff e di tanti fans di Ioppolo, che al terzo tentativo corona il sogno di guidare la città della Ceramica. Centinaia di sostenitori festeggiano il neo sindaco al suo arrivo al comitato elettorale.
La coalizione di Ioppolo era composta da tre liste Civiche, Forza Italia e il Pdr-Sicilia Futura, il movimento dei moderati renziani. Al primo turno il neo sindaco aveva staccato Pignataro di 10 punti, ottenendo il 38,19%. Affluenza in calo, con il 42,76% degli elettori che si è recato alle urne, secondo i dati diffusi dal Comune. Il 25% in meno rispetto al primo turno quando aveva votato il 67,12%. Con l’elezione di Ioppolo, deputato regionale e musumeciano di stretta osservanza, Caltagirone esce dal lungo tunnel del commissariamento. Tredici mesi di “lacrime e sangue” durante i quali Mario La Rocca, il commissario straordinario, la lavorato di cesoia per tentare di rimettere in ordine i conti in rosso. Un compito arduo, il suo, visto il dissesto finanziario (circa 50 milioni) dichiarato nel marzo 2013 a cui si è aggiunto uno squilibrio di bilancio di 8,6 milioni di euro, o forse più. La “patata bollente” adesso passa a Ioppolo chiamato a governere una città alle prese con una crisi finanziaria, sociale e occupazionale senza precedenti. Lo farà, come ha già detto in campagna elettorale, all’insegna di quattro parole d’ordine: onestà, professionalità, efficienza e disciplina. La priorità sarà, senza dubbio, mettere fine al balletto di numeri sulle finanze comunali con “una grande operazione verità sui conti e sui numeri del dissesto, non tanto per cercare responsabilità, non è il mio compito, ma per chiarezza e rispetto verso i cittadini”, è stato il suo mantra elettorale. ESPONENTE DI PRIMO PIANO DELLA DESTRA CATANESE – Il nuovo sindaco, 59 anni, avvocato penalista, inizia molto giovane l’impegno politico nelle fila del Movimento sociale italiano. Per due volte consecutive è consigliere comunale nella sua città. Dopo la svolta di Fiuggi, nel 1995, aderisce ad Alleanza nazionale. Per sei anni, dal 1994 al 2000, è nella giunta di Nello Musumeci sia come assessore, sia come vicepresidente della Provincia regionale di Catania. Nel giugno del 2001 viene eletto deputato regionale, nelle liste di An con quasi 13000 voti di preferenza. Nel 2005, dopo il divorzio da Fini fonda insieme a Musumeci Alleanza Siciliana, il movimento autonomista di destra a carattere regionale, che nel 2007 confluirà ne La Destra di Francesco Storace. L’addio ad An gli costa la rielezione all’Ars dove fa ritorno nel 2012 nella Lista “Nello Musumeci presidente” con oltre 3500 preferenze. GLI ASSESSORI DESIGNATI – La “squadra” del nuovo sindaco è formata da: l’ingegnere Francesco Caristia, 51 anni, attuale funzionario del Consorzio di Bonifica di Caltagirone, consigliere comunale dal 2007 al 2010; il professore Vito Dicara, 53 anni, laureato in Filosofia ed in Giurisprudenza, già professore a contratto presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Catania, dal 2000 è docente nelle scuole della provincia di Catania, dal 2014 svolge la professione forense; Massimo Giaconia, 56 anni, bocconiano, economista e di consulente di numerose ed importanti multinazionali italiane ed estere; Concetta “Sabrina” Mancuso, 51 anni, dirigente scolastico; Sergio Gruttadauria, 52 anni, architetto, coordinatore cittadino di Forza Italia, il più votato al consiglio comunale.