Il vicesindaco Consoli: "Vogliamo stabilire se esisteva un 'sistema' che, negli anni passati, portava a modificare i verbali dei Vigili urbani come affermato alla stampa da uno di essi, rinviato a giudizio" "Vogliamo garantire la massima trasparenza e chiarezza sulle informazioni riguardanti il Comune per i catanesi, per questo il sindaco Bianco ha dato disposizione di avviare un'indagine interna per stabilire se esisteva un 'sistema' che, negli anni passati, portava a modificare i verbali dei Vigili urbani come affermato alla stampa da uno di essi, rinviato a giudizio". Lo ha detto il vicesindaco di Catania Marco Consoli parlando della vicenda dei verbali "taroccati" portata alla luce da "Live Sicilia". "Risale - ha detto Consoli - a prima del 2011, quando non eravamo ancora alla guida della città , ma la consideriamo ugualmente grave e preoccupante. Per quanto ci riguarda, dal nostro insediamento abbiamo intensificato i controlli rendendo, grazie alla tecnologia, più trasparente la procedura: oggi i verbali, appena giunti in ufficio, vengono immediatamente scansionati e qualsiasi modifica a penna risulti sull'originale viene verificata chiedendo spiegazioni a chi li ha redatti". "Dalle stesse dichiarazioni - ha aggiunto Consoli - rilasciate alla stampa dal vigile rinviato a giudizio, peraltro, risulta che il 'sistema' di ritoccare i verbali risalisse al periodo in cui la Sostare utilizzava le ganasce, ossia fino al maggio del 2013, prima che a Catania si svolgessero le elezioni comunali. Oltre all'indagine interna è stata disposta l'apertura di un procedimento disciplinare nei confronti del Vigile". Il caso è esploso dopo la pubblicazione della notizia che un un vigile urbano, per togliere la multa alla nipote di un collega, avrebbe cambiato un numero di targa della vettura sul verbale. Ma il caso ha voluto che quella segnata, a cui si riferiva la contestazione 'taroccata', era l'auto privata dell'allora procuratore aggiunto di Catania, adesso a capo dell'ufficio, Carmelo Zuccaro. Il magistrato ha contestato la multa, visto che la vettura era ferma da tempo, ed è nata un'inchiesta che ha portato al rinvio a giudizio per falso e abuso di potere dell'agente della polizia municipale che è sotto processo a Messina, dove gli atti sono stati trasferiti per legittima suspicione.Â